Dal futuro della rete Tim al digitale, la relazione dell'Agcom
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Primo pianoTlc Mer 19 luglio 2023

Dal futuro della rete Tim al digitale, la relazione dell'Agcom sul futuro

L'AgCom ha concluso la presentazione della Relazione annuale dell'Authority sull'evoluzione della tecnologia e l'esplosione del digitale. Dal futuro della rete Tim al digitale, la relazione dell'Agcom sul futuro
Redazione Verità&Affari
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“La tecnologia corre estremamente veloce e la regolazione spesso le arranca faticosamente dietro. E tuttavia, soprattutto in Europa, la regolazione sta certamente cercando di accorciare le distanze”. Con queste considerazioni il presidente dell’AgCom Giacomo Lasorella ha concluso la presentazione della Relazione annuale dell’Authority, che è stata investita di nuovi compiti, per tenere il passo con l’evoluzione della tecnologia e l’esplosione del digitale e delle piattaforme Internet.

“Il Digital Services Act, che entra in vigore a febbraio 2024, costituirà la nuova sfida regolamentare, che ci troveremo ad affrontare nella seconda parte della consiliatura”, ha sottolineato Lasorella, ricordando che “è da tempo in corso l’interlocuzione con il Governo” per affidare all’AgCom il ruolo di coordinatore dei servizi digitali a livello nazionale.

I nuovi compiti

“Per AgCom i nuovi compiti saranno una sfida importante perché implicano la necessità di individuare efficaci meccanismi di coordinamento a livello nazionale e di raccordo a livello europeo”, ha spiegato il presidente dell’Authority, aggiungendo che “la chiave per affrontare la sfida del digitale è certamente nella cooperazione e nell’interazione di tutti i soggetti istituzionali ed in particolare di tutte le autorità competenti nei vari settori, coordinando gli sforzi in un’ottica di sistema”.

Dalla relazione annuale è emerso che il settore delle comunicazioni elettroniche ha registrato, nell’anno 2022, una ulteriore riduzione in termini di risorse complessive del 3,3% (-2,8 nel 2021) nell’ambito di un quadro macroeconomico in sostanziale ripresa. Il valore complessivo del settore si attesta oggi intorno ai 27 miliardi di euro, con una flessione, nel quinquennio 2018-2022 pari a -13,7% (-4,3 miliardi di euro). Tale flessione è stata causata principalmente dal calo delle risorse della rete mobile, il cui valore è sceso del 5,3% a 11,74 miliardi di euro, mentre i servizi di rete fissa hanno registrato un calo meno marcato dell’1,7% a 15,19 miliardi di euro.

La spesa per la rete

Le evidenze emerse per il 2022 confermano tendenze già in atto da diversi anni: la spesa complessiva degli utenti di servizi di rete fissa risulta progressivamente superiore a quanto osservato per i servizi su rete mobile e questo perché, alla forte pressione competitiva esercitata sui prezzi del mobile, corrisponde un aumento dei ricavi da rete fissa indotto dalla progressiva diffusione della banda ultra-larga.

Nel settore delle Tlc, l’azione del regolatore è stata fortemente condizionata dall’incertezza relativa alla possibile trasformazione (peraltro ancora in corso) degli assetti strutturali e proprietari dell’operatore dominante. In tale contesto l’Autorità ha comunque
proceduto, con deliberazione a maggioranza, alla definizione dei prezzi dei servizi di accesso alla rete fissa per gli anni 2022 e 2023, estendendo la validità della precedente analisi di mercato, ed ha proseguito nell’esame del progetto di coinvestimento di TIM in reti ad altissima capacità.

Gli investimenti in infrastrutture di rete si riducono del 7,3% passando da 7,49 a 6,95 miliardi di euro: nella rete fissa (-4,2%) gli investimenti dell’incumbent subiscono una contrazione significativa (-25,4%) laddove, per gli altri operatori si registra una crescita del 5,6%; la rete mobile conosce invece una maggiore flessione (-12,8%) con gli investimenti di TIM in calo del 21% a fronte di una riduzione del 9,6% osservabile per gli altri operatori.

