Ecofin, nuovo round sulla revisione del patto di stabilità
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EconomiaIn evidenza Mer 08 novembre 2023

Ecofin, nuovo round sulla revisione del patto di stabilità

L'obiettivo della presidenza spagnola è di arrivare ad un testo che possa andare bene per tutti entro la fine dell'anno Ecofin, nuovo round sulla revisione del patto di stabilità CONSIGLIO ECONOMIA E FINANZA UE
Fiorina Capozzi
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Fiorina Capozzi

Giornalista di economia e finanza con esperienza internazionale e autrice di "Vincent Bolloré, il nuovo re dei media europei" (2015) e "Telecommedia a banda larga" (2020). Riconosciuta da Reporters without borders per il suo lavoro sui media europei.

Braccio di ferro sul Patto di Stabilità nella riunione Ecofin. Nell’incontro di giovedì 9 un nuovo confronto sul documento di lavoro preparato dalla presidenza spagnola.  L’idea è di raccogliere nel meeting le reazioni ad alcuni elementi del testo per elaborare quindi una bozza di testo legislativo.

I numeri esatti dei parametri per la riduzione media annua del debito e dell’extra margine sul deficit, rispetto al tetto del 3% del Pil saranno gli ultimi a venir negoziati. È quanto si apprende da un funzionario europeo alla vigilia della riunione. Al momento peraltro non è prevista alcune riunione straordinaria dell’Ecofin sulla riforma del Patto prima di quello già in agenda l’8 dicembre. 

Atteso nell’incontro un “aumento del consenso” sulla riforma del Patto

Non ci saranno bozze di accordo sul tavolo, perché “ci sono ancora elementi da definire”. Il punto è che però la presidenza spagnola non lavorerà “a testi legislativi” finché non ci sarà “un accordo generale”. L’obiettivo ora è definire un testo legislativo in bozza da mettere sul tavolo nell’Ecofin dell’8 dicembre (in precedenza l’obiettivo era avere la bozza sul tavolo per domani, 9 novembre), ma non è detto che il tentativo riesca: è possibile che occorra un Ecofin straordinario, da tenersi dopo l’8 dicembre.

Anche se le discussioni in ottobre sono state “produttive”, restano ancora dei divari da colmare tra le posizioni degli Stati membri e”«i numeri sono le ultime cose da finalizzare” come riferisce una fonte comunitaria. I punti sui quali le posizioni restano distanti sono da una parte come favorire gli investimenti per le priorità Ue (transizione verde e digitale, difesa, eccetera), dall’altra la gestione del debito.

L’Italia, ad esempio, ha chiesto lo scomputo parziale e temporaneo di alcune di queste voci ai fini del calcolo del deficit . Ma la Germania è contraria: per Berlino il debito, buono o cattivo, resta debito e il controllo deve essere rigoroso.  Sull’abbattimento del debito (e quindi la compressione del deficit) e il suo ritmo: l’Italia non è contraria. Tuttavia, avendo il secondo debito più elevato dell’Eurozona in rapporto al Pil, chiede che il consolidamento sia sostenibile per il sistema economico. Per diversi Paesi del Nord resta importante anche l’enforcement, cioè come si fanno rispettare le regole, che era notoriamente un punto debole del vecchio Patto.

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