La fronda nell'Ue sul price cap, i Paesi che non vogliono altri sconti
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Europa Gio 08 dicembre 2022

La fronda nell'Ue sul price cap, Germania e Paesi Bassi non vogliono altri sconti

Sei paesi dell'Unione europea non intendono accettare i tentativi degli altri Stati membri di abbassare il tetto al prezzo del gas La fronda nell'Ue sul price cap, Germania e Paesi Bassi non vogliono altri sconti
Redazione Verità&Affari
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Redazione Verità&Affari

La discussione sul price cap dell’Unione europea

Sei paesi dell’Unione europea, tra cui Germania e Paesi Bassi, non intendono accettare i tentativi degli altri Stati membri di abbassare ulteriormente il tetto al prezzo del gas proposto dalla Commissione europea. È quanto emerge da un non paper visionato da “Agenzia Nova”, secondo cui fra i sei Paesi figurano anche Austria, Danimarca, Estonia e Lussemburgo. Il documento pone dei seri ostacoli al raggiungimento di un risultato soddisfacente al Consiglio Energia straordinario previsto martedì 13 dicembre.

“Siamo preoccupati per l’abbassamento delle cifre. Il tetto massimo non può essere ulteriormente abbassato”, hanno detto gli ambasciatori dei sei Paesi nel non paper indirizzato alla presidenza di turno ceca del Consiglio Ue. I sei Stati membri esprimono scetticismo sul tetto massimo dei prezzi, affermando che interromperebbe il regolare funzionamento del mercato energetico europeo e renderebbe più difficile l’acquisto di carburante qualora i fornitori di gas dirottassero i carichi verso aree di mercato dove i prezzi non sono soggetti a limitazioni. Il non paper in questione, secondo quanto riferiscono fonti diplomatiche Ue, è stato solo fatto circolare nel corso della riunione del Coreper di ieri, ma senza discussioni approfondite in merito.

Durante l’incontro, sarebbero state ribadite le posizioni degli Stati membri. A quanto si apprende dalle fonti, la Spagna sarebbe allineata alla proposta dell’Italia, pur continuando a sostenere un tetto che sia totalmente dinamico. La Francia, ha chiesto, poi seguita da altri Stati membri, un parere rapido dell’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (Esma) sui rischi per la stabilità finanziaria dei mercati.

Cosa dice la Francia

Sulla posizione francese, la Commissione Ue ha espresso parere contrario, replicando che tutte le analisi necessarie sono state effettuate e che non ci sarebbe tempo di effettuarne altre prima del Consiglio del 13 dicembre. A quanto si apprende da Bruxelles, c’è il forte auspicio che la discussione prevista sabato al Coreper sia risolutiva e riesca a preparare l’accordo per il Consiglio Energia straordinario.

La Presidenza ceca, dovrebbe adesso preparare una terza revisione della proposta della Commissione con alcuni aggiustamenti su limitati aspetti, tra cui dinamicità del tetto al prezzo e automaticità per attivazione e disattivazione del meccanismo. L’Italia è fra i Paesi membri dell’Ue che sostengono l’assoluta necessità di un tetto massimo per proteggere le loro economie dai costi elevati delle forniture di gas e chiedono di ridurre ulteriormente il limite imposto nella proposta della Commissione europea.

Secondo l’ultima revisione posta sul tavolo dalla presidenza ceca, che ha già abbassato le cifre sul tetto come chiesto da alcuni Stati membri, il meccanismo entrerebbe in vigore se il prezzo di liquidazione del derivato sul mercato Ttf di Amsterdam dovesse superare quota 220 euro cinque giorni consecutivi e se l’indice Ttf (European Gas spot), pubblicato alla Borsa europea dell’energia (Eex), in Germania, dovesse risultare di 35 euro superiore rispetto al prezzo di riferimento del Gnl per cinque giorni.

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