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FamiglieIn evidenza Gio 15 dicembre 2022

Mutui, cosa succede dopo il rialzo dei tassi della Bce: ecco perché ora conviene il fisso e non il variabile

Cosa conviene fare dopo il nuovo rialzo dei tassi della Bce con i mutui? Meglio il tasso fisso, destinato a essere superato dal variabile Mutui, cosa succede dopo il rialzo dei tassi della Bce: ecco perché ora conviene il fisso e non il variabile Il peso del mutuo
Maddalena Camera
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Maddalena Camera

Mutui, dopo il rialzo dei tassi conviene il fisso

La Bce alza i tassi di interesse e le rate dei mutui non sono da meno. Il quarto (e ultimo) rialzo dell’anno di “soli” 50 punti base, grazie al calo dell’inflazione, altrimenti sarebbe stato di 75, ha fatto crescere l’Euribor a 3 mesi. Si tratta del tasso interbancario di riferimento europeo da cui dipendono i costi dei mutui variabili.

Quest’ultimo ha toccato il 2,08% superando l’Eurirs a 30 anni, il tasso di riferimento per i mutui fissi, fermo all’1,99%: una situazione che non si presentava dal 2008. Significa che il costo dei mutui a tasso variabile continuerà a salire, mentre quello dei mutui a tasso fisso sta già calando da un mese.

Fisso o variabile: cosa scegliere?

Nei primi quindici giorni di dicembre la differenza tra il costo medio dei mutui fissi (3,35%) e variabili (2,90%) si riduce molto rispetto ai 150 punti base di settembre. Se gli indici di riferimento continueranno a evolvere con i trend attuali e il mutuo a tasso variabile assorbirà questo ulteriore aumento di 50 punti base, è possibile che a gennaio i mutui a tasso fisso siano addirittura meno costosi dei variabili.

In questo caso, ovviamente, non avrebbe senso per un nuovo sottoscrittore scegliere il mutuo a tasso variabile (o variabile con cap, che è addirittura più costoso): converrà scegliere il tasso fisso e valutare la surroga quando scenderanno nuovamente i tassi.

A novembre, secondo l’osservatorio di Muituionline.it  sono comunque ancora il 42% i consumatori che puntano sul variabile o sul variabile con cap, in leggero calo rispetto al mese precedente in cui erano quasi il 49%, ma in netto aumento rispetto ai primi mesi dell’anno.

I vantaggi per i mutui dei giovani

Un’opportunità resta aperta per i giovani under 36, per chi desidera sottoscrivere un mutuo prima casa a dicembre, dato che è  stata riaperta la possibilità di accedere alla normativa agevolata. A luglio 2022, per un mutuo da 160 mila euro a 20 anni per un immobile di 200 mila euro il miglior Tan variabile a tassi agevolati era 0,70%, con rata mensile di 715 euro. Oggi il miglior mutuo giovani ha Tan 1,15% e rata 747 euro, pari ad un aumento mensile del 5%. Che vuol dire comunque pagare in 20 anni  7.700 euro in più.

La seconda offerta più vantaggiosa a tasso variabile ha un Tan del 2,60% e una rata mensile di 856 euro: senza comparare le offerte si spenderebbe il 20% in più rispetto a luglio. Mentre a tasso fisso la rata sarebbe di 870 euro al mese: il 2% in più rispetto alla seconda miglior offerta a tasso variabile.

Ma di quanto sono cresciuti i mutui variabili? Secondo una analisi di Facile.it su finanziamento a tasso variabile da 126mila euro in 25 anni sottoscritto a gennaio scorso la rata mensile è passata da 456 a 602 euro, ossia 150 euro in più rispetto all’inizio.  Nella prima parte del 2022 le rate sono cresciute solo di poco (+13 euro da gennaio a giugno) ma a partire da luglio gli indici dei mutui variabili hanno iniziato a salire in modo consistente.

Crescono le surroghe, calano gli importi medi richiesti

Si tratta nella maggior parte dei casi di sottoscrittori di mutui a tasso variabile che data la situazione di grande incertezza preferiscono mettersi subito al riparo dal continuo aumento dell’Euribor surrogando verso un tasso fisso. Un trend che dovrebbe proseguire anche nel primo trimestre del 2023.

In calo invece gli importi medi richiesti: da oltre 140 mila euro del primo trimestre a poco più d 133 mila nel trimestre corrente.

 

 

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