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ApprofondimentiMercati Gio 15 giugno 2023

Mercati perplessi: l'inflazione scende poco e le banche centrali sono confuse

Dopo la decisione della Fed e in attesa della Bce i mercati6 sono perplessi: l'inflazione scende poco e le banche centrali confuse Mercati perplessi: l'inflazione scende poco e le banche centrali sono confuse
Nino Sunseri
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Nino Sunseri

Giornalista economico finanziario da oltre 50 anni, ha cominciato nel 1974 al Giornale di Sicilia. Ha lavorato rivestendo ruoli di caposervizio e inviato per il Corriere della Sera, La Repubblica e Libero.

Mercati perplessi: l’inflazione scende poco e le banche centrali sono confuse

I mercati reagiscono in modo contrastato alle mosse della Fed e della Banca centrale cinese, in attesa della riunione della Bce. I listini asiatici salgono dopo che oggi la People’s Bank ha tagliato i tassi. A Wall Street invece i future sono deboli e l’Europa sta frenando sulla scia di una Fed più aggressiva del previsto. La banca centrale a stelle e strisce ha fermato i tassi al 5-5,25%, dopo 10 aumenti consecutivi, ma ha anche segnalato l’intenzione di rialzarli almeno due volte quest’anno, se l’inflazione non mostrerà sostanziali rallentamenti.

Adesso la palla passa alla Bce

E oggi la palla passa alla Bce, la quale dovrebbe rialzare i tassi di un quarto di punto portandoli dal 3,75% al 4% che significa il top da 22 anni. Altrettanto a luglio. “La fine della campagna restrittiva della Fed sembra ormai in vista, ma non è ancora arrivata”. commenta il Wall Street Journal. Questa situazione di incertezza rende gli investitori nervosi, come dimostra l’andamento dei mercati.

“Molti si aspettavano che la Fed si sarebbe fermata questo mese e non avrebbe più alzato i tassi – commenta Sam Stovall, chief Investment Strategist di Cfra Research – Tuttavia, sembra che i membri del Fomc siano diventati ancora più aggressivi dall’ultima riunione, e penso che questo abbia colto di sorpresa gli investitori”. Il 63% dei trader ora ritiene che la banca centrale alzera’ i tassi di interesse a luglio, contro il 60% di prima della riunione Fed. E questo non è piaciuto ai mercati.

La Fed in stato confusionale

Insomma, serve questo stop&go sui tassi, anche se, come spiega Michael de Pass, analist di Citadel Securities, la situazione è piuttosto “imbarazzante” e “difficile” da comunicare. “Stanno dicendo – spiega – che non ci sono stati abbastanza progressi sull’inflazione, ma anche che stanno facendo una pausa”. E Powell aggiunge che ci sono stati pochi progressi nel ridurre l’inflazione core. Solo nel 2025 il costo della vita, secondo le ultime proiezioni della banca centrale statunitense, si attesterà al 2,1%, a un soffio dal target della Fed.

Il Vecchio continente è in recessione tecnica

Oggi la palla passa alla Bce, la quale in questa fase è piu’ ‘falco’ della Fed. L’inflazione europea a maggio è un po’ migliorata ma quella ‘core’ resta troppo alta. Christine Lagarde non manca di rimarcarlo ogni volta che può. Tuttavia è anche vero che l’economia dell’Eurozona è peggiorata. L’area euro nel primo trimestre è entrata in recessione tecnica e anche la Germania nel primo trimestre di quest’anno è entrata ufficialmente in recessione. “Questo significa che oggi molto probabilmente due rialzi dei tassi, a giugno e luglio ci saranno –  dice Vincenzo Bova, senior analist di Mps Capital services – Resta da capire cosa farà la Bce a settembre. E, se durante l’estate l’inflazione dovesse restare elevata, anche a settembre probabilmente dovrà rialzare”.

Dice Debach di eToro : “Sarà particolarmente interessante osservare le proiezioni e l’atteggiamento adottato, soprattutto considerando che sette economie dell’area dell’euro si sono contratte all’inizio del 2023 (Irlanda, Olanda, Germania, Grecia, Lituania ed Estonia), tra cui alcuni dei Paesi considerati più rigidi nella gestione economica. Si prevede che la Bce mantenga una comunicazione cauta, evitando di fornire indicazioni precise e basandosi sui dati disponibili.

In aggiunta alle riduzioni del bilancio e al rientro di 477 miliardi di euro entro il 28 di questo mese, che rappresenterà il più grande calo giornaliero delle dimensioni del bilancio della Bce, c’è anche l’aumento dei tassi d’interesse.” Questi fattori -c4 onclude Debach- , combinati con il mancato robusto supporto di crescita dalla Cina, metteranno alla prova i titoli value europei, che dovranno cercare di rimanere resistenti”.

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