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AperturaImprese Dom 09 luglio 2023

Marzocco, così la macchina del caffè è diventata un oggetto di culto

La Marzocco è il sinonimo di macchina per caffè di alta gamma. Un'eccellenza che da Firenze ha conquistato Stati Uniti, Australia e Cina. Marzocco, così la macchina del caffè è diventata un oggetto di culto
Emanuele Bonora
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Emanuele Bonora

Giornalista de La Verità, esperto di nuovi media. Responsabile dell'edizione online del quotidiano e delle strategie digitali.

Marzocco, la macchina del caffè come oggetto di culto

Fino a qualche anno Starbucks usava solo le loro macchine per servire i suoi caffè e cappuccini in tutto il mondo. In America è considerato da sempre un marchio di culto, al pari degli oggetti di design e della moda italiana. Tanto che non sono pochi gli attori di Hollywood e le star dell’Nba ad averne una in casa per i momenti di relax. La Marzocco è ormai il sinonimo di macchina per caffè di alta gamma. Un’eccellenza che da Firenze ha conquistato Stati Uniti, Australia e Cina. Puntando tutto sull’innovazione e su un’intuizione. Quella degli specialty coffee, ovvero i caffè monorigine, le varietà che arriva da una particolare zona di produzione, abbinati alle loro macchine. 

La Marzocco intuisce il cambiamento prima dei concorrenti, nel 2002. Allora era poco più che un’officina meccanica, che fatturava 3,4 milioni con le sue macchine del caffè. Vent’anni dopo il fatturato è arrivato a 270 milioni, le filiali nel mondo sono 12 e l’ebitda viaggia intorno ai 65 milioni. “Siamo riusciti ad inserirci in un canale che poi ha avuto uno sviluppo notevole – confessa il ceo Guido Bernardinelli -. Abbiamo subito notato che quel terreno era ancora non battuto dalle aziende produttrici di macchine e per cui saremmo potuti esserne pionieri”.

Il premio

Lo scorso anno la Marzocco si è aggiudicata il secondo posto come Best Workplaces for Blue Collar 2022, premiata “per la cura e l’attenzione al benessere delle proprie persone e per il costante lavoro rivolto alla creazione di un forte senso di comunità interno e spirito di squadra”. A Scarperia, in provincia di Firenze, dove ha sede, il paese dell’autodromo del Mugello, ha creato la prima smart factory, facendo suo quel concetto di artigiano 4.0 alla base dell’innovazione tecnologica. Attraverso un sistema di supporto digitale ogni operatore qui può mappare i processi per ottimizzare le attività del ciclo produttivo.

Ma la scelta che forse più di tutte sta premiando la crescita di quest’impresa è essere diventati uno degli ambasciatori della cultura del caffè nel mondo. Creando, sempre a Scarperia, l’Accademia del Caffè espresso. Una sorta di crocevia di conoscenza e competenze sull’industria dell’oro nero. Dove la macchina diventa solo parte dell’esperienze e dove si progetta il futuro dell’azienda.

Il futuro

Futuro che passa anche dai nuovi prodotti, tra cui gli accessori e i macinacaffè. E con uno sguardo alla sostenibilità ad iniziare dalle piantagioni. Come con il progetto Songwa Estates, nella parte sudoccidentale della Tanzania: agli ettari coltivati a caffè corrispondono altrettanti terreni lasciati a foresta, ruscelli e arbusti per dare alla piantagione equilibrio ecologico. E la comunità locale viene supportata con un approccio etico alla produzione. Un modo per unire la qualità della macchina alle produzioni d’eccellenza. “Il nostro obiettivo per i prossimi anni ora –  aggiunge Bernardinelli – è mantenere la cultura aziendale che abbiamo creato attraverso la crescita, continuando a creare valore e rinforzando la nostra squadra di lavoro”.

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