L'Iva record non basta, si valuta di aumentare la tassa sugli extra profitti
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Economia Mar 14 giugno 2022

L'Iva record non basta, si valuta di portare al 40% la tassa sugli extra profitti

Nemmeno l’extragettito record da Iva è sufficiente, il governo di Mario Draghi valuta di aumentare la tassa sugli extra-profitti. L'Iva record non basta, si valuta di portare al 40% la tassa sugli extra profitti
Fiorina Capozzi
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Fiorina Capozzi

Giornalista di economia e finanza con esperienza internazionale e autrice di "Vincent Bolloré, il nuovo re dei media europei" (2015) e "Telecommedia a banda larga" (2020). Riconosciuta da Reporters without borders per il suo lavoro sui media europei.

La tassa sugli extra profitti

Nemmeno l’extragettito record da Iva è sufficiente a finanziare le misure contro i rincari energetici. Così il governo di Mario Draghi valuta di aumentare la tassa sugli extra-profitti portandola dal 25% al 40%. Se la misura venisse confermata si tratterebbe di un intervento che poterebbe nelle casse pubbliche altri 6,6 miliardi aggiuntivi. La tassazione sugli extra-profitti raggiungerebbe così complessivamente la cifra record di 17,6 miliardi.

Il mercato energetico

Le tensioni sul mercato energetico del resto non accennano a rientrare. Ne ha preso atto anche il settimanale The Economist che, analizzando il settore della raffinazione, ha evidenziato come i super-profitti realizzati di recente non sono dovuti a miglioramenti di efficienza, bensì all’andamento eccezionale dei prezzi. In dettaglio, secondo i dati di Argus Media, è stato il settore della raffinazione a trarre maggiormente vantaggio dall’attuale congiuntura. Le società operanti in questo comparto stanno realizzando guadagni sei volte più alti rispetto ai valori storici passati da 5-10 dollari al barile ad oltre 60 dollari al barile a giugno 2022. Di qui, secondo il settimanale inglese, si giustifica l’intervento italiano sugli extra-profitti con un contributo che è servito a finanziare aiuti per 29 milioni di famiglie e 6 milioni di micro-imprese in difficoltà per gli aumenti dei prezzi dell’energia. Contributo straordinario che però è previsto solo per incrementi di extra-profitti superiori a 5 milioni di euro e al 10% rispetto al periodo di riferimento. Come ha spiegato il ministro del Tesoro, Daniele Franco, il governo ha stanziato 14 miliardi attraverso interventi su bollette, credito d’imposta, aiuti alle imprese, bonus sociale di 200 euro e taglio delle accise sui carburanti, sono salite a 14 miliardi di euro. E del resto, non è un caso se anche altri Paesi, come il Regno Unito, hanno seguito l’esempio italiano e hanno deciso di richiedere un contributo straordinario alle aziende di oil&gas per finanziare misure di sostegno ai cittadini.

Il costo delle bollette

Nonostante gli interventi del governo, la bolletta dell’energia resta un problema per famiglie e aziende. Con quest’ultime che lamentano il peso dell’Iva al 22 per cento. D’altro canto, l’imposta contribuisce ad un extra-gettito importante per le casse pubbliche: secondo il bollettino di aprile 2022, le entrate tributarie sono salite del 10,7% sforando quota 148 miliardi. Nel solo mese di aprile le imposte indirette sono lievitate del 12,4% con un flusso da 2,619 miliardi di euro. Si tratta di un trend in continuità con i mesi precedenti. A gennaio, ad esempio, le entrate tributarie sono state pari a 41 miliardi, in crescita di oltre il 13%. Le imposte dirette segnavano una variazione in aumento del 6,5%, mentre le imposte indirette registrano un incremento maggiore pari al +29,7%. «All’andamento positivo ha contribuito il gettito Iva (+2.338 milioni di euro, +40,0%) – ha spiegato una nota del Tesoro – (…) attribuibile sia a elementi di natura congiunturale legati alla ripresa economica sia agli interventi normativi che nel biennio 2020-2021 hanno previsto la sospensione e la proroga dei versamenti tributari e poi la ripresa degli stessi».

In Belgio dibattito Iva

Intanto in altri Paesi, lo Stato ha tagliato l’Iva sull’energia al 6% nelle bollette delle famiglie (in Italia è al 10% sulle utenze domestiche e al 22% sul resto). È accaduto in Belgio dopo un lungo dibattito sugli effetti della misura sulla contabilità pubblica. Sul tema si è fatto sentire anche il mondo delle imprese sperando nello sconto sulle imposte indirette. Operazione complessa perché necessita una concertazione comunitaria: l’Iva, a differenza delle accise, è infatti di competenza europea.

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