Qualitalia, il progetto delle Dogane per "certificare" l'agroalimentare
Menu

QUOTIDIANO INDIPENDENTE - Fondato e diretto da MAURIZIO BELPIETRO

Home/ Vino & Cibo/Apertura
AperturaVino & Cibo Sab 29 aprile 2023

Qualitalia, il progetto delle Dogane per salvare l'agroalimentare

Qualitalia, il progetto delle Dogane per “certificare” l’agroalimentare Trenta miliardi. Tanto potrebbero recuperare le casse pubbliche dalla certificazione di qualità dell’Agenzia dei Monopoli. Il progetto è pronto da tempo, ma si è arenato al ministero del Tesoro prima della costituzione di Qualitalia, una controllata pubblica specializzata nel rilascio di un bollino... Qualitalia, il progetto delle Dogane per salvare l'agroalimentare VINITALY 2022
Fiorina Capozzi
di 
Fiorina Capozzi

Giornalista di economia e finanza con esperienza internazionale e autrice di "Vincent Bolloré, il nuovo re dei media europei" (2015) e "Telecommedia a banda larga" (2020). Riconosciuta da Reporters without borders per il suo lavoro sui media europei.

Qualitalia, il progetto delle Dogane per “certificare” l’agroalimentare

Trenta miliardi. Tanto potrebbero recuperare le casse pubbliche dalla certificazione di qualità dell’Agenzia dei Monopoli. Il progetto è pronto da tempo, ma si è arenato al ministero del Tesoro prima della costituzione di Qualitalia, una controllata pubblica specializzata nel rilascio di un bollino di qualità sotto il controllo dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli. Anche a dispetto del fatto che fosse già pronta la bozza di decreto per la nascita della società inhouse come immaginata dall’ex vice-direttore dell’Agenzia, Alessandro Canali, avvocato specializzato in diritto commerciale internazionale, durante la gestione dell’ex numero uno, Marcello Minenna. 

Obiettivo: certificare il Made in Italy

Ora con l’avanzata delle farine a base di insetti e la prospettiva di carni e pesce sintetico, sostenuti a Bruxelles, il progetto potrebbe tornare d’attualità. Tutto dipende da come il governo di Giorgia Meloni deciderà di difendere le produzioni Made in Italy, cui ogni anno l’Italian sounding ruba circa 80 miliardi di fatturato.

“Il progetto Qualitalia è nato con l’obiettivo di offrire un marchio di qualità tracciabile sui prodotti italiani. Prevede un’App con cui poi il consumatore finale può verificare la provenienza di quello che sta acquistando” spiega Canali. Una soluzione in stile blockchain che azzera alla radice la questione Italian sounding, cioè l’uso arbitrario del marchio Made in Italy su beni che non sono prodotti nel nostro Paese.

Il caso delle oltre sette tonnellate di pesto alla genovese sequestrati nel porto di Genova sulla scia di un controllo degli ispettori del Ministero della Salute può essere utile a comprendere la portata del problema. Prodotti dalla Rana Meal Solutions, azienda del gruppo Giovanni Rana con sede a Chicago, erano diretti al mercato francese e spagnolo. Ma per gli ispettori l’etichetta con il riferimento al basilico italiano non è compatibile con la provenienza del prodotto. Di qui il divieto all’ingresso sul mercato del pesto Kirkland.

Il progetto pilota

Per entrare nel vivo del piano, l’Agenzia aveva anche già avviato un progetto pilota. Protagonista il vino italiano che è molto apprezzato e quotato nel mondo. In particolare, il piano aveva coinvolto il Consorzio del Barolo per sperimentare la fattibilità e l’efficacia dell’etichetta Qualitalia sotto il controllo delle Dogane.

Lo step successivo era coinvolgere anche il Vermouth piemontese vittima della concorrenza di marchi di multinazionali che non hanno nulla di italiano. Progressivamente poi si prevedeva la sperimentazione su parmigiano reggiano. Con un obiettivo preciso: consentire un riposizionamento verso l’alto dei prezzi per tutta la produzione agroalimentare italiana. Il tema non è da poco visto che l’industria agroalimentare vale il 4% del pil. Ma supera il 10% se si considera l’intera filiera alimentare. Nel 2021 agricoltura, silvicoltura e pesca hanno realizzato un giro d’affari superiore ai 64 miliardi  con circa 35 miliardi in termini di valore aggiunto.

I contatti con Amazon e con l’ambasciata americana

Con questo piano d’azione l’Agenzia aveva anche contattato Amazon per sperimentare una soluzione di vendita online certificata dalle Dogane. Inoltre era stata avviata anche una discussione con l’ambasciata americana per sperimentare il marchio sull’export verso gli Stati Uniti. Poi però il piano si è fermato con l’uscita di scena di Canali che aveva delineato le linee guida di Qualitalia sulla scia dei contrasti con Minenna. Restano sul tavolo invece i problemi dei produttori italiani. E soprattutto il grande business dell’Italian sounding nelle produzioni alimentari che danneggiano in termini di fatturato e di immagine il nostro Paese. 

Condividi articolo