Ex Ilva: a fine 2022 bollette non pagate per 623,8 milioni con Eni, Enel e Snam
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ApprofondimentiEconomia Gio 20 luglio 2023

Ex Ilva: a fine 2022 bollette non pagate per 623,8 milioni con Eni, Enel e Snam

Il dettaglio dei mancati pagamenti ai fornitori di energia. Sanati in parte con l'iniezione di 680 milioni da parte dello Stato Ex Ilva: a fine 2022 bollette non pagate per 623,8 milioni con Eni, Enel e Snam
Gianluca Paolucci
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Gianluca Paolucci

Ha lavorato per Reuters e La Stampa occupandosi di finanza, crac bancari, criminalità finanziaria e corruzione. Dal 2022 è caporedattore di Verità & Affari e scrive per La Verità e Panorama.

Ex Ilva, 623,8 milioni di bollette non pagate

Acciaierie d’Italia ha un debito di 358 milioni di euro con Eni spa, 62,4 milioni con Enel e 203,4 milioni con Snam Rete Gas. Il totale, 623,8 milioni di euro, rappresenta poco meno della metà dei 1,4 miliardi di euro dei debito commerciali del gruppo al 31 dicembre scorso. E una cifra prossima all’ultima iniezione di risorse fatta dallo Stato tramite Invitalia.

Parti correlate

I debiti sono relativi alle forniture di energia agli impianti della società e sono riportati nel bilancio consolidato del 2022 del gruppo Acciaierie d’Italia Holding. I debiti verso le società partecipate dallo Stato come Eni, Enel e Snam sono per la prima riportati in dettaglio tra le “operazioni con parti correlate”, in virtù della partecipazione di Invitalia al capitale di Adi.

I debiti con i fornitori saliti a 1,4 miliardi

I debiti con parti correlate superano i 700 milioni di euro e la parte restante è principalmente relativa a società del gruppo ArcelorMittal, prevalentemente per prestazioni di servizi. Nell’elenco figura anche un debito di 414 euro verso la Rai. La voce dei debiti verso parti correlate è passata da 295 milioni del 2021 a 733,79 milioni del 2022. Mentre il totale dei debiti commerciali è salita da 1,284 miliardi a 1,4 miliardi.

L’allarme di Bernabè e i soldi di Invitalia

A settembre 2022 Eni aveva interrotto la fornitura agli impianti ex Ilva proprio per le bollette energetiche non pagate e il debito accumulato. A Eni è quindi subentrata Snam, quale “fornitore di ultima istanza”. Ma in gennaio lo stesso Franco Bernabè, presidente di Adi Holding, aveva annunciato che senza i pagamenti anche Snam avrebbe dovuto interrompere il servizio. 

La situazione sarebbe stata poi almeno in parte sanata con l’anticipo in conto aumento di capitale fatto da Invitalia per 680 milioni di euro, versati il 15 febbraio del 2023.

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