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FinanzaPrimo piano Ven 13 gennaio 2023

ePrice sospesa e poi riammessa in Borsa: più 40% per le speranze sul nuovo piano

Nel 2015 il  titolo ePrice venne collocato a 6,7 euro, oggi vale 0,015 euro. Bruciati 130 milioni di capitalizzazione ePrice sospesa e poi riammessa in Borsa: più 40% per le speranze sul nuovo piano
Maddalena Camera
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Maddalena Camera

ePrice sospesa in Borsa 

Giornata di passione per ePrice sospesa nelle contrattazioni da Borsa Italiana in attesa di comunicazioni arrivate nel pomeriggio. Rientrata in contrattazione è stata subito sospesa per eccesso di rialzo: in chiusura la crescita è stata pari a oltre il 40%. Nel primo pomeriggio infatti la società  ha comunicato di aver depositato ricorso per la richiesta di omologazione degli accordi di ristrutturazione dei debiti stipulati con alcuni creditori, unitamente al piano di ristrutturazione del debito della società e alla relazione dell’esperto che attesta la veridicità dei dati aziendali.  Non è più ovviamente la ePrice (ex Banzai) fondata dall’ex enfant prodige della new economy Paolo Ainio che voleva diventare campione dell’e-commerce in Italia.  Il sogno si è infranto  su 110 milioni di euro di debiti che ha costretto la società a portare i libri in tribunale. Nel 2015 il  titolo venne collocato in Borsa a 6,7 euro. Oggi vale 0,015 euro  il che vuol dire che ha bruciato 130 milioni di capitalizzazione. Nel 2015 la società chiuse con un rosso di 10 milioni su ricavi per 175.  Il rosso fisso nei bilanci non ha impedito ad Ainio e all’ex-ad Pietro Scott Jovane (già ad di Microsoft Italia e ricordato per una non certo brillante gestione di Rcs prima del passaggio a Cairo) di incassare bonus per 4 milioni di euro fino al 2019.

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Lo scorso luglio  il  ramo marketplace, che vendeva elettrodomestici, è stata ceduto al retailer Portobello mentre  la nuova ePrice sarà una società finanziaria che investirà in start up nei settori digital, green e mobile. ePrice aveva presentato al Tribunale di Milano ricorso per l’accesso a uno strumento di regolazione della crisi e dell’insolvenza “con riserva di deposito di documentazione” (presentata oggi).  Il termine concesso era stato inizialmente fissato per il 13 novembre, poi  prorogato al 13 gennaio. Per la definizione degli accordi sulla ristrutturazione, il Cda ha approvato un piano 2022-2025 che prevede una serie di interventi sotto il profilo industriale per il rilancio e la ristrutturazione dell’indebitamento (che è pari a 12,194 milioni, di cui 6,7 milioni riferibili a crediti vantati da banche o istituti finanziari)  per risolvere lo stato di crisi e investimenti pari a 8 milioni.  

L’accordo si basa su una proposta vincolante ricevuta da Negma Group (un fondo di Dubai), in cui la stessa forniva le linee guida del progetto di risanamento e confermava l’interesse a ripatrimonializzare la società per consentire il soddisfacimento delle obbligazioni correnti e future di ePrice e per finanziarla in modo che potesse investire in realtà italiane ed europee attive nel settore tech con la creazione di una piattaforma di investimenti quotata.  In pratica l’obiettivo dell’investitore di Dubai, azionista con il 7,1%, è trasformare la società in una investment company.

Le risorse necessarie per il risanamento sono erogate da Negma mediante un prestito obbligazionario convertibile (Poc)  sino alla concorrenza di 22 milioni di euro. Negma ha confermato l’impegno a sottoscrivere il Poc condizionato al rilascio da parte di Consob dell’autorizzazione alla pubblicazione del prospetto informativo di quotazione di nuove azioni della società  a servizio del Poc e che le azioni di ePrice rimangano quotate.

Tutto bene dunque? Non proprio dato che il piano prevede che le condizioni sospensive (omologa del Tribunale e approvazione del prospetto informativo) si avverino entro il 30 aprile e che i finanziamenti di Negma siano disponibili già dal primo maggio. Soddisfatti comunque gli investitori che, in una chat su Investing.com,  quando il titolo è stato sospeso temevano il peggio.

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