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ApprofondimentiEconomia Mar 02 maggio 2023

L'inflazione ad aprile torna a correre in Italia (+8,3%) e in Europa (+7%)

Il carovita ad aprile torna a correre sia in Italia (+8,3%) che in Europa (+7%). Per una famiglia mille euro di spesa in più in un anno. L'inflazione ad aprile torna a correre in Italia (+8,3%) e in Europa (+7%) Imagoeconomica
Mikol Belluzzi
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Mikol Belluzzi

L’inflazione torna a correre in Italia 

Ad aprile l’indice nazionale dei prezzi al consumo registra un aumento dello 0,5% su base mensile e dell’8,3% su base annua, da +7,6% del mese precedente. Lo indicano i dati dell’Istat. L’accelerazione del tasso si deve soprattutto all’aumento su base tendenziale dei prezzi dei beni energetici non regolamentati (da +18,9% a +26,7%). L’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, resta stabile a +6,3%.

Rallenta la corsa del carrello della spesa: dal 12,6% al 12,1%

Rallenta, invece, il carrello della spesa, con i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona che mostrano un nuovo rallentamento in termini tendenziali, dal 12,6% al 12,1%, mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto accelerano la loro crescita, dal 7,6% all’8,2%.

Ad aprile si registra inoltre un aumento dei prezzi per l’indice Nic (prezzi al consumo per l’intera collettività) al lordo dei tabacchi dello 0,5% rispetto a marzo, dell’8,3% rispetto ad aprile 2022. Fino ad ora l’inflazione acquisita per il 2023 risulta pari al 5,4%, al 4,6% per la componente di fondo.

Il carovita corre anche in Europa

Ad aprile anche l‘inflazione nell’Eurozona è tornata a salire, toccando quota 7%, in lieve rialzo rispetto al 6,9% registrato a marzo. Lo riferisce Eurostat nella sua prima stima flash. Si tratta del primo rialzo dell’inflazione dopo la discesa iniziata nel novembre scorso dai livelli record toccati nel 2022.

Secondo i dati raccolti e diffusi dall’ufficio di statistica europeo, ad aprile alimentari, tabacco e alcolici si sono confermati la principale componente a guidare l’andamento dell’inflazione, sebbene l’incremento dei prezzi nel comparto sia sceso al 13,6% rispetto al 15,5% di marzo. Seguono i beni industriali non energetici (6,2%, rispetto al 6,6% a marzo), e i servizi (5,2%, rispetto al 5,1% di marzo).

Inversione di tendenza invece per i prezzi dell’energia, che ad aprile sono tornati a salire, facendo registrare il 2,5% rispetto al -0,9% del mese precedente.

Quasi mille euro in più solo per il cibo in un anno

Quindi l’emergenza prezzi non è ancora superata e il rialzo dell’inflazione registrato ad aprile è un segnale estremamente preoccupante. Lo afferma Assoutenti, che chiede al governo il varo di un apposito decreto “anti-inflazione”.
“I numeri Istat dimostrano che in tema di prezzi e inflazione è ancora presto per cantare vittoria – spiega il presidente Furio Truzzi – Le dinamiche dei listini mostrano ancora incrementi pesanti per beni primari come gli alimentari, che ad aprile salgono del +12,6%: tradotto in soldoni, significa che una famiglia con due figli si ritrova a spendere +969 euro annui solo per il cibo. Temiamo che sull’andamento dei listini al dettaglio si stiano registrando speculazioni e anomalie, con alcuni beni che su base annua vedono incrementi a due cifre anche in assenza di rialzi delle materie prime, e senza alcuna ripercussione causata dalla guerra in Ucraina o dall’andamento delle bollette”.

“Per tale motivo chiediamo al governo di studiare, al pari di quanto fatto in tema di lavoro, un apposito decreto “anti-inflazione”, contenente misure specifiche volte a contrastare il caro-prezzi, dal rafforzamento del Garante dei prezzi e della commissione di allerta rapida sui prezzi all’inasprimento delle sanzioni contro gli speculatori, fino ad arrivare ad un azzeramento dell’Iva sui generi di prima necessità” – conclude Truzzi.

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