Auto elettriche e a basso costo: l'invasione silenziosa della Cina - V&A
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AperturaAuto Lun 23 gennaio 2023

Auto elettriche e a basso costo: la silenziosa invasione della Cina in Italia è già iniziata

Una vettura elettrica dalla Cina poco più di 8mila euro. Le auto cinesi sbarcano in Italia con prodotti competitivi, cresce l'interesse. Auto elettriche e a basso costo: la silenziosa invasione della Cina in Italia è già iniziata
Maurizio Cattaneo
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Maurizio Cattaneo

L’invasione dell’auto elettrica della Cina in Italia

Una piccola quattro porte elettrica a 8.200 euro. Per capire l’impatto che avrà l’invasione di auto cinesi in Europa basta guardare la nuova Seagull Byd che arriva in questi giorni sul mercato del gigante asiatico. Anche se il prezzo è basso, le caratteristiche tecniche sono buone: batteria da 31 kWh, motore da 75 CV, quattro posti comodi con una linea per giunta accattivante che ricorda la Bmwi3.

Complice crisi economica, inflazione ed un impoverimento generale, sempre più famiglie italiane, che guardavano i prodotti cinesi con sospetto, stanno prendendo in considerazione questa alternativa risparmiosa. Anche la qualità ormai è a livello di quelle made in Europe. Così la penetrazione silenziosa sui nostri mercati (poca pubblicità) delle auto del dragone cresce in modo costante. D’altra parte esempi di successo in altri settori, vedi i telefonini Huawei, sono lì a dimostrare che quando la Cina parte è difficile fermarla. E il monopolio su molte importanti componenti di auto elettriche unita alla politica aggressiva dello Stato cinese fa delle case a quattroruote della Muraglia un competitor straordinariamente preoccupante per i marchi del Vecchio Continente ed americani.

Nel 2025 le auto cinesi in Italia saranno triplicate

Ma quali sono i numeri della Cina fuori dai propri confini? In Italia la quota di mercato è attorno all’1% che significa 250.000-280.000 unità all’anno, Ma secondo un recente studio di Pwc, entro il 2025 la cifra sfiorerà quota 800 mila di cui  la maggior parte saranno proprio elettriche. Sta fatto che degli 1,1 milioni di auto prodotte in Cina lo scorso anno e vendute al di fuori del Paese, 355.000 unità sono state commercializzate in America Latina, il mercato più grande. L’Europa, al secondo posto, ha rappresentato il 22% delle vendite all’estero, seguita dal Medio Oriente, dove sono state immatricolate 156.000 unità. Ma quali sono le auto cinesi già sul nostro mercato? E come riconoscerle?

Scendendo in dettaglio delle marche del Dragone già presenti in Italia troviamo, la Lynk&Co (gli stessi proprietari della Volvo) che  commercializza anche un Suv ibrido ad un costo interessante e con un design competitivo. C’è poi Great Wall, casa conosciuta da molti automobilisti, con auto dalla linea interessante anche se alcuni modelli hanno forme sin troppo robuste e consumi elevati.. Ma la Cina è presente anche con supercar come quella di Hongqui (la più veloce) che ha accelerazioni da Ferrari. In questo caso però anche il prezzo è da “rossa”.

Il Dragone attivo anche nella guida autonoma

E pure sul fronte della guida autonoma il Dragone lavora sodo e la Byton si appresta a lanciare in Europa un modello super tecnologico a prezzi interessanti. Conosciutissima è poi la Dr (che guida la classifica delle vendite) che in realtà viene prodotta in Italia ma  utilizzando componenti importati da case automobilistiche cinesi come Chery e JAC Motors. La city car Dr è particolarmente risparmiosa. La lista si allunga poi con Polestar (nata in collaborazione con Volvo) che resta ancora alla finestra ma è pronta allo sbarco e cona Haval che punta su un Suv compatto che però ha come sola alternativa il cambio manuale.

L’appello di Tavares: “Alzare i dazi come fa la Cina”

Che la Cina sia ormai una insidia reale sui nostri mercati emerge dalle parole del Ceo di Stellantis Carlos Tavares che all’ultimo Salone di Parigi ha  affrontato come una delle priorità il tema sulle importazioni delle auto cinesi in Europa. “Molto semplicemente – ha detto –  dovremmo chiedere all’Unione Europea di imporre ai produttori cinesi che esportano automobili in Europa le stesse condizioni con le quali i produttori occidentali esportiamo in Cina”.

Il ceo di Stellantis ha fatto presente che i marchi cinesi devono pagare dazi del 10% per importare auto nell’Unione Europea mentre le case automobilistiche europee si confrontano con dazi fra il 15% e il 25% per esportare in Cina veicoli costruiti in Europa. E l’ultimatum sull’auto elettrica del 2035, senza una rete di sostegno che aiuti la conversione, non fa che favorire il Dragone.

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