Piazza Affari piatta. Non bastano Tim ok e l'inflazione Uk ko
La Borsa di Milano chiude praticamente invariata nonostante la ripresa dei risiko sulle tlc e il calo dell'indice dei prezzi in Gran BretagnaLa conferma che la battaglia contro l’inflazione sta dando i suoi frutti arriva stavolta dal Regno Unito, ma questo non è bastato ad “accendere” le Borse europee che chiudono fiacche la seduta (con la sola eccezione di Londra, che guadagna oltre l’1%). Gli investitori continuano così a interrogarsi sulla fine della stretta monetaria, con le scommesse che ormai all’unisono vedono il 2024 come il momento in cui scatteranno i primi tagli ai tassi d’interesse. Ma è stato soprattutto il risiko delle tlc a imporsi sulla scena dei mercati finanziari: dopo la mossa di Iliad su Vodafone in Italia, infatti, alla vigilia si è registrato il ritorno dello Stato spagnolo nel capitale di Telefonica. Una mossa che ha confermato l’ormai imminente riassetto del settore a livello europeo. A beneficiarne a Piazza Affari è Tim (+5,8%) che corre guidando l’indice Ftse Mib (-0,01%), che invece non riesce a superare la parità. Acquisti anche su Inwit (+1,3%) e i petroliferi. In fondo deboli i bancari (la peggiore Bpm a -1,5%) che ormai vedono allontanarsi la prospettiva che i tassi record durino ancora a lungo.
Petrolio ancora in crescita
Sul valutario, l’euro sfiora quota 1,1 dollari e scambia con il biglietto verde a 1,0960 (da 1,0979 al closing precedente). Rimbalzo del prezzo del gas naturale, dopo il tonfo della vigilia, a 33,7 euro al megawattora (+3,5%) mentre le tensioni nel Mar Rosso continuano a spingere i prezzi del petrolio, nonostante le scorte Usa siano sopra le attese: il Brent febbraio è in lieve rialzo a 80,2 dollari al barile (+1,2%) e il Wti di pari scadenza viaggia a 74,8 dollari (+1,2 per cento). Lo spread cala ancora e scende a 163 punti.