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AperturaEconomia Sab 15 luglio 2023

Il bonus casa speso per migliaia di inutili centraline per l'auto elettrica

In Italia gli impianti di ricarica ad uso domestico sono il doppio delle vetture a spina. Li ha realizzati anche chi non ne vuol sapere dell'auto green Il bonus casa speso per migliaia di inutili centraline per l'auto elettrica COLONNINE PER LA RICARICA DELLE AUTO ELETTRICHE
Maurizio Cattaneo
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Maurizio Cattaneo

Il bonus casa speso per le centraline

I dispositivi per la ricarica dell’auto elettrica nelle case degli italiani sono il doppio delle vetture a spina in circolazione nel nostro Paese. Il dato emerge dall’ultima rilevazione sullo stato dell’elettrificazione nel nostro Paese compiuta da Motus-E, l’associazione che raggruppa la filiera dell’elettrico. Le spine domestiche, rivela Motus-E  hanno superato quota 400.000 contro un circolante che non raggiunge neppure le 200 mila unità . In sostanza, mentre gli automobilisti italiani non mostrano alcuna propensione all’acquisto di  un’auto elettrica (le vendite green non arrivano al 3% del totale con mesi addirittura in calo) sono però pronti a dotarsi in massa di una centralina di ricarica in casa. Ma qual ‘é la spiegazione di un dato tanto contraddittorio? Presto detto: gran parte delle nuove installazioni (per l’esattezza 304 mila, dato Enea) sono collegati ai bonus edilizi, soprattutto al 110%.

Quasi 500 milioni utilizzati ma poco utili

Un numero dunque che, almeno per ora, non sembra testimoniare affatto una sempre più diffusa apertura dei cittadini al trend di elettrificazione della mobilità, ma più semplicemente rivela la volontà di sfruttare al massimo il bonus anche per quanto riguarda i lavori cosiddetti “trainati”. Lavori che possono rivelarsi inutili se poi al momento dell’ipotetico acquisto dell’auto elettrica lo standard non fosse compatibile.  A questa spesa milionaria (quasi 500 milioni di euro considerando che mediamente una centralina costa 1.200 euro sottratti al bonus) si aggiungono poi ulteriori incentivi – già stanziati e in attesa solo dei decreti attuativi – per le infrastrutture di ricarica a uso domestico per privati e condomìni.

L’Italia resta fanalino di coda Ue

Per quanto riguarda invece le ricariche ad uso pubblico, nel primo semestre 2023 sono stati installati 8.438 nuovi punti. che portano il totale sul territorio a quota 45.210. A livello di macroaree, il Mezzogiorno continua a crescere. Sud e Isole contano infatti il 23% del totale dei punti di ricarica italiani, scavalcando il Centro (21%) e rosicchiando un altro punto percentuale sul Nord Italia (56%). 

Tra le Regioni continua a primeggiare la Lombardia (7.657 punti di ricarica), davanti a Piemonte (4.514), Veneto (4.420), Lazio (4.351) ed Emilia-Romagna (3.966). A crescere più di tutti è anche questo trimestre la Campania (+54% di punti installati rispetto al primo trimestre dell’anno), che ha fatto meglio di Lombardia (+15%), Liguria (+11%), Lazio (+8%) e Sicilia (+7%).

Italia fanalino di coda

Comincia a espandersi in modo vistoso anche la rete di ricarica sulle autostrade, dove si registra al 30 giugno la presenza di 657 punti di ricarica (+422 rispetto a un anno fa) distribuiti in 121 aree di servizio sulle 476 totali. Oltre il 77% dei punti di ricarica in autostrada hanno una potenza superiore a 43 kW e il 58% supera i 150 kW. Resta il problema delle strade extraurbane. L’ultima gara è finita con un nulla di fatto visto che nessuno dei partecipanti è risultato avere i requisiti necessari. Da qui la riflessione tra governo ed operatori in vista di una nuova gara nel 2024.

Nonostante i numeri che paiono reboanti , l’Italia resta fanalino di coda in Europa come numero di centraline. E proprio la scarsità dei punti di ricarica, unito al prezzo troppo elevato delle auto elettriche, sono alla base del mancato decollo del mercato delle vetture green nel nostro Paese

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