Btp, la sconfitta dei corvi del rating
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AperturaMercati Gio 27 aprile 2023

Btp, la sconfitta dei corvi del rating

Dopo le bacchettate di S&P e Moody’s, oltre al giudizio negativo di Goldman, i Btp vanno a ruba. Il mercato resta positivo sull'Italia Btp, la sconfitta dei corvi del rating Titoli di Stato
Nino Sunseri
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Nino Sunseri

Giornalista economico finanziario da oltre 50 anni, ha cominciato nel 1974 al Giornale di Sicilia. Ha lavorato rivestendo ruoli di caposervizio e inviato per il Corriere della Sera, La Repubblica e Libero.

Btp la sconfitta dei corvi del rating

Il doppio avvertimento arrivato negli ultimi giorni da S&P e Moody’s ha segnalato che per il debito pubblico italiano le prossime settimane potrebbero essere delicate. Gli analisti di Goldman Sachs  si sono spinti ancora più avanti invitando i clienti a vendere Btp e comprare Bonos spagnoli. Un concerto di corvi che a molti ha ricordato la terribile estate del 2011.

Per il momento, però,  chi teme (o spera) in una riproposizione di quel lontano copione può stare tranquillo.  Lo spread viaggia intorno a 189 punti e non mostra segni di nervosismo.  Tutt’altro.  Il 25 settembre, giorno delle elezioni che hanno segnato la vittoria del centro.destra, stava a 240 punti.

Dall’offerta di Btp di oggi sono arrivati segni di cautela ma non certo di allarme

L’emissione aveva un alto valore segnaletico. La prima volta dopo il coro di pessimismo di banche d’affari e agenzie di rating.  L’operazione si è dimostrata un successo. Nessuna crisi di fiducia visto che la domanda ha superato largamente le disponibilità  I tassi sono saliti ma non deve stupire. Il costo del debito è in aumento in tutto il mondo dopo la vigorosa stretta imposta dalle banche centrali.

In dettaglio, sono stati assegnati Btp a 10 anni, per 5 miliardi (oltre 6,6 miliardi la richiesta) con rendimento lordo in rialzo di 29 punti al 4,42%. Il Tesoro ha poi assegnato Btp a 5 anni per 2,5 miliardi, a fronte di una richiesta di quasi 4 miliardi. Rendimento in rialzo di 18 punti base al 3,77%. Inoltre, sono stati assegnati CcTeu a 7 anni per 1,5 miliardi (2,6 mld la richiesta) con rendimento lordo in rialzo di 148 punti base al 4,45%.

La situazione è sotto controllo

Non vede segnali di pericolo Antonio Cesarano, chief global strategist di Intermonte che parla di fattori di rischio temporanei. A questi livelli di rendimento consiglia di acquistare Btp scommettendo sul fatto che il taglio dei tassi porterà buoni guadagni in conto capitale.
Certo gli esami non finiscono mai. 

Il primo momento critico, per il BTP, arriverà martedì con la pubblicazione dei dati di aprile sull’inflazione nella zona euro. Se la corsa dei prezzi non dovesse mostrare un chiaro segnale di rallentamento, i falchi che in questo momento guidano la BCE, potrebbero ottenere non soltanto un altro rialzo di cinquanta punti base dei tassi, ma anche l’azzeramento, del programma di riacquisto dei bond della linea ordinaria Asset Purchase Programme (APP).

Questo vuol dire che già a luglio, quando scadono oltre ventisei miliardi di euro di obbligazioni in pancia alla banca centrale, ci sarà un primo forte drenaggio di liquidità. Christine Lagarde, in caso di inflazione ancora molto alta, avrebbe poche ragioni per opporsi ad uno stop al reinvestimento a partire da giugno. Al contrario, se l’inflazione core dovesse allontanarsi in modo deciso dal +5,7% di marzo, le colombe potrebbero ottenere di andare avanti con i quindici miliardi di euro di reinvestimento dell’APP.

Per il BTP, un altro snodo critico è a fine giugno

Sarà in quel momendo che scadrà l’ultima tranche dei prestiti a condizioni ultra-agevolate TLTRO. Sono 477 miliardi che vanno restituiti a Francoforte. L’argomento riguarda all’apparenza le banche, ma come si è visto con Silicon Valley Bank e Credit Suisse, la liquidità e la liquidabilità sono temi esistenziali. Un minimo segnale di stress, come quello manifestato due giorni fa dal Banco Santander, mette in allarme i mercati e si scarica sulle aree più fragili della periferia dei titoli di debito.

Oltre alla finanza, c’è poi la politica

Con il confronto tra Roma e Bruxelles sulle risorse del PNRR ancora lontano dal compromesso che porterà all’erogazione della rata di giugno. A dire il vero, l’Unione Europea è ancora ferma con i pagamenti ad agosto del 2022, mancano quindi due tranche. Il governo ha detto che entro  aprile presenterà la documentazione, ma nel frattempo sono emerse le difficoltà nel portare a termine i piani di investimento già avviati e nel programmare la spesa futura. “Le agenzie stanno per il momento segnalando che in caso di risorse del PNRR più basse, limeranno le stime sulla crescita del Pil e rivedranno le previsioni sulla discesa dei parametri sul debito”, aggiunge Cesarano.

Per ultimo, c’è il dibattito al Congresso degli Stati Uniti della legge sull’innalzamento debito. I repubblicani hanno avanzato richieste che la Casa Bianca ha già detto di voler respingere con il suo veto, per cui, a meno di miracoli diplomatici del presidente della Camera, il repubblicano Kevin McCarthy, si andrà per le lunghe.

Per i mercati finanziari, l’impasse si traduce sempre in una corsa ai beni rifugio. Lo si vede già anche in Europa, dove lo spread tra il tasso swap ed il Bund a due anni (Schatz), il primo indicatore di carenza di titoli di stato di alta qualità è tornato a salire.

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