La moda cresce a doppia cifra in Italia, ma la Francia ci batte
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Moda Ven 04 novembre 2022

La moda cresce a doppia cifra, ma la Francia batte l’Italia per dimensioni

La fotografia scattata dall’Area Studi Mediobanca nel report sul “Sistema Moda Mondo” che analizza i dati delle 78 maggiori multinazionali. La moda cresce a doppia cifra, ma la Francia batte l’Italia per dimensioni Miuccia Prada Patrizio Bertelli
Mikol Belluzzi
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Mikol Belluzzi

L’analisi sulla moda di Mediobanca

L’Italia è il Paese più rappresentato a livello numerico nella classifica delle maggiori multinazionali della moda, ma se guardiamo ai ricavi, è la Francia a non avere rivali grazie al dominio di Lvmh che si piazza al primo posto tra i colossi mondiali della moda e del lusso. È questa la fotografia scattata dall’Area Studi Mediobanca nel report sul “Sistema Moda Mondo” che analizza i dati delle 78 maggiori multinazionali della moda con ricavi superiori a un miliardo di euro. Di queste, 35 hanno sede in Europa, 29 in Nord America, 12 in Asia e due in Africa.

Andamento positivo

Positivo l’andamento del settore che nei primi sei mesi del 2022 ha fatto segnare per i maggiori player mondiali della moda un incremento del giro d’affari del 15%. Il mercato europeo ha spinto di più (+24%) insieme con quello americano (+19%, trainato dagli Stati Uniti), mentre l’Asia è stata penalizzata dalle restrizioni legate al Covid-19 (+3%).

E, nonostante l’attuale scenario macroeconomico, per l’intero 2022 le aspettative restano positive: i primi dati, rilasciati in questi giorni, indicano una crescita media del fatturato del 18% (+15% a cambi costanti) nei primi nove mesi 2022. Le multinazionali della moda, infatti, sono supportate da fondamentali solidi e stanno incrementando i propri listini (+6% in media previsto nel 2022) in risposta ai rialzi dei costi produttivi (materie prime, mano d’opera e logistica) nonché alle pressioni valutarie.

I 9 big italiani

Dall’analisi di Mediobanca emerge anche che nel 2021 le 78 maggiori multinazionali della moda hanno fatturato complessivamente 497 miliardi di euro – il 26% più del 2020, superando dell’8,5% i livelli pre-pandemici -, di cui il 57% generato dai player europei e il 33% dai nordamericani. Fra i 35 gruppi europei, l’Italia con i suoi nove big è il paese più rappresentato a livello numerico, ma è la Francia, con una quota del 40% del fatturato aggregato, ad aggiudicarsi il primato per giro d’affari davanti a Germania (12%) e Regno Unito (11%), con l’Italia al 6%.

Al primo posto per ricavi tra i colossi mondiali si conferma Lvmh con 64,2 miliardi di euro di fatturato. Seguono Nike (41,2 miliardi), la spagnola Inditex (27,7) che controlla Zara, la tedesca Adidas (21,2), EssilorLuxottica (19,8), la svedese H&M (19,4) e il gruppo svizzero Richemont (19,1). Prima tra gli italiani Prada con 3,4 miliardi di euro di ricavi, al 33esimo posto in classifica, seguita da Calzedonia Holding (in 46esima posizione), Moncler (52esima) e Giorgio Armani (54esima).

Farfetch al vertice

Per quanto riguarda l’incremento dei ricavi nel 2021, rispetto ai livelli pre-pandemia, al primo posta svetta la
britannica Farfetch (+90,5%) davanti alla statunitense Crocs (+87,9%). Farftech, fondata nel 2007, è anche la società più giovane, seguita dalle connazionali Boohoo (2006) e Asos (2000) e dalla stessa Crocs (1999).
Anche la redditività nel 2021 ha superato i livelli pre Covid, con l’Ebit margin aggregato al 15,8% dal 9,1% del 2020 e al 13,1% del 2019. Ai vertici per profittabilità troviamo Hermès che si conferma al primo posto con un Ebit margin al 40,1%, davanti a Chanel (35,3%) e Lvmh (31,7% al netto della divisione “selective retailing”). Seguono Crocs (29,6%), Kering (28,4%) e Moncler (28,3%), prima italiana in classifica.

In rialzo, ma ancora al di sotto dei livelli del 2019, gli investimenti: +20,6% sul 2020 e -5,9% sul 2019. Solo i gruppi asiatici hanno investito con intensità superiore (+22,7% sul 2019), mentre i player europei si fermano al -6% e quelli nordamericani arretrano tre volte tanto (-22,6%). Infine, un segnale inequivocabile dell’eccellenza del made in Italy: mediamente oltre un quarto dei fornitori dei gruppi europei della moda ha sede in Italia, con picchi di oltre l’80% nella fascia alta del mercato.

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