Case Green Ue al fotofinish ma l'efficienza energetica costerà fino a 55mila euro
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ImmobiliareIn evidenza Lun 19 febbraio 2024

Case Green Ue al fotofinish ma l'efficienza energetica costerà fino a 55mila euro

Previste diverse eccezioni tanto che alla fine sarà veramente complicato stabilire quali saranno gli immobili obbligati a fare l'efficientamento energetico Case Green Ue al fotofinish ma l'efficienza energetica costerà fino a 55mila euro Milano - Skyline, paesaggio con case, palazzi e grattacieli
Maddalena Camera
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Maddalena Camera

La direttiva Casa Green dell’Ue, ossia la Energy Performance of Building Directive (EPBD) sarà approvata nel suo testo definitivo durante una sessione plenaria del Parlamento Europeo programmata per il 14 marzo e successivamente sarà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale. La direttiva, modificata più volte,  mira a ridurre le emissioni nocive dell’Unione Europea e a raggiungere l’obiettivo di emissioni zero entro il 2050 attraverso la riqualificazione del patrimonio edilizio europeo e il miglioramento dell’efficienza energetica.

Il testo è stato via via cambiato, in maniera meno restrittiva, per quanto concerne gli obblighi per i proprietari di immobili dopo  lunghe trattative tra il Parlamento europeo e il trilogo delle istituzioni comunitarie. Ogni Paese dovrà dunque decidere come assicurare la riqualificazione delle abitazioni meno efficienti, quelle in classe G e F che in Italia dovrebbero essere circa 5 milioni di edifici.  Naturalmente la ristrutturazione costa. Alcune stime, riportate da Il Sole 24Ore elaborate da Scenari Immobiliari, parlano di spese tra i 20 a 55 mila euro per immobile.

Previste molte eccezioni tra cui le seconde case 

Ci sono però parecchie  eccezioni tanto che alla fine sarà veramente complicato stabilire quali saranno gli immobili obbligati a fare l’efficientamento energetico.  Escluse sono infatti le seconde case, cioè edifici residenziali utilizzati meno di quattro mesi all’anno o con un consumo energetico inferiore al 25% rispetto a quello che si avrebbe con un utilizzo durante tutto l’anno. Ci sono poi edifici sottoposti a tutela per particolare pregio storico e architettonico, edifici temporanei, come stabilimenti balneari, uffici di cantiere, oppure situati in zone vincolate e protette, immobili autonomi con superficie inferiore a 50 metri quadrati, edifici di edilizia residenziale pubblica. 

Inoltre, è prevista un’ulteriore eccezione per motivi di fattibilità tecnica ed economica, ma questa potrà applicarsi al massimo al 22% degli edifici di ciascun Paese europeo e dovrà essere richiesta esplicitamente dal Paese interessato alla Commissione europea. Insomma le eccezzioni sono molte e dunque il vero motivo che porterà i proprietari, che possono permetterselo, ad affrontare spese di efficientamento energetico sarà legato alla perdita di valore dell’immobile non ristrutturato che già oggi si registra sul mercato immobiliare.

I Paesi membri dell’Ue potranno comunque scegliere gli edifici da riqualificare 

In ogni caso la norma Ue prescrive che la  riduzione dei consumi energetici preventivata, pari al  55% degli stessi, dovrà essere ottenuta attraverso la riqualificazione degli immobili con le prestazioni energetiche peggiori. Entro il 2030, le ristrutturazioni dovranno coinvolgere il 15% degli immobili non residenziali e, entro il 2033, il 26% degli edifici di classe energetica peggiore.

La nuova disciplina assegna maggiore autonomia ai Paesi membri, che potranno scegliere gli edifici da riqualificare, stabilire le misure da adottare e decidere eventuali esenzioni. Secondo il nuovo testo, l’efficienza energetica degli edifici non sarà più valutata tramite la certificazione energetica, bensì attraverso obiettivi medi che varieranno a seconda del Paese. Questi obiettivi medi saranno definiti in base al patrimonio edilizio, al sistema nazionale di classificazione energetica e alle strategie di ristrutturazione adottate da ciascun Paese.

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