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LavoroPrimo piano Sab 03 dicembre 2022

Altro che occupazione record: nel 2023 ci saranno 63 mila disoccupati in più

Le previsioni della Cgia: l'anno prossimo ci saranno 63 mila disoccupati in più. Il tasso di disoccupazione salirà all'8,4%. Altro che occupazione record: nel 2023 ci saranno 63 mila disoccupati in più
Alberto Mapelli
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Alberto Mapelli

Nel 2023 aumenteranno i disoccupati

Nel 2023 in Italia aumenterà la disoccupazione. Mentre si parla di numeri da record per l’anno in corso, gonfiati dalla fine della cassa integrazione, le stime per il prossimo anno piangono miseria. Rispetto al 2022 il numero dei disoccupati è destinato ad aumentare di almeno 63 mila unità a causa della probabile recessione e. Il tasso di disoccupazione è destinato a salire all’8,4%.

A dirlo è l’Ufficio studi della Cgia sulla base di una elaborazione dei dati Istat e delle previsioni Prometeia. Il numero complessivo dei senza lavoro, infatti, nel 2023 sfiorerà la quota di 2.118.000.

Penalizzato il centro-sud

In termini assoluti, le situazioni più critiche si verificheranno nel centro-sud: Napoli, Roma, Caserta, Latina, Frosinone, Bari, Messina, Catania e Siracusa saranno le province che registreranno gli incrementi maggiori. La regione più colpita sarà la Sicilia (+12.735), seguita dal Lazio (+12.665) e dalla Campania (+11.054). 

Il tasso di disoccupazione all’8,4% ci farebbe precipitare indietro di oltre 10 anni. Lo stesso livello era stato raggiunto nel 2011, anno che ha anticipato la crisi del debito sovrano del 2012-2013.

I settori più delicati

Non è facile predire in questo momento i settori che nel 2023 saranno maggiormente interessati dalle riduzioni lavorative. Alla Cgia pare comunque di capire che i comparti manifatturieri, specie quelli energivori e più legati alla domanda interna, potrebbero subire dei contraccolpi occupazionali. Più al sicuro invece le imprese più attive nei mercati globali tra cui quelle che operano nella metalmeccanica, nei macchinari, nell’alimentare-bevande e nell’alta moda saranno meno esposte.

Stando al sentiment di esperti e imprenditori, altre difficoltà interesseranno i trasporti, la filiera automobilistica e l’edilizia. Su quest’ultima grava soprattutto la modifica legislativa relativa al Superbonus e potrebbe registrare le perdite di posti di lavoro più significative. 

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