Non parlare a Enrico Letta degli articoli di Tito Boeri
Le critiche non le ha mai sopportate, Enrico Letta, e la prova è stata fornita dalle liste dei candidati del “suo” Pd.La polemica con Enrico Letta
Le critiche non le ha mai sopportate, Enrico Letta, e la prova è stata fornita dalle liste dei candidati del “suo” Pd. Ma c’è un nome che il segretario del Partito democratico non vuole più sentire, ed è quello di Tito Boeri. Tra i suoi amici storici qualcuno ha ritagliato con cura il fondo pubblicato sul quotidiano “La Repubblica” firmato dall’economista “di area” insieme a Roberto Perotti, intitolato «Una tassa che non serve», dove l’oggetto del testo era la proposta lettiana di tassare le successioni.
Boeri e Perotti hanno scritto che «la sostanza della proposta del Pd si basa su una pessima idea», dileggiando l’obiettivo di destinare 10 mila euro ai giovani grazie al nuovo prelievo fiscale. Fornendo comunque argomenti inoppugnabili: «La maggior parte dei 18enni non ha gli strumenti per la gestione finanziaria: cosa succede se investono la dote in un fondo azionario e questo perde il 30 per cento?», e domandando «chi decide quali spese rientrano nelle fattispecie consentite? Chi controlla che queste condizioni vengano rispettate?», per arrivare così alla bocciatura definitiva, sentenziando che «i giovani hanno bisogno di misure concrete» e «non si sente certo il bisogno di proposte simboliche e demagogiche». Parole sante, che però hanno inserito nella “black list” lettiana Boeri. Che non diventerà mai ministro di un governo di sinistra, finché ci sarà Letta resterà alla guida del Pd.