Stellantis, perché i lavoratori non hanno da festeggiare sul contratto
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Auto Mer 08 marzo 2023

Stellantis, perché i lavoratori hanno poco da festeggiare per il nuovo contratto

Il nuovo contratto Stellantis prevede aumenti salariali, valorizzazione del sistema di partecipazione nelle relazioni industriali e sindacali Stellantis, perché i lavoratori hanno poco da festeggiare per il nuovo contratto
Maurizio Cattaneo
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Maurizio Cattaneo

Il nuovo contratto di Stellantis

Dopo quattro mesi di trattative è arrivata la firma del contratto di lavoro per gli  86 mila addetti del gruppo Stellantis. Ma il “popolo Fiat”  deve solo sperare che l’inflazione si raffreddi. Gli aumenti concordati  prevedono infatti una paga base che avrà un incremento del 6,5% a partire dalla prossima busta paga di marzo e poi un ulteriore incremento del 4,5% da gennaio prossimo.

Considerando che l’inflazione reale (non la velina dell’Istat) viaggia attorno al 10% siamo di fronte ad aumenti di meno di  200 euro al mese  (4.200 euro nel biennio) che permettono  solo di far fronte alla stangata di bollette, spese, affitti e carrello della spesa. D’altra parte gli stessi sindacati ammettono che era questo l’obbiettivo massimo da raggiungere ed i  ritocchi alla busta paga sono in linea con quanto sta avvenendo nelle altre grandi case automobilistiche. E poi ci sono  bonus e dei premi legati  specificatamente al raggiungimento di taluni obbiettivi.

Una parte interessante del contratto è infatti  quello della meritocrazia, che supera ulteriormente la visione vetero sindacale del “soldi a tutti”. In questo senso è da apprezzare l’assunzione di  responsabilità da parte delle  organizzazioni sindacali (Fim-Cisl, Uilm-Uil, Fismic, Uglm e Aqcfr) che hanno siglato l’intesa. Un’altra occasione perduta invece per la Fiom-Cgil che, in una logica anni ’70, è rimasta arroccata alle proprie posizioni.

Cosa prevede il nuovo contratto  

Il nuovo contratto di lavoro prevede aumenti salariali, valorizzazione del sistema di partecipazione nelle relazioni industriali e sindacali e interventi significativi sul fronte della parte normativa i punti principali dell’accordo. Nel dettaglio, sul fronte economico, gli aumenti avranno una componente strutturale, una congiunturale e una variabile innovativa legata alla strategia di profit sharing annuale dell’azienda che l’anno scorso ha permesso di distribuire un ammontare record di 2 miliardi di euro ai dipendenti di tutto il mondo.

In particolare, come dicevamo, nei primi due anni di applicazione del contratto è previsto un intervento economico aziendale complessivo attorno all’11%, a cui si aggiungerà un aumento dell’istituto “indennità funzioni direttive” per i professional, l’erogazione di 400 euro una tantum in due tranches ad aprile e luglio e, per il 2023, di 200 euro in beni e servizi welfare che saranno disponibili per tutti i dipendenti attraverso la piattaforma dedicata. In sostanza, come detto, si arriva a poco più di 4mila euro nei due anni.

L’Osservatorio

Tra gli  aspetti più rilevanti del nuovo contratto, ci sono  la creazione di un Osservatorio nazionale delle politiche industriali e organizzative per monitorare la trasformazione aziendale dovuta alla transizione ecologica, il perfezionamento del sistema di partecipazione basato sulle commissioni, il miglioramento delle norme contrattuali sul lavoro agile con l’introduzione di un rimborso forfettario per l’acquisto da parte dei dipendenti di attrezzature necessarie al suo svolgimento da remoto in linea con il modello di organizzazione del lavoro degli uffici applicato in tutto il gruppo nel mondo.

Le reazioni di chi ha firmato

“Entrambe le parti hanno dimostrato un uguale impegno per raggiungere l’intesa nello spirito delle relazioni sindacali basate sulla partecipazione”, ha detto Giuseppe Manca, responsabile risorse umane per Stellantis Italia, sottolineando che  “l’accordo  rafforza, attraverso la partecipazione di tutti i propri dipendenti italiani, l’impegno a diventare un’azienda tecnologica di mobilità sostenibile, raggiungendo le zero emissioni nette da carbonio entro il 2038 e a supporto del piano strategico Dare Forward 2030”.

“Il risultato é particolarmente positivo e farà sicuramente da apripista per altri rinnovi contrattuali nazionali – spiegano dal canto loro il segretario generale Fim-Cisl Roberto Benaglia e il segretario nazionale Fim-Cisl Ferdinando Uliano  -. Con questo contratto a differenza di altri contratti, recuperiamo l’inflazione, anche quella generata dagli energetici importati e lo facciamo in 12 mesi, incrementando i minimi mensili del +11,3% a cui si devono aggiungere una-tantum e benefit che pesano per un ulteriore +1,5%. Sono stati aggiunti nuovi diritti sulla genitorialità e nuove tutele nei casi di violenza di genere con l’estensione del congedo retribuito da 3 a 6 mesi a carico dell’azienda.  Abbiamo saputo costruire nuove tutele in un contesto difficile, che rappresenta un esempio anche per gli altri rinnovi contrattuali”. Anche per  il segretario nazionale Ugl Metalmeccanici, Antonio Spera, si tratta di “un giusto incremento salariale, in risposta ai forti aumenti del costo della vita e in linea con i buoni andamenti aziendali”.

La Fiom Cgil  protesta

Simone Marinelli, coordinatore nazionale automotive per la Fiom-Cgil  spiega che le ragioni della mancata firma sono da ricercare nel fatto che   “non si sono colte le richieste di cambiamento da parte dei lavoratori”. La Fiom sottolinea che “mentre Stellantis concede dividendi straordinari agli azionisti, i lavoratori continuano a subire ammortizzatori sociali e il peggioramento delle condizioni di lavoro”.

“L’assenza di prospettive per la maggior parte degli stabilimenti e la diminuzione dell’occupazione attraverso le uscite incentivate contribuisco ad alimentare un clima di forte incertezza sul futuro – conclude Marinelli, – e questo é il prezzo della mancanza dei necessari investimenti e dei ritardi accumulati sull’innovazione e sulla realizzazione di nuovi modelli a cui si aggiungono la crisi del mercato e le politiche industriali assenti dei governi”.

 

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