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Primo piano Ven 02 dicembre 2022

Rally di Borsa sul finale? BlueBay: cauto ottimismo. Bene il governo Meloni

Novembre positivo per le Borse. Italia inclusa con la Meloni che ha fatto la sua parte. Il rally proseguirà. E' l'analisi di BlueBay Rally di Borsa sul finale? BlueBay: cauto ottimismo. Bene il governo Meloni Il premier Giorgia Meloni
Fiorina Capozzi
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Fiorina Capozzi

Giornalista di economia e finanza con esperienza internazionale e autrice di "Vincent Bolloré, il nuovo re dei media europei" (2015) e "Telecommedia a banda larga" (2020). Riconosciuta da Reporters without borders per il suo lavoro sui media europei.

Gli investitori sperano nel regalo di Natale

Novembre positivo per tutti gli indici obbligazionari ed azionari. Merito delle aspettative per un cambio di rotta da parte della Federal Reserve, come spiega Mark Dowding, responsabile investimenti RBC BlueBay Asset Management, parte di RBC Global Asset Management, la divisione di asset management di Royal Bank of Canada. E così il rally potrebbe anche continuare fino a fine gennaio. A patto che non ci siano brutte sorprese dai dati macro statunitensi e che, in Europa, l’inflazione rientri. Quanto all’Italia, “anche a Roma il nuovo governo Meloni ha detto e fatto cose giuste per il momento. Tuttavia, i mesi a venire si preannunciano pieni di sfide, di conseguenza, riteniamo che l’inizio dell’anno potrebbe essere il momento di tornare a una posizione più difensiva sui BTP in offerta” spiega l’esperto.

I fattori di spinta per i listini

Oltre alle aspettative sulle prossime mosse della Fed, “i segnali di un allentamento dell’approccio della Cina alla politica zero-Covid hanno alimentato la speranza che la crescita globale non sia così debole nel prossimo anno, come molti temevano. Poiché gli investitori hanno adottato un atteggiamento relativamente cauto, il rally di fine anno è stato favorito dai dati tecnici sottostanti, con la chiusura degli short e la corsa ad aggiungere rischio in un mercato che rimane relativamente illiquido” ha spiegato Dowding. Risultato: gli indici di riferimento hanno registrato rendimenti assoluti del 4-6% nell’ultimo mese, sia per le obbligazioni sia per le azioni,.

La corsa proseguirà? Probabilmente, si. Dati macro permettendo.

Per l’esperto è possibile che il trend rialzista continui. A patto che i dati sul mercato statunitense siano positivi. E la Fed non sia troppo severa. Non a caso, l’attenzione degli investitori è tutta concentrata sui numeri del mercato del lavoro statunitense e dell’inflazione. “Avranno un’importanza sproporzionata, in vista della riunione del comitato ristretto della Fed di metà dicembre – precisa Dowding -. Negli ultimi due mesi, gli operatori di mercato sono stati apparentemente determinati a cercare una Federal Reserve più accomodante e questo ha portato a un sostanziale allentamento delle condizioni finanziarie”. Ma, come fattore di rischio, non si può escludere che la Fed preveda un picco dei tassi più alto rispetto a quello previsto alla riunione del FOMC di settembre. Ecco perché, secondo l’esperto, “il rally dei tassi può funzionare, ma solo se i dati delle prossime due settimane saranno molto soddisfacenti. In caso contrario, la bilancia delle probabilità fino alla fine dell’anno potrebbe pendere verso un aumento dei rendimenti, piuttosto che verso un loro abbassamento”.

In questo scenario, quali sono le scelte di investimento da fare? 

RBC BlueBay Asset Management ha deciso di posizionarsi al ribasso sui titoli a lunga durata statunitensi in seguito a un calo al 3,60% dei Treasury decennali. “Sulla base dello stesso ragionamento, abbiamo continuato a ridurre l’esposizione direzionale agli spread di credito, dato che il rally ha spinto gli indici a restringersi nelle ultime due settimane – aggiunge l’esperto -. I mercati del credito sono stati sostenuti da livelli relativamente bassi di emissioni nel mercato primario. Poiché gli investitori hanno cercato di far fruttare la liquidità, le obbligazioni in contanti hanno sovraperformato rispetto ai CDS e questa tendenza potrebbe continuare”.

Tuttavia, a livello macro, “gli indici potrebbero essere esposti in caso di inversione del sentiment di rischio – spiega -. Se l’inflazione dovesse dare segnali di rimanere elevata, le banche centrali dovranno mantenere un atteggiamento da falco più a lungo rispetto a quanto auspicato dagli operatori dei mercati finanziari. Inoltre, ci aspettiamo ancora una recessione negli Stati Uniti e in Europa nei prossimi mesi, poiché l’inasprimento delle politiche precedenti continua a pesare sull’attività economica”.

Lo scenario macro potrebbe limitare il rally sui listini europei

La situazione macroeconomica del Vecchio continente potrebbe poi limitare il rialzo dei mercati europei, soprattutto se l’inflazione dovesse rallentare meno rispetto agli Stati Uniti. Non solo. L’esperto osserva poi come lo scenario sia in continua evoluzione e “anche gli spread sovrani dell’Eurozona sono saliti nelle ultime settimane“, mentre. grazie ad un autunno mite, il dibattito politico all’interno dell’Eurozona si è attenuato nelle scorse settimane senza la necessitò di far scattare misure di razionamento dell’approvvigionamento energetico. “Il 2022 è stato un anno impegnativo e pieno di scosse e sorprese. In questo contesto, c’è la sensazione che ci possa essere ancora un colpo di coda prima di dire addio al 2022 e quindi sospettiamo che il rally di fine anno possa proseguire fino a gennaio senza interruzioni – conclude – Su questa base, vendere in una fase di forza e spostare il rischio a breve sulla durata e sul credito sembra offrire uno scambio nel rapporto rischio/rendimento più convincente che non decidere di investire seguendo l’azione dei prezzi e cercare di seguire il trend”.

 

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