Berlino abbassa l’Iva sul gas e si prepara a 2 anni di razionamenti
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Europa Ven 19 agosto 2022

Berlino abbassa l’Iva sul gas e si prepara a due anni di razionamenti

Il governo tedesco ha comunicato ieri che abbasserà l’Iva sul gas dal 19% al 7% per alleggerire gli oneri su famiglie e imprese. Berlino abbassa l’Iva sul gas e si prepara a due anni di razionamenti
Alessandro Giorgiutti
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Alessandro Giorgiutti

Nato a Udine nel 1978, ha lavorato vari anni a Libero con una breve parentesi al Giornale.

L’Iva sul gas a Berlino

Dopo aver annunciato il 15 agosto una nuova tassa sui consumi di gas per coprire in parte gli extra costi dei fornitori, il governo tedesco ha comunicato ieri che abbasserà l’Iva sul gas dal 19% al 7% per alleggerire gli oneri su famiglie e imprese. Secondo le assicurazioni del cancelliere Olaf Scholz, con la doppia operazione i consumatori alla fine pagheranno di meno. Ma oltre al prezzo, la Germania ha un problema di disponibilità materiale di gas, dopo che la Russia ha ridotto le forniture attraverso Nord Stream. Secondo l’autorità regolatoria dell’energia, il governo di Berlino non riuscirà a riempire i siti di stoccaggio al livello previsto e la domanda di gas potrebbe non essere del tutto soddisfatta né questo inverno né il prossimo.

La lettera di Gentiloni

Il cancelliere Scholz, alla guida di un esecutivo appoggiato da socialdemocratici, liberali e verdi, intende quindi ridurre l’Iva sul gas al 7% e ieri ha invitato le aziende a trasferire lo sgravio sulla clientela. La misura (che potrebbe costare circa 14 miliardi di euro di mancati introiti) entrerà in vigore il 1° ottobre e durerà fino all’aprile del 2024, in parallelo con la nuova tassa sui consumi di gas, pari a 2,419 centesimi a chilowattora, che per una famiglia con due figli si tradurrà in una spesa extra di 480 euro all’anno.

La tassa servirà a compensare (parzialmente) i costi aggiuntivi sopportati dagli importatori di gas, che dopo il taglio dei flussi da parte di Gazprom hanno dovuto rifornirsi sul mercato, svenandosi, per rispettare i contratti con i propri clienti. Dodici di queste aziende importatrici hanno già chiesto compensazioni per 34 miliardi di euro. L’utility Uniper, che è la principale cliente di Gazprom e che ha ottenuto aiuti di Stato (15 miliardi di euro tra acquisto di azioni e linee di credito agevolate), ha accusato nei primi sei mesi dell’anno una maxi-perdita di oltre 12 miliardi di euro.

L’idea del governo di Berlino

Inizialmente il governo si era rivolto alla Commissione europea chiedendole il permesso di esentare i consumatori dal pagamento dell’Iva sulla nuova tassa. Una eventualità che però era stata esclusa dal commissario Ue all’Economia Paolo Gentiloni in una lettera indirizzata al ministro delle finanze Christian Lindner. In quella lettera però Gentiloni ricordava che invece una riduzione dell’Iva sul gas fino al 5% era compatibile con le regole europee (è quello che ha fatto l’Italia). Di qui, la decisione di ieri del governo tedesco di abbassare l’asticella al 7%.

Ma il problema prezzi è la conseguenza di un altro problema, quello della scarsità di gas, in seguito alla decisione della Russia di ridurre i flussi attraverso il gasdotto Nord Stream, che oggi funziona solo al 20% della sua capacità, a causa di problemi tecnici in alcune turbine (questa la tesi di Gazprom, duramente contestata da Berlino). Finora la Germania si è rifiutata di mettere in funzione il gasdotto gemello Nord Stream 2, ultimato poco prima dell’inizio del conflitto in Ucraina e mai inaugurato, e non è riuscita a sostituire con altri fornitori tutto il gas russo di cui è venuta a mancare (in tempi normali Berlino dipendeva da Mosca per il 55% dei suoi consumi).

L’acqua del Reno

Il piano di riempimento dei siti di stoccaggio sta procedendo secondo la tabella di marcia, ma il presidente dell’autorità regolatoria dell’energia, Klaus Mueller, ha detto di ritenere improbabile raggiungere un livello medio di riempimento del 95% a novembre, com’è invece nei piani del governo. «Non saremo in grado di farlo perché alcuni siti di stoccaggio sono partiti da un livello di riempimento molto basso», ha detto. Secondo Mueller i tedeschi andranno incontro a difficoltà nel soddisfare la domanda di gas non solo quest’anno: «Non si tratta di un inverno, ma almeno di due. E il secondo inverno potrebbe essere ancora più difficile».

In questo scenario così complicato, un qualche sollievo arriva dal cielo. Le piogge degli ultimi giorni hanno fatto un po’ risalire il livello dell’acqua del Reno, la principale via fluviale commerciale del continente. Nei giorni scorsi le navi (comprese quelle che trasportano il carbone, abbondantemente usato per produrre elettricità) avevano dovuto ridurre i carichi, facendo aumentare i costi di trasporto.

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