Il governo studia una nuova misura per il rientro dei capitali
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GovernoPrimo piano Gio 17 novembre 2022

Il governo studia una nuova misura per il rientro dei capitali

Il governo avrebbe allo studio un provvedimento per il rientro dei capitali dall’estero. Una nuova “voluntary disclosure”. Il governo studia una nuova misura per il rientro dei capitali
Gianluca Paolucci
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Gianluca Paolucci

Ha lavorato per Reuters e La Stampa occupandosi di finanza, crac bancari, criminalità finanziaria e corruzione. Dal 2022 è caporedattore di Verità & Affari e scrive per La Verità e Panorama.

La nuova misura sul rientro dei capitali

Il governo avrebbe allo studio un provvedimento per il rientro dei capitali dall’estero. Una nuova “voluntary disclosure”, ovvero la possibilità di regolarizzare capitali detenuti all’estero e non dichiarati al fisco italiano. Lo riporta il Corriere della Sera, secondo il quale la misura allo studio sarebbe simile a quella varata dal governo Renzi nel 2014. In quel caso, ricorda il Corriere, si trattò in larga parte di redditi da patrimoni tenuti all’estero a volte per decenni. La “voluntary disclosure” non prevederebbe sconti sulle imposte, ma metterebbe i dichiaranti al riparo da conseguenze penali o sanzioni sarebbe probabilmente allettante, ipotizza la testata, per chi ha accumulato capitali in nero all’estero negli ultimi anni.

Le nuove entrate sul 2023

Di certo il piatto forte delle nuove entrate sul 2023 – ricorda ancora il Corriere – sono gli interventi che Maurizio Leo, viceministro dell’Economia, sta studiando con la Ragioneria Generale dello Stato. L’esecutivo punta alla cancellazione delle cartelle esattoriali: l’intento è azzerare quelle fino al 2015 con importo sotto i mille euro. Per le cartelle comprese tra mille e tremila euro c’è l’ipotesi di pagare ai contribuenti solo la metà di quanto dovuto in origine, con interessi al 5%. I tecnici della Ragioneria stanno studiando l’opzione.

Su indicazione di Leo si valuta anche una misura che consenta ai contribuenti di sanare la propria posizione con un piano rateale e senza sanzioni, se negli ultimi tre anni hanno presentato la dichiarazione dei redditi ma non hanno versato il dovuto. Al momento sembra invece difficile introdurre la cosiddetta la «flat tax incrementale» sui redditi in più dei lavoratori dipendenti. Allo studio c’è la possibilità di ridurre le aliquote sui premi di produttività dei dipendenti, in particolare eliminando la progressività sui premi oltre tremila euro e di tassarli al 15%. Leo poi vorrebbe portare da quattro a tre aliquote (23%, 33% e 43%) il sistema Irpef.

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