Intelligenza artificiale, un settore tutt'altro che green
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ApprofondimentiTech Lun 27 novembre 2023

Intelligenza artificiale, tassi di crescita a due cifre per un settore tutt'altro che green

L'intelligenza artificiale cresce velocemente. Intanto solo dodici data center su 160 possono definirsi green Intelligenza artificiale, tassi di crescita a due cifre per un settore tutt'altro che green Intelligenza artificiale
Fiorina Capozzi
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Fiorina Capozzi

Giornalista di economia e finanza con esperienza internazionale e autrice di "Vincent Bolloré, il nuovo re dei media europei" (2015) e "Telecommedia a banda larga" (2020). Riconosciuta da Reporters without borders per il suo lavoro sui media europei.

Altro che green ed ecocompatibile. L’Intelligenza artificiale consuma acqua, suolo ed energia. E i data center, necessari al suo sviluppo, non sono ambientalmente sostenibili: secondo i dati diffusi dalla Ida (Italian datacenter association) solo 12 su 160 data center possono definirsi green. Certo, a partire dal 2020, sono stati fatti dei passi in avanti per migliorare la loro performance sotto il profilo ambientale. Tuttavia la strada è ancora lunga da percorrere, mentre la tecnologia e il suol fabbisogno energetico corrono veloci. 

“Non c’è nulla di verde nell’intelligenza artificiale. Ci sono i computer che consumato energia e quant’altro sia necessario” sottolinea la professoressa Daniela Tafani,  docente di Etica e politica dell’intelligenza artificiale e Storia della filosofia politica all’Università di Pisa. Dal suo punto di vista anche la versione green dell’Ai serve sostanzialmente a far accettare più facilmente l’introduzione e la diffusione delle nuove tecnologie che limitano la libertà dei cittadini e vanno a vantaggio delle grandi corporation.

Né ambiente né etica

Tafani ha infatti evidenziato come con la scusa dell’ “etica dell’intelligenza artificiale” si stiano consentendo una serie di violazioni di diritti costituzionalmente garantiti, come ha sottolineato nel suo intervento al convegno “Non è come sembra” organizzato dall’associazione di analisi economica a/simmetrie a Montesilvano (Pescara). “Sostenere un’etica dell’intelligenza artificiale serve solo a legittimare un modello di business – fondato sulla sorveglianza e sulla possibilità di esternalizzare impunemente i costi del lavoro, degli effetti ambientali e dei danni sociali- il cui nucleo consiste nella vendita, alle agenzie pubblicitarie, della promessa di un microtargeting fondato sulla profilazione algoritmica” ha precisato Tafani.

Dall’altro lato, i sostenitori dell’Ai evidenziano come le applicazioni porteranno ad una riduzione dei consumi di energia delle fabbriche, ad un calo nell’emissione della Co2 e ad una flessione degli sprechi con una maggiore efficienza complessiva delle aziende. Ma, in sintesi, al momento il bilancio fra il dare e l’avere sotto il proflilo dell’ambiente è tutto ancora da verificare. 

Intanto i numeri dell’Intelligenza artificiale sono in decisa ascesa

Secondo il Rapporto “Il Digitale in Italia 2023” di Anitec-Assinform (Confindustria Ict), il mercato italiano dell’IA ha raggiunto 435 milioni di euro nel 2022, con una crescita del 32% rispetto al 2021. Per il 2023, si prospetta un valore di 570 milioni di euro, con una crescita stimata del 31% sull’anno precedente.

Tra il 2020 e il 2023, il mercato ha più raddoppiato il suo valore, registrando un aumento del 128%. Nei prossimi anni, il mercato dell’IA è previsto proseguire su questa traiettoria di crescita, con un tasso di crescita annuo medio del 28,9% fino al 2026, raggiungendo un volume di 1,2 miliardi di euro.

Data center da rinnovare

Intanto, come riferisce il Sole24Ore, c’è da rinovare e sostituire un parco da oltre 6mila data center obsoleti. Solo a Milano ci sono allo studio progetti per circa 1,2 milioni di metri quadrati. L’obiettivo è rendere avere delle strutture più efficienti sotto il profilo ambientale. C’è però un problema come ha spiegato Alberto Caccia, direttore della divisione data center di Lombardini 22: “non sono i data center ad essere energivori, ma i dati stessi. Si può solo lavorare per aumentare l’efficienza e la sostenibilità con cui vengono trattati” ha raccontato al giornale di Confindustria.

Intanto, come spiega Cbre sulla base di dati dell’ Agcom, a fine 2022 in Italia il traffico giornaliero  è cresciuto di tre volte e mezzo rispetto al 2019. Di quila necessità di migliorarsi in vista dell’aumento esponenziale dell’economia dei dati. “Non esiste una soluzione precostituita. L’Italia è un Paese a scarsità d’acqua, quindi sembrerebbe sempre preferibile usare soluzioni di raffrescamento ad aria, eppure stiamo lavorando su un sito dove c’è molta disponibilità di acqua nel sottosuolo, che rende la soluzione interessante per il bilancio energetico complessivo”, ha spiegato Caccia al Sole.

Energia, suolo, acqua

La partita è quindi decisamente aperta. E per ora l’unica certezza è che, mentre a Bruxelles si parla di transizione green, la tecnologia è meno ecocompatibile di quello che si possa immaginare. E soprattutto consuma energia che il Paese acquista  caro prezzo. Un aspetto di cui il governo dovrà tener conto nella pianificazioone energetica nazionale di lungo periodo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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