La Cina cresce del 3%: meglio delle attese, ma è il livello più basso degli ultimi 40 anni
La crisi di Pechino è dovuta alle politiche Covid zero, ma anche delle difficoltà dell'immobiliare e all'indebolimento della domanda esterna XI JINPING PRESIDENTE CINESEPil cinese un po’ meglio delle aspettative
La linea rigida del governo sul Covid è sicuramente la prima causa, ma poi c’è anche la crisi del settore immobiliare e l’indebolimento della domanda esterna. Insomma se Pechino tira quasi un sospiro di sollievo di fronte alla crescita del 3% registrata nel 2022, leggermente al di sopra delle aspettative, c’è anche da capirlo. Ma questo non toglie che si tratta di uno dei dati peggiori da quarant’anni a questa parte. Anche perché si tratta di una percentuale che resta ampiamente al di sotto rispetto all’obiettivo di crescita fissato a marzo scorso attorno al 5,5% per il 2022.
Tant’è che nel giudizio dell’ufficio nazionale di statistica di Pechino “le fondamenta della ripresa economia interna non sono solide”. Tra i dati migliori diffusi da Pechino c’è quello della produzione industriale, cresciuta dell’1,3% a dicembre su base annua e del 3,6% nell’intero 2022, rallentando rispetto al 2,2% di novembre, mentre le vendite al dettaglio sono arretrate dell’1,8% decisamente al di sopra rispetto alle previsioni di un -8,6%. Restano poi le grandi preoccupazioni per il tasso di disoccupazione nelle aree urbane che a dicembre ha raggiunto il 5,5%, ma sale al 16,7% se si considerano solo i giovani tra i 16 e i 24 anni.
Certo la politica zero-Covid ha subito un brusco stop, ma anche i prossimi mesi si prospettano davvero difficili per l’economia cinese. C’è attesa per marzo, quando il governo fisserà il nuovo obiettivo per la crescita all’apertura dei lavori dell’Assemblea Nazionale del Popolo. In quell’occasione, il nuovo primo ministro che dovrebbe essere Li Qiang, fedelissimo del presidente cinese Xi Jinping, pronuncerà il discorso sul rapporto di lavoro del governo.