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AperturaTech Mar 12 marzo 2024

Telegram ha 900 milioni di utenti, pensa alla Borsa

Il fondatore Pavel Durov al Financial Times: ricevute offerte per 30 miliardi, ma non vendo. In utile entro l'anno Telegram ha 900 milioni di utenti, pensa alla Borsa
Redazione Verità&Affari
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Telegram ha circa 900 milioni di utenti attivi, un numero raddoppiato in circa tre anni. Attualmente gli utenti della piattaforma di messagistica sono circa la metà di quelli del rivale WhatsApp. Lo ha spiegato in una intervista al Financial Times il fondatore di Telegram, Pavel Durov. Nell’intervista, la prima dal 2017, Durov prevede che la società, dopo l’apertura alle inserzioni pubblicitarie, raggiunga la redditività quest’anno o il prossimo e ipotizza anche lo sbarco in Borsa. Secondo le fonti interpellate dal Financial Times, l’ipotesi sarebbe quella di una quotazione a Wall Street.

L’ipotesi dello sbarco in Borsa

“In termini generali vediamo il valore di una quotazione in Borsa come un mezzo per democratizzare l’accesso al valore di Telegram – spiega l’imprenditore russo – il motivo principale per cui abbiamo iniziato a monetizzare (tramite inserzioni pubblicitarie e abbonamenti premium) perché volevamo restare indipendenti“. Secondo Durov, che ha fissato la sede della società a Dubai, “speriamo di diventare redditizi il prossimo anno, se non questo”. Il livello attuale di utenti attivi va messo al raffronto con i circa 500 milioni che si contavano su Telegram a inizio 2021.Il fondatore ha riferito di aver ricevuto offerte da 30 miliardi di dollari e oltre per Telegram, da parte di investitori di scala globale e fondi tecnologici. Ma esclude di venderla.

Via dalla Russia

Durov, cittadino russo, ha fondato Telegram nel 2013 con il fratello. In precedenza, nel 2007, aveva fondato VKontakte, il più popolare social network russo. Nel 2014, secondo quanto raccontato da lui stesso, ha lasciato la Russia dopo aver rifiutato di condividere con i servizi russi i dati di alcuni utenti ucraini del social network. In seguito avrebbe venduto le sue quote in Vk a alcuni oligarchi vicini al Cremlino per circa 300 milioni di dollari. 

 
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