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AperturaEuropa Mer 18 ottobre 2023

Patto di stabilità, ancora un nulla di fatto ma se ne riparla il 9 novembre

Continuano le discussioni per il nuovo Patto di stabilità su cui è possibile un accordo entro la fine dell'anno. Patto di stabilità, ancora un nulla di fatto ma se ne riparla il 9 novembre
Redazione Verità&Affari
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Redazione Verità&Affari

Sul nuovo Patto di stabilità ancora un nulla di fatto. Ma la presidenza spagnola della Ue afferma di essere avanzata molto nel lavoro tecnico e continua a credere nella possibilità di trovare un accordo entro la fine dell’anno. All’Ecofin di ieri non se ne è fatto nulla, ma per il prossimo Consiglio Ue Economia e Finanze del 9 novembre, invece, la ministra Nadia Calviño confida di “poter iniziare già la fase finale dei negoziati sulla base di un testo legislativo”.

Impegni del Pnrr fuori dal Patto

Intanto all’Ecofin di ieri i governi hanno messo giù le loro carte. “Gli investimenti e le spese legate alle priorità europee, inclusa la difesa, sono obiettivi politici strategici che le nostre regole fiscali non possono ignorare. Ciò è anche vero negli impegni assunti nei Piani di ripresa e resilienza: gli Stati membri devono essere messi nella posizione di poter realizzare le misure concordate” ha detto sulla riforma del Patto di stabilità Ue il ministro Giancarlo Giorgetti nel suo intervento in Lussemburgo.

Sostenibilità del debito

Il ministro delle Finanze francese Bruno Le Maire propone di concentrare il confronto sulla riforma del Patto di stabilità “su un solo elemento. La mia proposta è di concentrarsi sulla questione della sostenibilità del debito prendendo in considerazione la situazione dei differenti Stati membri” con l’idea “di ridurlo gradualmente”. In seguito “potremmo procedere e focalizzarci su altri argomenti come la riduzione del deficit”. Lo ha detto arrivando al consiglio Ecofin a Lussemburgo.

“Non dobbiamo ridurre le nostre ambizioni, abbiamo bisogno di nuove regole che corrispondano alla nuova situazione economica, finanziaria e di bilancio nata dal Covid“, ha affermato. “È un principio di realtà, è anche un principio di credibilità politica per l’Unione europea”. “Come metodo propongo di concentrarci su un indicatore, il debito, che è l’indicatore chiave per definire le nuove regole del Patto di stabilità e crescita” per “una riduzione, una riduzione credibile e progressiva. Il debito di tutti gli Stati membri deve essere ridotto gradualmente e in modo credibile”.

“Dobbiamo anche convenire che l’obiettivo non è avere il livello più basso possibile di debito pubblico”, ha sottolineato il ministro delle Finanze francese. Serve un debito “sostenibile”, cioè “compatibile con un livello di crescita e gli investimenti che tutti vedono assolutamente essenziali, investimenti per la transizione climatica e investimenti per la difesa e la sicurezza in un contesto internazionale particolarmente turbolento”.

La fiducia di Gentiloni

Sulla riforma del Patto di stabilità “spero che faremo progressi” e “sono fiducioso che con l’impegno di tutti i governi riusciremo a raggiungere un accordo entro la fine dell’anno” ha detto il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni arrivando al Consiglio Ecofin a Lussemburgo.

A novembre si deve approvare anche il Mes

Novembre sarà anche il mese in cui il Parlamento italiano riprenderà il dibattito sulla ratifica al nuovo trattato del Mes. Nel quartier generale del Meccanismo a Lussemburgo, così come tra gli altri 19 Stati dell’Eurozona, ci si attende un via libera, anche alla luce delle crescenti incertezze geopolitiche ed economiche.

Nelle istituzioni Ue – ma anche nel board del Mes – avanza la preoccupazione sulle ricadute della crisi in Medioriente, soprattutto se il conflitto dovesse allargarsi. Il timore è che i paesi arabi taglino le forniture che l’Ue è riuscita a ottenere liberandosi della dipendenza russa. E che i prezzi energetici tornino a salire trascinando di nuovo al rialzo le stime dell’inflazione e vanificando gli sforzi della politica monetaria della Bce.

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