Tim, arrivata l'offerta: Kkr vuole anche Sparkle. Tutti i dettagli
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In evidenzaTlc Lun 16 ottobre 2023

Tim, arrivata l'offerta: Kkr vuole anche Sparkle. Titolo a picco dopo le parole di Giorgetti

Cifre precise nel comunicato di Tim non ce ne sono. Secondo indiscrezioni Kkr avrebbe offerto circa 23 miliardi, ossia più dei 20 promessi. Tim, arrivata l'offerta: Kkr vuole anche Sparkle. Titolo a picco dopo le parole di Giorgetti SEDE TIM TELECOM
Maddalena Camera
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Maddalena Camera

Come da copione a Tim è pervenuta l’offerta vincolante per la rete da parte del fondo Kkr, ossia Kohlberg Kravis Roberts. Per Sparkle, la rete internazionale di Tim, Kkr ha formulato una nuova offerta non vincolante, in attesa di procedere alla trasmissione di un’offerta vincolante entro 4/8 settimane, al termine delle attività di due diligence in corso, richiedendo un periodo di esclusiva fino al prossimo 20 dicembre. Sparkle, che vale circa 1 miliardo, dovrebbe però restare di proprietà esclusiva del governo che avrà anche una partecipazione, tramite il Mef e il fondo F2i intorno al 30% nella nuova società della rete, NetCo, che sarà costituita con Kkr.

L’offerta non è stata presa benissimo dai mercati finanziari. Già alle prime battute il titolo aveva cominciato a scendere in Borsa.  Il ko definitivo, (quasi -7%)  è arrivato dopo le parole del ministro dell’Economia e Finanze Giancarlo Giorgetti. “Se  l’offerta verrà respinta verranno prese in considerazione altre opzioni.  La proposta rispetta gli interessi dello Stato, le cifre sono state ampiamente dibattute, lo Stato non deve regalare niente a nessuno“. E dunque nemmeno a Vivendi. “La proposta è sul tavolo, il tema è complesso – ha aggiunto – La decisione spetterà al Cda di Tim  e all’assemblea, non entro in questi aspetti. Anche le fasi successive, se la proposta sarà accolta, saranno complesse. Ma il Governo su tutte queste vicende che si erano incancrenite si è mosso e ha fatto proposte. Vediamo l’esito finale”.

Possibilità di discutere i termini fino al 20 dicembre

L’offerta su NetCo scade l’8 novembre, ferma restando la possibilità di discutere i termini di ulteriori estensioni sino al prossimo 20 dicembre.“Non appena completata l’analisi, l’offerta vincolante verrà portata senza indugio all’esame del Consiglio di amministrazione”, recita il comunicato di Tim. Cifre precise nel comunicato, stringato, di Tim non ce ne sono. Secondo indiscrezioni Kkr avrebbe offerto circa 23 miliardi, ossia più dei 20 promessi.

Ma bisogna tenere conto che in questa offerta c’è anche Sparkle. Certo, l’iter per portare a termine lo scorporo è lungo e ricco di ostacoli. Il primo è Vivendi, sicuramente non soddisfatta dell’offerta. Il secondo l’Antitrust e il terzo la governance. Nei piani del Mef il governo dovrebbe avere notevole potere anche se l’azionista di maggioranza sarà Kkr.

La realizzazione della rete unica punto centrale dell’operazione 

Ma il punto centrale della vicenda è la possibile fusione tra NetCo e Open Fiber per la realizzazione della rete unica. A questo punto l’Antitrust italiano e europeo potrebbero imporre dei rimedi per la vendita di parte della nuova rete infrastrutturale unica, inficiando dunque i benefici dell’operazione, come del resto già accaduto al momento della fusione tra Wind e Tre  che ha portato all’arrivo di Iliad in Italia.

E infatti nel nostro paese si sono già affacciati parecchi provider di rete fissa (Sky, Virgin e ovviamente Fastweb) che avrebbero certamente la forza finanziaria per acquisire l’eventuale parte di rete che NetCo e Open Fiber sarebbero costrette a cedere causa fusione. Insomma, un futuro incerto che preoccupa i sindacati dato che ServiceCo, la società dei servizi che resterebbe a marchio Tim dopo lo scorporo, non può certamente reggere 20mila dipendenti, ossia la metà di quelli attuali.

L’analisi della proposta nel Cda previsto ai primi di novembre

Andando per gradi ora la prima valutazione toccherà al cda di Tim. I consiglieri avranno modo di analizzare la proposta di Kkr per poi decidere in una riunione, che dovrebbe essere convocata tra fine ottobre e inizio novembre. Da capire se, in caso di approvazione dell’offerta da parte Cda, si deciderà di proseguire senza assemblea, con la prospettiva di una battaglia legale con l’azionista di maggioranza relativa  Vivendi, che ha il 23,7% del capitale, o se convocarla come del resto già richiesto dai francesi.

Quanto ai tempi l’idea sarebbe quella di arrivare alla firma dell’accordo entro dicembre, per poi concludere l’operazione nella seconda metà del 2024.

 

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