Fisco, è scontro nella maggioranza sulla pace fiscale
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EconomiaPrimo piano Mar 18 luglio 2023

Fisco, è scontro nella maggioranza sulla pace fiscale

Per Salvini avanti tutta sulla pace fiscale che era nel programma del centrodestra. Il viceministro Leo: "nessun condono" Fisco, è scontro nella maggioranza sulla pace fiscale tasse
Fiorina Capozzi
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Fiorina Capozzi

Giornalista di economia e finanza con esperienza internazionale e autrice di "Vincent Bolloré, il nuovo re dei media europei" (2015) e "Telecommedia a banda larga" (2020). Riconosciuta da Reporters without borders per il suo lavoro sui media europei.

La riforma fiscale arriva in senato

L’esame del Ddl è stato calendarizzato per la prima settimana di agosto. Il governo si dice pronto a modificare il testo, ma all’interno della maggioranza ci sono segnali contrastanti. Se infatti per il leader leghista, Matteo Salvini, la pace fiscale resta centrale, per il viceministro all’economia di Fratelli d’Italia, Maurizio Leo, c’è spazio invece più per una “tregua” che non sia un condono. Non si tratta di giochi di parole perchè dietro ogni definizione ci sono conseguenze precise per il contribuente moroso che vorrebbe rimettersi in regola, ma non ce la fa a star dietro alle pendenze con il fisco. 

“Io parlo a nome di milioni di italiani che hanno fatto la dichiarazioni dei redditi e poi per i problemi che ci sono stati non sono riusciti a pagare quanto dovuto  piuttosto che tenerli come fantasmi in ostaggio chiediamo loro una parte del dovuto, lo Stato incassa e loro sono liberi. Gli evasori totali vanno in galera” ha dichiarato il vice- premier Salvini, a Cagliari per l’ultimo giorno della sua visita in Sardegna.

In concreto per Salvini bisogna realizzare un saldo e stralcio. “Lo abbiamo già fatto con il governo Conte, non è complicato. Lo Stato italiano attende di riscuotere circa mille miliardi di euro da anni, se ne potrebbe chiedere una parte in modo che così queste persone possono tornare a lavorare e pagare le tasse”, ha aggiunto il vice premier. Com eha ricordato Salvini,  la pace fiscale era del resto “nel programma del centrodestra. “E’ di buon senso. Lo Stato ci guadagna, incassa una marea di miliardi che altrimenti con i fallimenti non incasserebbe mai quindi andremo fino in fondo” ha concluso.  

Per Leo meglio una “tregua” 

Più che di pace fiscale, Leo preferisce parlare di una “tregua, in vista delle riforma, che già oggi abbiamo all’attenzione e che dovrà essere gestita nei mesi di novembre e dicembre”. “Già ci sono dei provvedimenti in atto, perché la tematica della rottamazione e della definizione delle liti dovrà trovare poi uno sviluppo nei mesi successivi di ottobre e novembre, quando si dovranno pensare delle rate” ha aggiunto.

Per Leo “esiste già una disciplina concernente la pace fiscale“. Non si tratta però di “condono (…) perché l’imposta dev’essere pagata integralmente e le misure sono dirette solo a ridurre le sanzioni che oggi hanno assunto dei livelli sproporzionati, oltre al 240%, mentre negli altri Paesi europei non superano il 60%” come ha chiarito il vicepremier.  In questo modo il governo di Giorgia Meloni darà “una possibilità di ridurre nel corso del tempo questo debito”.

Sulla stessa lunghezza d’onda il numero uno di Forza Italia, Antonio Tajani.Con la delega fiscale si sta andando in questa direzione. Forse si può fare di più, se ci sono le disponibilità nelle casse dello Stato -ha spiegato il segretario di FI e ministro degli Esteri-. Nessun condono, noi siamo contrari ai condoni. Si tratta di aiutare persone che non sono state in grado di pagare tutto ciò che dovevano, si può ragionare”.

