L'Ingegnere ha perso il tocco, buco nella cassaforte di De Benedetti
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In evidenzaPersonaggi Gio 08 dicembre 2022

L'Ingegnere ha perso il tocco, buco nel bilancio della cassaforte di De Benedetti

L’Ingegnere ha perso il tocco? Lo si può pensare leggendo i numeri della Romed, la cassaforte con cui Carlo De Benedetti opera. L'Ingegnere ha perso il tocco, buco nel bilancio della cassaforte di De Benedetti Carlo De Benedetti
Egidio Miazzion
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Egidio Miazzion

Il bilancio della cassaforte del trading di De Benedetti

L’Ingegnere ha perso il tocco del grande finanziere? Lo si può pensare leggendo i numeri del bilancio 2021 della torinese Romed, la cassaforte con cui Carlo De Benedetti opera nel trading di azioni, obbligazioni e valute e che effettua anche alcuni investimenti societari. L’esercizio, da poco depositato, s’è infatti chiuso con una perdita di 31,4 milioni di euro rispetto all’utile di 21 milioni del precedente esercizio. Il passivo, rinviato a nuovo dall’assemblea degli azionisti, rappresenta però il peggiore risultato di Romed nell’ultimo decennio, segnato da bilanci in rosso solo nel 2018 e nell’anno successivo (rispettivamente per 25,7 e 11,1 milioni) mentre tutti gli altri bilanci sono stati chiuso in utile, con il record dei 93,4 milioni di profitto toccati nel 2014.

La perdita della Romed

Da dove arriva la perdita di Romed, che pure ha un patrimonio di 114 milioni e un attivo di 245 milioni? I “proventi da partecipazioni” sono sì aumentati anno su anno da 14,3 a 47,3 milioni rappresentati perlopiù dai guadagni derivanti dalla negoziazione di titoli in portafoglio, ma poi il conto economico è stato appesantito da proventi finanziari calati da 58,5 a 32,7 milioni, da oneri finanziari balzati da 33,6 a quasi 80 milioni e da perdite su cambi più che raddoppiate da 6,8 a 15,6 milioni. C’è da dire che De Benedetti continua a godere di ottimo credito bancario, perché i debiti di Romed verso banche sono saliti anno su anno da 94,2 a 101,8 milioni: la nota integrativa spiega trattarsi di “linee di credito a revoca”, senza scadenza, e garantite dal pegno su titoli azionari di proprietà per un controvalore di 97,2 milioni.

Nel portafoglio della cassaforte dell’Ingegnere figurano fra l’altro il 16% circa di Arum (a monte del gruppo agricolo Bf, ex Bonifiche Ferraresi), il 98% di Editoriale Domani (che pubblica l’omonimo quotidiano), il 5,4% di Betaglue Technologies, il 6,4% e il 10,9% dei veicoli di medtech Twh Eye e Twh Hypertension e lo 0,07% di Campus Bio Medico, struttura romana ospedaliera di eccellenza nata sotto il segno dell’Opus Dei. Qualche settimana fa il consiglio d’amministrazione di Romed presieduto da Luigi Nani ha revocato i poteri all’amministratore delegato Giovanni Pozzi, lasciando come unico ceo Luisa Graziani “in funzione della condivisa necessità – si legge nel verbale della riunione – di dotare la società di una struttura manageriale più snella, anche in un’ottica di riduzione dei costo”.

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