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AperturaEconomia Lun 28 agosto 2023

La Cina in difficoltà taglia la tassa sulle transazioni di Borsa e apre agli Usa sul commercio

Pechino vede il rallentamento economico arrivare e per dare fiducia agli investitori taglia la tassa sulle transazioni di Borsa. La Cina in difficoltà taglia la tassa sulle transazioni di Borsa e apre agli Usa sul commercio XI JINPING PRESIDENTE CINESE
Mikol Belluzzi
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Mikol Belluzzi

La Cina in difficoltà taglia la tassa sulle transazioni di Borsa

Continuano i guai economici della Cina. Per questo il premier Xi Jinping è corso ai ripari annunciando il dimezzamento della tassa sulle transazioni di titoli in Borsa nel tentativo di ripristinare la fiducia sui mercati azionari, nel mezzo delle turbolenze finanziarie e immobiliari e dei timori sulla tenuta dell’economia. L’intervento, operativo da oggi, è il primo del suo genere dal 2008 e, secondo una nota congiunta del ministero delle Finanze e dell’Amministrazione fiscale, punta “a rinvigorire il mercato dei capitali e ad aumentare la fiducia degli investitori”. Finora l’imposta era pari allo 0,1%.

Evergrande crolla di quasi l’80%

A far paura agli investitori è Evergrande, il colosso immobiliare cinese ultra indebitato, che ha ripreso le contrattazioni alla Borsa di Hong Kong dopo una sospensione di 17 mesi per la mancata pubblicazione dei risultati finanziari. Il titolo è crollato di quasi l’87% durante gli scambi e il valore di mercato è sceso a circa 590 milioni di dollari. A fine seduto il titolo ha chiuso a -78,79%. Nel 2017 aveva raggiunto un picco di oltre 50 miliardi di dollari. In un comunicato venerdì scorso la società aveva affermato di aver “adempiuto” ai propri obblighi, tra cui la pubblicazione dei risultati, e di aver “rispettato le linee guida per la ripresa “stabilite dalla Borsa. I risultati annuali per il 2021 e il 2022 sono stati finalmente pubblicati il mese scorso, motivo per cui il mercato azionario ha dato il via libera alla ripresa delle contrattazioni.

Meno collocamenti di Ipo sulle Borse cinesi

Per questo l’attivismo delle autorità cinesi contro la sfiducia ha visto diversi interventi negli ultimi giorni, tra cui quello su grandi fondi, banche e assicurazioni locali per non far mancare il loro supporto all’economia reale. La China Securities Regulatory Commission, facendo leva sulle “recenti condizioni di mercato”, ha deciso rallentare il ritmo delle Ipo in Borsa e ha annunciato che saranno imposte restrizioni alla frequenza e all’entità dei rifinanziamenti per le società che registrano perdite finanziarie ripetute e i cui prezzi delle azioni sono scesi al di sotto dei livelli d’esordio in Borsa o del patrimonio netto.

A deteriorarsi sono i profitti dei gruppi industriali cinesi che hanno ceduto il 15,5% nei primi 7 mesi del 2023, a 3.943,98 miliardi di yuan (quasi 550 miliardi di dollari), scontando la debolezza della ripresa, la domanda incerta e le persistenti pressioni sui margini. Il dato, diffuso dall’Ufficio nazionale di statistica, segnala un miglioramento sul -16,8% del primo semestre, dopo un 2022 chiuso in negativo, a -4%.
Le imprese statali hanno segnato una flessione del 20,3% (da -21,15% di gennaio-giugno), quelle private una contrazione del 10,7% (da -13,5%). Tra i 41 settori di attività monitorati, 28 hanno visto perdite consistenti, tra cui il comparto dei metalli ferrosi (-90,5%) e petrolio, carbone e altri carburanti (-87,0%). Nel solo mese di luglio la flessione dei profitti è stata stimata a -6,7%.

Un gruppo di lavoro tra Stati Uniti e Cina

Una schiarita, invece arriva dal fronte americano. Qualche ora fa Cina e Stati Uniti, infatti, hanno concordato un percorso per riavviare un confronto e hanno concordato di istituire un gruppo di lavoro per “cercare soluzioni su questioni commerciali e di investimento e promuovere gli interessi commerciali” di entrambi i Paesi. Lo riferisce il Dipartimento del Commercio americano, in merito all’incontro avuto oggi a Pechino tra il segretario Usa al Commercio Gina Raimondo e il suo omologo Wang Wentao. Le parti, in particolare, hanno concordato che “il gruppo di lavoro si incontrerà due volte all’anno a livello di vice ministro, con gli Stati Uniti che ospiteranno il primo vertice all’inizio del 2024”.

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