Ex Ilva, il 23 novembre assemblea per ricapitalizzare e sciopero dei sindacati
Incontro a Palazzo Chigi "disastroso" secondo le rappresentanze dei lavoratori. Serve una ricapitalizzazione da 320 milioniEx Ilva, assemblea il 23 novembre
“Disastroso”. Così è stato definito dai sindacati l’incontro a Palazzo Chigi di oggi, 9 novembre, sull’ex Ilva. Sindacati che hanno proclamato otto ore di sciopero in tutti gli stabilimenti per il prossimo 23 novembre. Per quel giorno è prevista un’assemblea di Acciaierie d’Italia Holding che dovrebbe, secondo le richieste dell’azienda, ricapitalizzare per 320 milioni di euro.
Il governo: lo stabilimento non chiuderà
“È andato malissimo anche rispetto alle aspettative che erano minime. Subordinano ogni decisione all’assemblea dei soci prevista per il 23 novembre”, dice il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella. “ArcelorMittal non può tenere in ostaggio il Paese”, dice il segretario generale della Fiom, Michele De Palma. Il segretario generale della Fim Cisl, Roberto Benaglia aggiunge che il governo promette comunque che “lo stabilimento non chiuderà”.
Servono 320 milioni di euro
“Oggi abbiamo continuato a chiedere la verità, ma purtroppo non l’abbiamo avuta e la situazione è diventata ancora più complicata. Ci hanno chiesto di aspettare l’assemblea dei soci il 23 novembre per verificare se ci sarà una ricapitalizzazione e se Mittal è disposto a mettere la sua percentuale del 62% sulle risorse che ha chiesto l’azienda, circa 320 milioni di euro. Risorse che chiede senza un piano industriale, senza garanzie”, spiega Palombella.
Incertezza fortissima
Per il segretario generale della Fim Cisl Benaglia, “a oggi l’incertezza è fortissima ed è grave che dopo il memorandum of understanding con ArcelorMittal che noi abbiamo appreso dai giornali, oggi il governo non ci abbia detto a che stato è e se esiste una trattativa e a che punto è. Si andrà il 23 a vedere nell’assemblea dei soci se i Mittal tirano fuori i soldi per ricapitalizzare lo stabilimento”.
Per Benaglia, “non si sa dove sta andando la trattativa con il socio privato per il rilancio”, servono 5 miliardi. Ma “sembra sbagliato, inedito, ingiusto e insostenibile che lo stato metta 2 miliardi e 300 milioni e il socio privato – conclude – non ci metta nulla».