Gas, price cap e petrolio, l'emergenza ora si fa dura in Europa
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ApprofondimentiEuropa Mar 27 settembre 2022

Gas, price cap e petrolio, l'emergenza ora si fa dura in Europa

Il ko ai gasdotti di Nord Stream ha avuto l'effetto di accendere la discussione sul prezzo del gas e del petrolio in Europa. Gas, price cap e petrolio, l'emergenza ora si fa dura in Europa
Redazione Verità&Affari
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L’emergenza gas in Europa

Il ko ai gasdotti di Nord Stream ha avuto l’effetto di accendere la discussione sul prezzo del gas e del petrolio in Europa. Cipro e l’Ungheria hanno fatto sapere di essere contrari all’imposizione di un tetto al prezzo del petrolio dalla Russia, complicando di fatto i negoziati. Italia, Grecia, Belgio e Polonia hanno inviato una lettera alla Commissione europea per una proposta al tetto del prezzo del gas. Nel mentre tre condotte dei gasdotti Nord Stream 1 e 2 hanno subito danni “senza precedenti” in un solo giorno e sembra impossibile, al momento, stabilire quando potranno tornare attivi.

I danni a Nord Stream 1

Il Nord Stream 1 ha sospeso le forniture nelle scorse settimane, mentre il Nord Stream 2 non è mai entrato in funzione a causa delle sanzioni occidentali contro la Russia emesse dopo l’invasione dell’Ucraina. Il problema tecnico rilevato nelle due infrastrutture sembra legato a dei fori nelle tubature, con la conseguente dispersione di gas nelle acque del Baltico, in prossimità di Svezia e Danimarca. Intervistato dal quotidiano svedese “Aftonbladet”, un portavoce della società di gestione del Nord Stream Ag ha spiegato come le condutture siano ancora piene di “gas stagnante” nonostante le forniture siano state sospese. In una dichiarazione ufficiale, inoltre, Nord Stream Ag ha fatto sapere che le tre condotte hanno subito danni “senza precedenti” in un solo giorno che “è impossibile stimare quando potrà essere ripristinato” il funzionamento dei due gasdotti. Non è escluso l’attacco terroristico.

Il prezzo del petrolio

La presa di posizione di Cipro e Ungheria, invece, potrebbe provocare un impasse nell’Ue, con una proroga della conclusione delle trattative finché non ci sarà un accordo di massima su un nuovo pacchetto di sanzioni, che richiede l’unanimità. La lettere inviata dall’Italia e dalle altre tre nazioni arriva in vista della riunione dei ministri dell’Energia dell’Ue. Nel testo si spiega che il tetto al prezzo del gas può essere progettato in modo tale da garantire la sicurezza dell’approvvigionamento e il libero flusso in Europa, soddisfacendo allo stesso tempo l’obiettivo comune di ridurre domanda di gas naturale. 

Il price cap del gas

Anche il ministro delle Finanze tedesco, Christian Lindner, si è detto favorevole all’introduzione in Germania di un freno al prezzo del gas per far fronte alla crisi dell’energia. Allo stesso tempo, il presidente del Partito liberaldemocratico (Fdp) ha ribadito la ferma volontà di ripristinare nel 2023 il “freno al debito” per contrastare la corsa dell’inflazione. Vincolo di bilancio previsto dalla Costituzione tedesca, tale strumento è stato sospeso nel 2020 per finanziare la risposta del governo federale alla crisi del coronavirus. Su tetto al prezzo del gas e “freno al debito”, ha affermato Lindner, sono già in corso consultazioni all’interno dell’esecutivo tedesco.

Il presidente della Fdp ha aggiunto di avere “un’idea molto precisa” degli strumenti con cui far fronte alla crisi, ma intende discuterne all’interno del governo federale. Secondo il ministro delle Finanze tedesco tutte le possibilità devono essere sfruttate per far fronte alla crisi dell’energia, “dall’espansione delle capacità come il nucleare allo stoccaggio del gas già in corso, alle misure europee in discussione, ad esempio l’acquisto congiunto di gas da parte del Ue, nonché interventi mirati da parte dello Stato tedesco”.

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