Addio Sua Emittenza Berlusconi, da Edilnord a Mediaset
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In evidenzaPersonaggi Lun 12 giugno 2023

Addio Silvio Berlusconi, dalla Edilnord a Mediaset. Sua Emittenza, un pezzo di storia del Paese

Dall'immobiliare di Milano 2 ai successi del Milan passando per Mediaset e Mondadori. Le amicizie politiche e gli intrighi di casa Berlusconi Addio Silvio Berlusconi, dalla Edilnord a Mediaset. Sua Emittenza, un pezzo di storia del Paese SILVIO BERLUSCONI
Nino Sunseri
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Nino Sunseri

Giornalista economico finanziario da oltre 50 anni, ha cominciato nel 1974 al Giornale di Sicilia. Ha lavorato rivestendo ruoli di caposervizio e inviato per il Corriere della Sera, La Repubblica e Libero.

Berlusconi, l’enfant prodige che faceva copiare i compiti ai compagni dietro compensi

Silvio Berlusconi nasce nel 1936 in via Volturno a Milano a pochi passi dalla sede del Pci. Quasi un segno del destino visto che tutta la sua carriera politica ha avuto l’anticomunismo come insostituibile scelta di campo. Il padre Luigi era funzionario di banca che finì la carriera in Banca Rasini. La madre Rosa, cui Silvio resterà sempre molto legato, era una casalinga.

Nel 1943 arriverà Maria Antonietta, Etta per tutti, scomparsa nel 2009. La formazione di Silvio nelle scuole cattoliche, prima liceo classico ed in seguito facoltà di giurisprudenza. Già durante i primi anni di studio mostra una elevata capacità commerciale e, come lui stesso amava ricordare, faceva copiare i compiti ai compagni dietro piccoli compensi.

Il suo futuro imprenditoriale è contenuto nella tesi di laurea

Il contratto di pubblicità per inserzione per la quale riceve anche un premio di due milioni di lire che all’inizio degli anni ’60 erano
un bel tesoretto. Parte in questi anni la scalata che lo porterà a diventare uno degli uomini più ricchi del mondo. I primi passi da imprenditore sono nel mattone con la nascita, nel 1962 di Edilnord. Introduce un modello immobiliare innovativo per l’Italia: è la città nella città, chiamata Milano 2.

Sorge a Segrate, nell’hinterland, su terreni che Silvio aveva comprato nel 1968. Con i primi interventi che abbattono il monopolio Rai nasce “Telemilano”. Inizialmente è una emittente con vocazione “condominale” in quanto servizio aggiuntivo per i clienti di Milano 2. L’esperimento incontra un successo crescente.

Nasce Fininvest da cui poi deriverà Mediaset come polo televisivo autonomo. La raccolta pubblicitaria è affidata a Publitalia. A fianco Programma Italia rete di promotori finanziari, inizialmente impiegata per sostenere il gruppo che sarà la base su cui Ennio Doris costruirà Banca Mediolanum.

Ad Arcore il quartier generale, simbolo del suo potere

Nel 1974 Berlusconi acquista la villa di Arcore in Brianza, diventata negli anni il simbolo del suo potere ma anche l’incrocio di
tanti misteri e di grandi veleni. A cominciare dall’assunzione come stalliere del mafioso Vittorio Mangano. Arriva anche Marcello Dell’Utri: inizialmente come curatore dell’immensa biblioteca (diecimila volumi), poi diventato capo di Publitalia e infine condannato per concorso esterno in associazione mafiosa.

Ma non è il solo mistero legato a questo prestigioso immobile. A vendere la villa è Anna Maria Casati Stampa di Soncino. E’ figlia di Camillo Casati Stampa, uno dei protagonisti del jet set ma anche di un torbido fatto di sangue. Il conte muore suicida dopo aver ucciso la seconda moglie Anna Fallarino e l’amante Massimo Minorenti. La curiosità dell’opinione pubblica diventa prurigine con la scoperta di migliaia di foto intime.

Emerge che era lo stesso Camillo a spingere la moglie nelle braccia di altri uomini per poi fotografare i loro incontri. Travolta dallo scandalo Anna Maria si sposa e va a vivere in Brasile. Affida la procura all’avvocato Cesare Previti che era stato suo pro-tutore essendo Anna ancora minorenne quando il padre si uccide. La villa viene venduta per 500 milioni. Qualche anno dopo Berlusconi la utilizzerà come garanzia per un mutuo da 7,3 miliardi di lire. Cesare Previti nel frattempo è diventato uno dei consulenti più importanti di Fininvest fino a sfiorare la carica di ministro della giustizia nel primo governo Berlusconi.

Gli anni ’80 e il successo televisivo di Sua Emittenza

Con gli anni ’80 la tv diventa l’attività principale del gruppo. Berlusconi lancia Canale 5 e compra Italia 1 dagli eredi Rusconi e Rete 4, fino ad allora proprietà della Mondadori. Sono gli anni in cui il Cavaliere consolida la sua ricchezza e attacca il monopolio Rai. La reazione non si fa attendere. In mancanza di una legge che consentisse alle emittenti private di trasmettere a livello nazionale, viene bloccata la programmazione delle reti Fininvest.

Il divieto viene aggirato con un trucco: le trasmissioni vengono registrate a Milano e le videocassette inviate con i corrieri sui vari canali regionali che le mandano in onda in contemporanea. Lo scontro rapidamente scivola sul campo della politica: Dc e Pci che difendono il monopolio Rai mentre i socialisti appoggiano Berlusconi come cavaliere della nuova Italia che sta risorgendo dopo gli Anni di Piombo. Bettino Craxi, come presidente del consiglio fa approvare un decreto che chiude la partita a favore di
quello che ormai sta diventando Sua Emittenza.

Ancora diversificazione: 1986 compra il Milan, allora in crisi, avviando una fase di 31 anni segnata da 8 Scudetti, una Coppa Italia, 7 Supercoppe italiane, 5 Champions League, 2 Coppe intercontinentali, 5 Supercoppe Uefa e una Coppa del mondo per club.

Entra in Mondadori

Questo ultimo affare arriva al termine di durissimo braccio di ferro con la Cir di Carlo De Benedetti. La partita viene chiusa con lo spezzatino della casa editrice di Segrate che trasferisce all’Ingegnere la proprietà del gruppo Espresso-Repubblica. Alla base di questa transazione c’è il cosiddetto Lodo Mondadori che, al termine di una lunga battaglia giudiziaria viene riconosciuto come frutto di corruzione (protagonista Cesare Previti).

Nel 2013, circa vent’anni dopo i fatti, la Fininvest viene condannata a risarcire la holding di casa De Benedetti con 494 milioni. Ma tutto questo per il Berlusconi è ormai acqua passata. Con la nascita di Forza Italia è diventato un leader politico. L’unica carica che manteneva era quello di presidente del Monza che aveva preso, insieme al fidatissimo Galliani dopo aver venduto il Milan su pressione dei figli preoccupati dalle perdite del club rossonero che, secondo le stime ammontavano, mediamente, a circa 26 milioni a stagione. Ancora un successo visto che il Monza è arrivato in Serie A.

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