«Impossibile ridurre il debito al 60% del Pil». I tecnici gelano la Ue
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Europa Dom 21 agosto 2022

«Impossibile ridurre il debito al 60% del Pil». I tecnici gelano la Ue

Quasi impossibile ridurre il debito al 60% del Pil nei prossimi decenni per l'Eurozona e per molti dei suoi Stati membri. «Impossibile ridurre il debito al 60% del Pil». I tecnici gelano la Ue
Alberto Mapelli
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Alberto Mapelli

Le regole di bilancio Ue

Eliminare l’obiettivo del 60% per il rapporto tra deficit e Pil perché «è arbitrario e introduce un indesiderabile inasprimento della politica fiscale». Non solo, con l’attuale punto di partenza dell’economia europea – ancora scossa dalla pandemia e alle prese con un’ulteriore frenata improvvisa a causa della guerra in Ucraina – e «considerando percorsi favorevoli ma plausibili e socialmente sostenibili per tassi di interesse, crescita e saldi primari», sarebbe «quasi impossibile ridurre il debito al 60% del Pil nei prossimi decenni per l’Eurozona e per molti dei suoi Stati membri». A scriverlo, nero su bianco, non sono partiti, politici o economisti schierati in vista delle prossime elezioni, ma i tecnici del servizio bilancio del Senato nell’ultimo dossier elaborato che riguarda la riforma delle regole Ue dal titolo «La riforma delle regole fiscali europee: lo stato dell’arte».

Un nuovo patto di stabilità

L’approfondimento redatto dai tecnici del Senato arriva in un momento in cui il fronte economico si sta surriscaldando, con il rischio concreto che l’economia italiana ed europea entrino in recessione aggredite da un’inflazione ancora fuori controllo. Per questo l’Unione europea ha scelto di sospendere le regole del Patto di stabilità anche per tutto il 2023, dandosi il tempo necessario per approntare delle modifiche a standard che sembrano insostenibili allo stato dell’arte. Per questo i tecnici del Senato si augurano che il target del 60% venga superato e sostituito con regole flessibili e adattabili ai diversi Paesi dell’Unione europea in base alle loro specificità.

«L’obiettivo del 60% – scrivono – dovrebbe essere sostituito con raccomandazioni specifiche per Paese basate sulla posizione ciclica dell’economia e focalizzate sull’innalzamento della qualità delle politiche fiscali e sul miglioramento della sostenibilità a lungo termine delle relative finanze pubbliche». Inoltre, secondo il servizio Bilancio, «bisognerebbe incoraggiare scadenze più lunghe del debito e fonti di finanziamento relativamente stabili coinvolgendo una base di investitori quanto più diversificata e ampia».

Un nuovo patto nell’Ue

Il nuovo Patto Ue potrebbe essere utile anche a «migliorare le prestazioni di bilancio e prevenire passi falsi della politica» se le nuove regole di bilancio saranno «ben concepite e trasparenti», sostengono infine i tecnici. Nel nuovo Patto di stabilità, nel medio termine, «le regole riviste possono aiutare a eliminare gradualmente le misure fiscali discrezionali legate alla pandemia», mentre nel lungo termine «possono rafforzare l’impegno verso posizioni di bilancio stabilizzando i livelli del debito pubblico». Insomma da un obiettivo più realistico potrebbero giovarne tutti, dai conti pubblici ai cittadini, garantendo la ripartenza.

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