Governo, per Meloni nessuna manovra correttiva in vista
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AperturaGoverno Gio 04 gennaio 2024

Governo, per Meloni nessuna manovra correttiva in vista

La premier è ottimista sui conti pubblici. Le sfide? La riforma delle pensioni, l'equità fiscale e lo sviluppo del mercato dei capitali Governo, per Meloni nessuna manovra correttiva in vista GIORGIA MELONI PRESIDENTE DEL CONSIGLIO
Redazione Verità&Affari
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Redazione Verità&Affari

La premier Giorgia Meloni prende tempo sull’ipotesi di una manovra correttiva. Poi precisa: “valuteremo”. Detta in altri termini, ancora è presto. Ma l’opzione resta sul tavolo nel caso in cui sia necessario far quadrare i conti secondo i desiderata di Bruxelles. Nella conferenza stampa di fine anno, c’è spazio poi anche per altri temi di assoluto rilievo come pensioni e maggiore equità del sistema fiscale, oltre che sviluppo del mercato dei capitali.

C’è ottimismo per i conti pubblici

“Atteso che i paesi europei hanno fatto previsioni che sono state aggiornate in corsa per la situazione in cui ci troviamo e che sono contenta per il fatto che l’Italia abbia per la prima volta dopo diversi anni una crescita stimata, anche dalla Commissione europea, superiore alla media europea e atteso che il nuovo Patto di Stabilità parta dal 2025 e non dal 2024 mi pare molto presto per parlare di manovra correttiva”.

Secondo la premier c’è necessità di manterere “aperto il nostro osservatorio, ci sono questioni come i tassi di interesse che vanno valutate e viste e in corsa si valuterà che cosa fare in base a quello che accadrà. Dobbiamo però guardare più le luci che le ombre e vediamo dalla nostra economia, pur con tutte le difficoltà, qualche segnale incoraggiante: la Borsa ha fatto la migliore performance del mondo, siamo stati i primi; lo spread, anche qui siamo partiti da 220 punti base quando ci siamo insediati ed è ora stabilmente sotto i 160 punti; ed anche i record in campo occupazionale. Ci sono quindi segnali che incoraggiano a fare anche meglio e dobbiamo gioire ogni tanto delle cose che vanno anche bene”. 

Per il futuro attenzione sulle pensioni

“Il tema delle pensioni va affrontato in maniera più organica di quanto fatto finora, anche da noi” e va “affrontato anche con le parti sociali se hanno voglia di fare questo lavoro con noi. Io sono fiera del lavoro fatto in manovra sulle pensioni dei giovani“. Secondo Meloni non si può “scaricare su chi non si può difendere” e bisogna colmare “il gap” esistente “di garanzie. Abbiamo iniziato a mettere qualche paletto”.  Tuttavia, ha precisato “la sostenibilità del sistema pensionistico va costruita con equilibrio:il sistema migliore possibile ma uguale per tutti”.

Un sistema fiscale più competitivo

Il concetto “più assumi, meno paghi” è un segnale di attenzione verso il mondo produttivo. Nella legge di bilancio, come ha spiegato la premier, “abbiamo dato segnali importanti in materia di tassazione sul mercato del lavoro: uno dei principi introdotti con la manovra di bilancio, quello del ‘più assumi meno paghì è un segnale importante di attenzione al mondo produttivo ma anche in rapporto al lavoro che produce sul territorio”. Inoltre, “da una parte bisogna combattere i paradisi fiscali a livello europeo e dall’altra continuare a rendere il nostro sistema fiscale più competitivo”.

Focus mercato dei capitali

La premier ha poi precisato che il Ddl capitali è stato un tassello voluto dal governo per aumentare l’attrattività del mercato italiano. In particolare, la modifica alle norme sulla compilazione delle liste dei consiglieri di amministrazione, serve a “limitare il meccanismo attraverso il quale, in alcuni casi, si perpetuano all’infinito i cda, a prescindere dai soci“. 

Ha poi spiegato che “al mercato una previsione che rafforza il peso degli azionisti piace”. Pertanto, si tratta di “una norma che avvicina gli investimenti” al mercato. Non è corretta la lettura secondo cui con le norme previste dal Ddl Capitali “si rischia di rendere ingovernabili e allontanare gli investimenti: anzi, questa norma di fatto limita il meccanismo attraverso cui in alcuni casi si perpetuano all’infinito i cda a prescindere ai soci”. Si tratta quindi di “una norma che consente di avvicinare gli investimenti rispetto a qualcosa che non ha sempre funzionato perfettamente in passato”. 

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