Dall'energia alle nomine, come investire con il prossimo governo
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In evidenzaInvestimenti Dom 25 settembre 2022

Dall'energia alle nomine, come investire con il prossimo governo

I dossier caldissimi per il nuovo governo sono almeno tre: l’aumento di capitale di Monte dei Paschi, la cessione di Ita e la banda larga. Dall'energia alle nomine, come investire con il  prossimo governo
Gianluca Paolucci
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Gianluca Paolucci

Ha lavorato per Reuters e La Stampa occupandosi di finanza, crac bancari, criminalità finanziaria e corruzione. Dal 2022 è caporedattore di Verità & Affari e scrive per La Verità e Panorama.

Gli investimenti con il prossimo governo

I dossier caldissimi per il nuovo governo sono almeno tre: l’aumento di capitale di Monte dei Paschi, la cessione di Ita e l’eterna questione della banda larga. Ma il risultato delle urne avrà effetti sugli equilibri della finanza italiana, a cominciare dal settore bancario.

Monte dei Paschi

È forse il dossier più urgente per la concomitanza tra elezioni e aumento di capitale. Il 10 ottobre, salvo sorprese, partirà l’aumento di capitale da 2,5 miliardi, che verrà eseguito in concomitanza con la formazione del nuovo esecutivo. È il settimo aumento negli ultimi 14 anni e l’auspicio è che l’ad Luigi Lovaglio riesca a mettere in sicurezza l’istituto senese dopo una lunga stagione estremamente difficile. Al nuovo governo spetterà la vendita della quota, per ottemperare ai nuovi impegni presi con Bruxelles che prevedono l’uscita dello Stato entro il 2023. 

Ita airways

Il 28 settembre, pochi giorni dopo le elezioni, è previsto un incontro tra la cordata guidata dal fondo Usa Certares e gli uomini del Mef. Il 31 agosto, l’Italia ha scelto un gruppo guidato dal fondo di private equity statunitense Certares, sostenuto da Air France-Klm e Delta Air Lines, per una trattativa esclusiva sull’acquisto di una quota di maggioranza di Ita Airways. La data fissata originariamente, il 30 settembre, non sarà rispettata e con ogni probabilità verrà decisa una proroga. La trattativa andrà comunque avanti in parallelo con la formazione del nuovo esecutivo e l’esito del negoziato è tutt’altro che scontato. Fratelli d’Italia ha chiesto che il nuovo governo possa prendere una decisione definitiva su Ita.

Tim e rete unica

L’offerta di Cdp per la Rete unica, annunciata da mesi, non è ancora arrivata. Il socio francese, Vivendi, non ha intezione di mollare il suo investimento con la pesante minusvalenza che le attuali quotazioni di Tim incorporano. Fratelli d’Italia ha chiesto la rinazionalizzazione del gruppo Tlc nell’ambito dei piani per la creazione di una rete unica a banda larga in Italia, integrando la rete fissa di Tim con quella della rivale statale Open Fiber. Questo si scontra con la strategia dell’AD di Tim Pietro Labriola di vendere la rete di Tim a Cdp per concentrarsi sui servizi. Fratelli d’Italia ha accolto con favore la decisione del numero uno di Cdp, Dario Scannapieco, di attendere le elezioni prima di presentare un’offerta non vincolante per la rete di Tim. Gli esiti della partita sono però ancora tutti da scrivere e il principale operatore italiano delle tlc naviga a vista.

Le banche

La caduta del governo guidato da Mario Draghi ha pesato sui titoli bancari italiani. Il vantaggio del rialzo dei tassi è controbilanciato dalle prospettive di recessione economica che potrebbero far tornare a salire le sofferenze e dall’esposizione all’aumento dei rendimenti del debito italiano a causa delle loro ingenti partecipazioni in obbligazioni sovrane. Il cambio di governo e le richieste di una revisione del Pnrr avanzate dalla leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni potrebbero minacciare la capacità dell’Italia di rispettare gli impegni a cui sono legati i fondi dell’Unione europea per il dopo-pandemia e impattare negativamente le quotazioni dei titoli di Stato.

Unicredit

Un nuovo governo potrebbe offrire al Ceo Andrea Orcel la possibilità di ricominciare da zero, dopo che il banchiere si è tirato indietro dal dossier Mps danneggiando le relazioni con l’esecutivo guidato da Draghi.

Eni e Enel

Meloni ha escluso di assumere il pieno controllo dei gruppi energetici nazionali Eni ed Enel, come ha fatto il governo francese con Edf, pur ribadendo che è dovere del governo proteggere gli asset di rilevanza nazionale ed evitare acquisizioni estere. La partita per i due campioni italiani dell’energia riguarda piuttosto i vertici. Gli amministratori delegati di Enel ed Eni sono entrambi in scadenza il prossimo anno e la partita delle nomine si aprirà il giorno dopo la formazione del nuovo esecutivo. De Scalzi punta a una ricoferma all’Eni, dove potrebbe diventare il manager più longevo della storia recente. Possibile riconferma anche per Francesco Starace alla guida di Enel.

Snam

L’operatore di rete del gas controllato dallo Stato ha acquistato a giugno un rigassificatore galleggiante per sostenere gli sforzi di ricerca di forniture alternative di gas. Snam prevede di ottenere l’approvazione del governo e delle autorità locali per iniziare i lavori di ormeggio del terminal a Piombino, in Toscana, entro la fine di ottobre.  Il nuovo governo potrebbe decidere di rallentare o accelerare l’infrastruttura che sta già incontrando la resistenza delle autorità locali.

Leonardo

L’ad Alessandro Profumo ha detto il 28 luglio che il gruppo statale della difesa sta lavorando per raggiungere un accordo per la vendita delle controllate Oto Melara e Wass, ma ha bisogno di un nuovo governo a Roma per poter finalizzare qualsiasi accordo. Anche il mandato di Profumo, come quello dei vertici di Eni ed Enel, scade la primavera prossima. Ma in questo caso le possibilità di una conferma sono assai limitate.

Rai Way

La Rai ha congelato fino a dopo le elezioni i colloqui su un potenziale accordo per integrare la sua controllata delle torri di trasmissione Rai Way con la rivale EiTowers, in parte controllata da MediaForEurope (Mediaset= , secondo quanto riferito da fonti. Anche in quesato caso, l’esito delle urne sarà determinante per il futuro della controllata pubblica.

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