L’andamento dei giornali

Quanto ai media, il consumo dei media tradizionali ha risentito della condizione macroeconomica dell’ultimo triennio, continuando a manifestare segnali di debolezza anche nel 2022. Da segnalare la riduzione dei ricavi derivanti sia dalla vendita di copie di quotidiani e periodici, sia dagli abbonamenti alla pay tv satellitare e digitale terrestre. In linea con i dati dello scorso anno risulta pertanto confermata la diminuzione dei ricavi riconducibili alla vendita dei prodotti offline, che ha comportato una perdita di 790 milioni di euro negli ultimi 5 anni. Anche gli investimenti in promozione e pubblicità subiscono nel 2022 una frenata del 4,1%. In controtendenza, i ricavi provenienti dalle risorse pubbliche aumentano del 4% complice la riscossione del canone Rai.

Per il settore televisivo, sotto il profilo tecnologico, l’ultimo anno è stato caratterizzato dalla conclusione delle attività finalizzate al rilascio della banda 700 MHz e dal passaggio allo standard di trasmissione digitale terrestre di seconda generazione, DVB-T2che si completerà nel 2023. L’esame degli indici di ascolto del 2022 conferma le tendenze dello scorso anno: l’aumento delle audience delle piattaforme online e la riduzione di quelle del digitale terrestre e satellitare. Diversamente dagli altri mezzi di comunicazione, la radio, sia in termini di ascolti, sia con riferimento alle risorse complessive allocate nel settore, sconta in misura minore le incertezze macroeconomiche e geopolitiche, ma non ha ancora recuperato i livelli pre-pandemia.

Il 2022 vede ulteriormente acuirsi la crisi, ormai strutturale, del settore dei quotidiani in Italia, dovuta in massima parte alla ridotta propensione degli italiani ad accedere all’informazione prodotta dai giornali a pagamento e alla minore propensione alla spesa degli inserzionisti. La riduzione della diffusione totale delle copie cartacee pari al 9,7% è stata solo parzialmente compensata dall’incremento delle vendite degli abbonamenti digitali individuali, che segnano un +4,2% rispetto all’anno precedente. Per quanto riguarda le quote di mercato, nel 2022 il gruppo GEDI – controllato da Exor dall’aprile del 2020 – rimane il primo operatore in termini di ricavi complessivi (24,4%) seguito dal gruppo Cairo Communication/RCS Mediagroup con il 22,4%.

I servizi digitali

Nel settore dei servizi digitali, è possibile apprezzare un’accresciuta rilevanza delle piattaforme. Considerando i ricavi da inserzioni pubblicitarie su tutti i mezzi di comunicazione nel periodo 2018-2022, le piattaforme hanno registrato un incremento della propria quota di 20 punti percentuali, raggiungendo un peso pari a quasi la metà delle risorse. Proprio il ruolo assunto dalle piattaforme, sul piano nazionale e su quello globale, impone una serie di riflessioni anche sotto il profilo del pluralismo informativo ed ha impegnato l’Agcom sotot il profilo del monitoraggio e dell’adozione di iniziative istituzionali capaci di accrescere la trasparenza del sistema dell’informazione online, per contrastare fenomeni quali la disinformazione, la polarizzazione, l’esposizione selettiva, l’insorgenza di echo chamber, e per assicurare una adeguata tutela ai minori che navigano in rete.

Nell’ultimo anno è proseguito il processo di trasformazione del mercato postale: la digitalizzazione del settore ha indotto, da un lato, un calo dei volumi di corrispondenza (lettere), a causa della sostituzione delle comunicazioni con modalità elettronica (e-substitution), dall’altro, grazie alla crescita del commercio elettronico ed all’affermazione di piattaforme digitali, c’è stata una esplosione delle spedizioni di pacchi. (Teleborsa) 

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