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In evidenzaRisparmio Mar 16 maggio 2023

Risparmio gestito, Trabattoni: "Industria sta mostrando dinamismo e tenuta"

Per il numero uno di Assogestioni Carlo Trabattoni "l'industria del risparmio gestito sta mostrando dinamismo e tenuta" Risparmio gestito, Trabattoni: "Industria sta mostrando dinamismo e tenuta"
Redazione Verità&Affari
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Risparmio gestito, Trabattoni: “Industria sta mostrando dinamismo e tenuta”

(Teleborsa) – “A fine 2022, il patrimonio dell’industria ammontava a 2.212 miliardi di euro. In un anno straordinario, il settore del risparmio gestito ha dimostrato una complessiva tenuta, mettendo a segno una raccolta positiva per 14,8 miliardi di euro. Vorrei sottolineare il buon risultato dei fondi, con un saldo positivo per 8,5 miliardi. Sono dati significativi, in particolare se paragonati ad altri periodi di crisi, come il biennio 2007-2008 quando registrammo un’emorragia di quasi 200 miliardi o il 2011, quando la crisi del debito sovrano portò a 30 miliardi di deflussi”. Lo ha affermato Carlo Trabattoni, presidente di Assogestioni, durante la conferenza di apertura della tredicesima edizione del Salone del Risparmio, l’evento di riferimento nel settore dell’asset management.

“Guardando agli scorsi mesi non possiamo non notare le pressioni che arrivano da un contesto di mercato che tende a favorire gli strumenti amministrati rispetto alle gestioni – ha continuato – La corsa dell’inflazione ha ribaltato i paradigmi che hanno caratterizzato negli anni scorsi il credito, che giustamente è tornato ad essere appetibile per molti investitori. A questo riguardo, tuttavia, sottolineiamo come le tendenze nel medio periodo indichino già una possibile inversione del trend e la nostra industria sta mostrando dinamismo e tenuta anticipando queste criticità. Un segnale positivo arriva anche dai dati di raccolta relativi al primo trimestre che evidenziano la tenuta dei prodotti azionari, che hanno raccolto sottoscrizioni nette per circa 2,9 miliardi di euro”.

Investitori italiani più maturi

Secondo Trabattoni, “la prima considerazione che emerge da questi numeri riguarda la maggiore maturità degli investitori italiani, nel reagire in modo più consapevole a momenti di incertezza. In secondo luogo, l’evoluzione degli operatori di mercato che confermano la capacità nel fornire risposte e strumenti adeguati. Gli investitori italiani hanno saputo non cedere alle paure di breve, ma restare ancorati ad una prospettiva di lungo termine. Non dobbiamo infatti dimenticare i rischi che uno sguardo concentrato sulle preoccupazioni di breve termine può generare nella pianificazione di lungo periodo, poiché le opportunità spesso vivono di asimmetria di orizzonti”.

“E qui – ha aggiunto – una menzione particolare va al ruolo della consulenza e all’importanza delle realtà di distribuzione nel comprendere i vantaggi delle gestioni attive contro i rischi di volatilità dei mercati”.

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