Euro, per Nordvig (Exante Data) in arrivo una nuova crisi
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AperturaEuropa Dom 03 dicembre 2023

Euro, per l'economista Nordvig (Exante Data) è in arrivo una nuova crisi

Immigrazione, inflazione, costi di energia e spese militari sono le nuove sfide. In gioco la tenuta dell'euro senza l'integrazione fiscale Euro, per l'economista Nordvig (Exante Data) è in arrivo una nuova crisi SEDE BCE BANCA CENTRALE EUROPEA
Fiorina Capozzi
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Fiorina Capozzi

Giornalista di economia e finanza con esperienza internazionale e autrice di "Vincent Bolloré, il nuovo re dei media europei" (2015) e "Telecommedia a banda larga" (2020). Riconosciuta da Reporters without borders per il suo lavoro sui media europei.

L’euro rischia grosso. Parola di Jens Nordvig, economista danese specializzato in mercati valutari, fondatore della Exante Data e soprattutto il primo esperto a teorizzare, all’inizio del 2020, che l’impatto del Covid-19 avrebbe guidato l’economia globale. Nella sua visione, immigrazione, inflazione, costi dell’energia e delle spese militari metteranno a dura prova la moneta unica. E l’Unione potrà superare le nuove fasi di tensione solo se si tornerà a parlare di integrazione fiscale. Non c’è altra soluzione secondo l’esperto, autore, nel 2013, del libro “La caduta dell’euro: reinventare l’Eurozona e il futuro degli investimenti globali”, nell’incontro organizzato a Montesilvano dall’associazione di politica ed economia a/simmetrie.

Per Nordvig, l’euro è del resto nato già monco, con alcuni vizi di fondo. Così la partenza è stata in salita per via della mancanza di integrazione fiscale, dei ritardi infrastrutturali, del pregiudizio sulla deflazione e di una certa carenza in termini di sforzo politico verso il progetto della valuta unica. “Dopo la crisi dell’euro, c’è stato un cambio di passo con la Bce che ha acquistato titoli e l’intervento di Mario Draghi che ha messo i soldi nel programma di riacquisto titoli (..) così l’Europa è sembrata più stabile di quanto non lo fosse in passato” ha chiarito l’economista. “Tuttavia da allora ci sono stati altri cambiamenti in corso d’opera quando molte delle sfide del passato erano interne alla zona euro” ha aggiunto.

Che cosa c’è di nuovo sotto il sole?

Oggi il Vecchio continente e la sua valuta devono tenere conto “della sicurezza energetica e di quella militare, delle sfide dell’immigrazione ed infine dell’inflazione” precisa. “Sono nuove e più grandi sfide rispetto a quelle del passato” aggiunge che conducono inevitabilmente verso un nuovo confronto sul tema dell’integrazione fiscale. “Si tratta di un dibattito che dominerà la politica in tutta Europa” con un crescente rischio per l’euro. Tanto più che l’economia rallenta, in particolare quella tedesca.

Le prospettive

“Stiamo quindi entrando in un periodo di elevati rischi politici in Europa. E per l’Euro il rischio politico è sempre stato il rischio principale (ben oltre la fragilità finanziaria)” ha aggiunto. “Che cosa accadrà agli investimenti? Che cosa faranno gli investitori internazionali? Metteranno i loro soldi in Europa oppure altrove sui mercati esteri”? domanda retoricamente. Un argomento quest’ultimo particolarmente significativo soprattutto mentre l’economia del Vecchio continente frena e gli Stati Uniti tentano di far ripartire la locomotiva del mondo.

La crisi della valuta unica è più probabile rispetto al passato

“Non dico che arriverà domani o la prossima settimana o magari fra un paio di mesi, ma certamente c’è un maggiore rischio di una crisi per la valuta unica” ha aggiunto. La ragione sta nel fatto che “l’euro è un progetto politico e la sua sopravvivenza è intrinsecamente correlata al supporto pubblico, che a sua volta è legato all’integrazione fiscale” ha concluso.

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