Con lo smart working nei palazzi di Bruxelles sono aumentati i costi
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Europa Mar 13 settembre 2022

Lo smart working nei palazzi di Bruxelles ha aumentato i costi invece che i risparmi

Lo smart working nei palazzi di Bruxelles ha aumentato i costi che il risparmio. L’esperienza Covid presenta un bilancio in chiaroscuro Lo smart working nei palazzi di Bruxelles ha aumentato i costi invece che i risparmi
Carmine Gazzani
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Carmine Gazzani

Gli effetti dello smart working a Bruxelles

L’obiettivo, sul lungo periodo, è fare in modo che telelavoro e digitalizzazione possano far risparmiare decine di milioni di euro al bilancio Ue. Al momento, però, l’esperienza Covid presenta un bilancio in chiaroscuro, secondo la Corte dei conti Ue. In altre parole, se è vero che il personale è stato meno presente nei palazzi e dunque si è risparmiato su viaggi e trasferimenti, è altrettanto vero che a schizzare sono state le spese informatiche, ma anche quelle per la manutenzione degli edifici. «Le istituzioni dell’Ue hanno avviato un’analisi degli insegnamenti appresi dalla risposta fornita alla crisi della Covid-19 e hanno iniziato a individuare le possibili innovazioni da mantenere nel mondo post-crisi», annotano i magistrati contabili.

Questo perché, ad esempio, «l’estensione delle modalità di lavoro a distanza potrebbe comportare notevoli risparmi, in particolare per quanto riguarda le spese di viaggio e, potenzialmente, le spese per uffici». Il problema, però, è che tali opportunità «non sono state ancora individuate con chiarezza». Si naviga a vista, dunque. Anche perché, come detto, non in tutti i casi le spese sono diminuite. Partiamo dai viaggi. Secondo la Corte, il Covid ha comportato riduzioni importanti nel biennio 2019-2020: 5,6 milioni per il Consiglio (che raccoglie tutti i presidenti dei Paesi membri), 1,2 milioni per la Corte di giustizia, 130,8 per il Parlamento, 78,9 per la Commissione, per un totale di 216,5 milioni.

Le spese per la tecnologia

Di contro, però, ad aumentare sono state le spese per «tecnologie dell’informazione» a causa proprio «degli investimenti supplementari a sostegno del telelavoro». Il dato è significativo: il Consiglio Ue ha speso, nel biennio preso in esame, 99,2 milioni di euro in più del previsto; la Corte di giustizia 57,6 milioni; il Parlamento 382,6 milioni; la Commissione 451,4 milioni. Totale: 990,8 milioni di euro di spesa aggiuntiva non prevista in bilancio. Una montagna di soldi che lascia trasparire come l’Ue fosse impreparata allo smart-working. E consegna un saldo negativo dell’impatto del Covid sugli euro-bilanci.

Ma non è finita qui. Ci sono, ancora, gli edifici. Scrive la Corte: «Per alcune voci (sicurezza, servizi di pubblica utilità) le spese sono state inferiori perché i locali erano prevalentemente vuoti, ma sono state più elevate per altre voci (pulizia) a causa dei protocolli Covid-19». Al di là delle dichiarazioni, sono i numeri a parlare per tutti: se il Consiglio con il virus ha ridotto in due anni le spese per le gestione degli edifici di 112,9 milioni, in tutti gli altri casi gli esborsi sono aumentati, e di tanto: 153,4 per la Corte di giustizia, 538,5 per il Parlamento, 955,7 per la Commissione. A conti fatti, l’impatto del Covid ha determinato un aumento di spesa per gli edifici pari a 1,534 miliardi di euro.

Il tele lavoro

Proprio per questa ragione i tecnici europei stanno ragionando su come poter ridurre le spese sfruttando soprattutto tele-lavoro e digitalizzazione. È necessario un cambio di strategia immobiliare visti gli esborsi in due anni: missione non facile. Anche perché nel frattempo il Parlamento ha acquistato un nuovo edificio, che fino a quel momento affittava, per 74,9 milioni di euro. Il risparmio maggiore potrebbe garantirlo la Commissione. Non a caso la strategia immobiliare 2022-2030 dell’istituto presieduto da Ursula von der Leyen, scrivono i magistrati, «prevede una riduzione del 25% dello spazio per uffici occupato entro il 2030 e un taglio di un terzo delle spese». Un impegno che per ora è solo teorico. La Corte fa un esempio su tutti: per gli uffici della Commissione a Lussemburgo al momento «non è stata ancora decisa alcuna riduzione significativa dello spazio». Quel che è certo è che molti progetti immobiliari saranno rivisti. Si spera solo che troppe varianti non modifichino al rialzo i costi previsti. Ancora una volta.

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