Intanto il magazzino non riscosso delle entrate vale 1,153 miliardi

Mentre la politica decide il da farsi, il magazzino non riscosso del Fisco si attesta a 1,153 miliardi.  Nel cassetto ci sono 170 milioni di cartelle verso quasi 23 milioni di soggetti. “La progressiva stratificazione di crediti vetusti, non riscossi e, di fatto, in buona parte non riscuotibili, ossia il cosiddetto magazzino della riscossione, alla data del 31 dicembre 2022 ha raggiunto l’importo residuo di circa 1.153 miliardi di euro ed è composto da oltre 170 milioni di cartelle di pagamento che contengono circa 290 milioni di singoli crediti affidati, dagli enti creditori all’Agenzia delle entrate-Riscossione” hanno spiegato dall’ Agenzia delle Entrate nel corso dell’audizione al Senato sulla delega fiscale.

Per la Fisac-Cgil la pace fiscale è contro l’equità 

“La discussione sulla proposta di una nuova pace fiscale è irricevibile. L’evasione è illegale. Va solo applicata la Costituzione, per la quale ‘tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributivà, cioè tutti hanno il dovere di pagare le tasse” ha dichiarato la segretaria generale della Fisac Cgil, Susy Esposito. “Parlare dell’ennesimo condono rappresenta un insulto a chi le tasse le paga, tutte, onestamente, ogni mese, ovvero sempre gli stessi: lavoratrici e lavoratori dipendenti, pensionate e pensionati. In generale i contribuenti onesti che sostengono il bilancio dello Stato e consentono l’intervento pubblico in economia, il welfare e i servizi pubblici, di cui tutti beneficiano” ha sottolinato.

“Più evadono e più paghiamo. Meno entrate nelle casse dello Stato generano, nella migliore delle ipotesi, un aumento della pressione fiscale su chi paga le imposte regolarmente, nella peggiore, un taglio anche della sanità, dell’istruzione, delle prestazioni sociali, ma anche dell’occupazione pubblica, degli investimenti, del perimetro pubblico. Solo negli ultimi trent’anni si contano almeno una dozzina di misure, a vario titolo, di ‘condonò. Inoltre, se il governo sceglie di creare continue aspettative di condono e pace fiscale, tutti i soggetti che devono versare le imposte saranno indotti a non farlo per vedersi ‘perdonarè l’evasione e l’elusione fiscale e contributiva che hanno realizzato, in attesa di nuovi provvedimenti” ha concluso ricordano che l’evasione fiscale supera i 100 miliardi.

A conti fatti quindi tutto dipenderà da cosa il governo deciderà di inserire nella scatola della pace fiscale

Di certo bisognerà valutare l’andamento delle rottamazioni che sono un pezzo del tentativo di recuperare le tasse non pagate. Ma difficilmente ci potrà essere un concodno che le casse ubbliche  on potrebbero del resto sopportare perchè si tradurrebbe in pesanti svalutazioni del magazzino crediti delle Entrate che pure da tempo necessita una profonda pulizia. Operazione verità di cui pure il viceministro Lero aveva parlato nel corso della campagna elettorale che ha portato all vittoria del centrodestra. 

“Invece di dividere il Paese tra lotta all’evasione fiscale e pacificazione tombale, il Governo, che al momento dell’insediamento ha individuato almeno a parole nel contrasto dell’evasione uno dei principali obiettivi della sua azione, si dovrebbe preoccupare dei debiti fiscali accumulati e mai riscossi che ammontano a circa 1.100 miliardi di euro in 22 anni di tasse non pagate, secondo quanto riferito dal Direttore dell’Agenzia delle Entrate nel corso di una recente audizione parlamentare” ha sottolineato Emilio Didonè, segretario generale Fnp Cisl.

“Evidentemente  bisogna prendere atto che le discutibili scelte politiche dei Governi precedenti, dalla rottamazione allo stralcio, si sono dimostrate insufficienti e sbagliate: non hanno migliorato la situazione, anzi, al contrario hanno innescato, irresponsabilmente, una guerra tra chi paga le tasse e chi non le paga” ha concluso. 

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