Borsa di Milano, chiusura di oggi 2 maggio e l'analisi della giornata
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In evidenzaMercati Mar 02 maggio 2023

La Borsa di Milano chiude in rosso. Precipitano le banche Male il petrolio

La Borsa di Milano ha chiuso in netto calo, dopo una prima parte della mattina positiva, in linea con gli altri listini europei. La Borsa di Milano chiude in rosso. Precipitano le banche Male il petrolio
Redazione Verità&Affari
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Redazione Verità&Affari

Come tradizione maggio parte male

“Vendi a maggio e fuggi”. Se serviva una prova del noto detto della finanza questa è arrivata inequivocabilmente oggi, primo giorno di contrattazioni del mese. La Borsa di Milano ha chiuso in netto calo (-1,65%), dopo una prima parte della mattina positiva, in linea con gli altri listini europei. Sui mercati ha pesato soprattutto l’aumento inatteso dei tassi arrivato dall’Australia, proprio nella settimana in cui anche la Federal Reserve (domani) e la Banca centrale europea (giovedì) decideranno il da farsi.

Poi, certo, è rimasto centrale il tema banche. Hanno chiuso in negativo nonostante  JPMorgan abbia deciso di acquisire First Republic Bank, che nel primo trimestre aveva subito una fuga di capitali da circa 100 miliardi di dollari con conseguente crollo del titolo.

L’andamento di Wall Street

Seduta debole anche per Wall Street. In giornata è stato diffuso il dato sul numero delle offerte di lavoro negli Stati Uniti, che è sceso a 9,59 milioni nell’ultimo giorno lavorativo di marzo 2023, in calo dai 9,97 milioni del mese precedente e inferiore ai 9,77 milioni attesi dagli analisti.

Al rallentatore l’industria Usa

E sono aumentati meno delle attese gli ordini all’industria americana. Secondo il Department of Commerce del Bureau of the Census, nel mese di marzo 2023 gli ordini hanno evidenziato una variazione positiva dello 0,9% dopo il -1,1% registrato nel mese precedente (rivisto da un preliminare di -0,7%) e contro il +1,1% stimato dal consensus. Al netto del settore dei trasporti, gli ordini sono scesi dello 0,7% dal -0,7% precedente, mentre al netto del settore difesa sono aumentati dell’1% (-1% nel mese precedente).

Capitombolo del petrolio

A far precipitare gli indici, già zavorrati da Wall Street, è il tonfo del petrolio oltre il 4% a causa dei dubbi sulla tenuta della domanda mondiale di energia (a partire da quella di Pechino). E sullo sfondo si moltiplicano i segnali di rallentamento dell’economia europea, con il peggioramento degli indici Pmi manifatturieri e la risalita dell’inflazione annua nell’area euro: +7% ad aprile.

A Piazza Affari  si sono moltiplicate le vendite soprattutto sui petroliferi, da Saipem (-7,3%) a Tenaris (-5,4%) passando per Eni (-4,2%). Perdono quota tutti i titoli principali tranne Campari (+2,7%) dopo la trimestrale e il gruppo St (+1,5%) sulla scorta delle indicazioni positive dei concorrenti. Si salva anche Prysmian (+0,9%). I bancari, protagonisti in positivo per buona parte della seduta, cadono sul finale con UniCredit (-1,8% alla vigilia dei conti), Mps (-2,2%) e Intesa Sp (-2,4%).

Scende il prezzo del gas. Sale lo spread

Sul valutario, l’euro cale a 1,0985 dollari (da 1,1041 venerdì in chiusura). Perde ancora quota il gas sui 37,6 euro al MWh (-3%) assieme al tracollo dei future sul greggio: il Wti di giugno scambia a 72,4 dollari al barile (-4,3%) e il Brent di luglio a 75,9 dollari (-4,2 per cento). Lo spread chiude in rialzo a 190 punti, rispetto ai 188 dell’apertura. Il rendimento dei titoli italiani scende invece al 4,168%

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