Per Egm un anno da dimenticare. Il paredre degli analisti
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AperturaFinanza Gio 12 ottobre 2023

Egm un anno da dimenticare. I commenti degli analisti, le azioni da comprare

Per l'Egm un anno da dimenticare. Da gennaio l'indice è sceso del 13% mentre l'Ftse Mib è salito del 20%. Previsioni per fine anno Egm un anno da dimenticare. I commenti degli analisti,  le azioni da comprare
Nino Sunseri
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Nino Sunseri

Giornalista economico finanziario da oltre 50 anni, ha cominciato nel 1974 al Giornale di Sicilia. Ha lavorato rivestendo ruoli di caposervizio e inviato per il Corriere della Sera, La Repubblica e Libero.

Dall’inizio dell’anno l’Egm perde il 13%

Le Pmi quotate Piazza Affari hanno faticato nel primo semestre e dovranno affrontare un’ultima parte dell’anno contraddistinta da una domanda erosa dall’inflazione e da una stretta creditizia che pesa sugli investimenti delle imprese. E’ quanto emerge dalle dichiarazioni dei principali intermediari specializzati sull’Egm che  mettono in luce le differenti performance: l’indice Ftse Mib è salito del 20% mentre il Ftse Italia Growth è sceso del 13%

Crollo degli scambi

Il primo problema è stato il crollo degli scambi che ha reso poco liquido un mercato dove i volumi tradizionalmente sono piuttosto contenuti.

Collocamenti deludenti

 I collocamenti non sono mancati ma certo gli imprenditori non sono contenti di vedere valutazioni compresse e scambi al lumicino sui loro titoli.

La concorrenza dei Btp e la scadenza dei Pir

Sono stati diversi i fattori che hanno contribuito a questo andamento: la concorrenza dei titoli a reddito fisso, soprattutto BTP, l’uscita dai fondi PIR degli investitori che hanno raggiunto il periodo minimo di cinque anni per poter smobilizzare l’investimento senza pagare la tassa sul capital gain, il momento favorevole, grazie al rialzo tassi, per settori come quello finanziario che ha favorito i titoli più grandi.

Francesca Romana Sabatini (Banca Profilo)

“I ricavi, in generale nel primo semestre hanno tenuto grazie all’effetto prezzi, ma ora, soprattutto nei ciclici si inizia a sentire il calo della domanda – commenta Francesca Romana Sabatini, Head of Equity Research di Banca Profilo – Nell’EGM vi sono poi tante realtà  che  hanno risentito di variabili strettamente legate alla loro attività. Per esempio  la chiusura della Cina e i limiti alle importazioni di alcuni prodotti, l’aumento del costo del denaro o il venire meno di agevolazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie”. “Con riferimento ai margini – secondo l’esperta – si può dire che si sono stabilizzati o leggermente migliorati rispetto ai precedenti due semestri in quanto si è allentata la tensione sui prezzi delle materie, prime specialmente l’energia, ma per il recupero finale oltre ad una ripresa decisa dei volumi è necessaria ancora la discesa di alcune materie prime come il legno, l’acciaio, la cellulosa e la plastica che ancora non sono ai livelli del 2021”.

L’analisi di Value Track

Secondo un’analisi di Value Track il primo semestre è stato caratterizzato da tassi di crescita a una cifra su base annua e una redditività in calo, soprattutto a livello di margine netto e utile, chiari indicatori di un’improvvisa e pronunciata contrazione della domanda di mercato.

Scendono margini e utili

I ricavi cumulati sono stati di circa 4,4 miliardi di euro (+8,1% in ragione d’anno) ma i margini sono scesi:  margine lordo 575 milioni (+0,25) e margine netto 270 milioni di euro (-13,5%), margine utile netto a 117 milioni di euro (-32,8%). Tra gli altri dati negativi, c’è stata un’erosione aggregata di 330 milioni dei flussi di cassa, con solo il 30% delle aziende che genera cassa . L’indebitamento netto aggregato si è assestato a 1,6 miliardi di euro (era 1,3 miliardi di euro a fine dicembre 2022), con solo il 24% delle società che vanta una cassa netta positiva nel primo semestre del 2023, un posizionamento non ideale nell’attuale scenario dei tassi di interesse.

I preferiti

Secondo il report, di Value Track  i nomi che hanno registrato i dati più forti nel primo semestre del 2023 sono: ALA, ALMAWAVE, ALTEA GREEN POWER, CIRCLE, COMAL, CYBEROO, DHH, ESAUTOMOTION, FAE TECHNOLOGY, IDNTT, NVP, OFFICINA STELLARE, OMER, POWERSOFT.

Gianluca Mozzali (Cfo Sim)

Con questa base di partenza, la previsione per la seconda metà dell’anno rimane negativa, in quanto si prevede un più consistente e generalizzato calo dei consumi, non più sostenuti dal risparmio accumulato negli anni del Covid he va esaurendosi, mentre prosegue la stretta creditizia in un ambiente di “tassi più alti più a lungo” delineato dalle maggiori banche centrali. Secondo Gianluca Mozzali, Senior Equity Research Analyst di CFO SIM, “nel breve periodo il rischio più concreto è che l’inflazione si mantenga a livelli elevati, continuando ad erodere il potere d’acquisto dei consumatori e provocando, di conseguenza, una ulteriore diminuzione della domanda. Ciò, abbinato all’incremento dei tassi di interesse, potrebbe generare difficoltà a finanziare gli investimenti per le imprese meno solide, limitandone le potenzialità di crescita”.

Mattia Petracca (Integrae Sim)

“La seconda metà dell’anno rimane avvolta in un velo di forte incertezza – afferma Mattia Petracca, Head of Equity Research di Integrae SIM – Molte società prevedono di recuperare, anche solo parzialmente, i mancati ricavi della prima parte dell’anno 2023, seppur sacrificando qualche punto percentuale in termini di redditività”.

Rischi e opportunità

Tra i maggiori rischi all’orizzonte, Petracca indica sicuramente l’incertezza geopolitica, che si è acuita negli scorsi giorni con il conflitto in Medio Oriente, e “continua a rappresentare un rischio significativo per l’economia globale, con potenziali ricadute negative sulle varie filiere produttive, inevitabilmente soggette a rallentamenti, come anche sull’inflazione, la crescita e di conseguenza la fiducia degli investitori, che vedono una riduzione della liquidità a disposizione”. Tra i catalyst positivi c’è invece la messa a terra del PNRR, che “rappresenta un promettente volano di crescita per l’economia italiana, che vede nelle PMI il suo cuore pulsante: la domanda nazionale ha visto un incremento già negli ultimi mesi del 2022 e, nonostante le prospettive tendenzialmente negative in merito alle prospettive sui tassi di interesse a breve termine, ci si aspetta un futuro meno impattato dalla componente inflattiva per vedere un’ulteriore accelerazione delle attività già nel secondo semestre del 2023”.

 

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