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CommentoEconomia Mer 01 marzo 2023

Dai Brics al Consiglio Artico: l'equilibrio mondiale si gioca anche intorno alla partita delle Terre rare

Non ci sono solo guerra e inflazione, la stabilità geopolitica dipende anche dalla corsa ai materiali essenziali per la transizione green Dai Brics al Consiglio Artico: l'equilibrio mondiale si gioca anche intorno alla partita delle Terre rare
Giuseppe Giusto
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Giuseppe Giusto

Gli equilibri mondiali

La guerra in Ucraina, l’inflazione, le migrazioni, la transizione energetica, il gas e le fonti di approvvigionamento energetico… ecco quali sono le questioni intorno alle quali ruotano gli equilibri mondiali. Gli obiettivi geopolitici manifestatesi in occasione della votazione all’Onu del 14 novembre 2022 sulla Risoluzione che chiede alla Russia di versare risarcimenti dopo aver violato il diritto internazionale in Ucraina ha diviso il mondo. I numeri: 94 Stati a favore, 14 contrari, 73 astenuti e 12 che non hanno votato. Nel corso dell’assemblea generale delle Nazioni unite del 2 marzo dell’anno scorso 35 Paesi si erano astenuti dal voto di condanna dell’aggressione russa all’Ucraina, di questi 17 erano africani, l’astenuto più autorevole era stato il Sudafrica, mentre India e Indonesia hanno dichiarato la loro neutralità rispetto alla guerra.

Le divisioni internazionali si evincono anche nella riunione del G20, del 25 febbraio 2023, sotto la Presidenza indiana, che non ha portato a nessun documento finale. Il presidente indiano alla fine ha dovuto ammettere: “Gran parte dei membri hanno condannato l’invasione voluta da Putin”, ma sotto pressione cinese e russa, nel comunicato non ha neppure menzionato la parola “guerra”.

Chi si spartisce il potere 

Con l’acronimo Brics, si configurano cinque grandi Stati: Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa. La loro importanza geopolitica è sempre più importante nello scacchiere internazionale, soprattutto per la produzione dei 17 minerali appartenenti alla classifica delle  “terre rare”. La maggior parte delle riserve mondiali delle terre rare sono concentrate in Cina e sono fondamentali per la transizione globale verso l’energia pulita.

Il Consiglio Artico

Poi c’è il Consiglio Artico che si riunisce ogni sei mesi ed é composto da otto Stati: Canada, Danimarca, Finlandia, Islanda, Norvegia, Russia, Stati Uniti e Svezia. L’interesse crescente verso questa regione si evince anche dalla partecipazione al forum di nuovi Stati come “osservatori permanenti”, tra questi India, Russia , Unione Europea ecc. Uno dei motivi di questo interesse risiede nella presenza di risorse energetiche e minerarie, si stima che nell’Artico si trovino il 13% delle riserve globali di petrolio e il 30% di quelle di gas naturale oltre ad una ricca presenza di carbone, piombo e nickel.

Lo scioglimento dei ghiacci consente un aumento della navigabilità del mar Artico e questo dettaglio non sfugge a Cina e Giappone, ma a ritenere quest’aspetto una grande opportunità é soprattutto la Russia che per il2030 punta al trasporto di 150 milioni di beni lungo la rotta artica. Mentre il mondo é alle prese con una quantità ciclopica di problemi irrisolti non dobbiamo dimenticare la recente dichiarazione della Cina che non ha esitato ad avvertire il mondo intero: “Interverremo militarmente se Taiwan cercasse l’indipendenza”. La Russia proverà a giocare le sue carte guardando al nuovo ordine mondiale.

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