Risparmio, Patuelli (Abi) : "Il fisco favorisce solo i Btp"
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AperturaRisparmio Mar 31 ottobre 2023

Risparmio & Investimenti, Patuelli (Abi) : "Il fisco favorisce solo i Btp. Più attenzione all'economia reale"

Abi ricorda come in Italia siano agevolati per i risparmiatori solo gli investimenti in debito pubblico con aliquota del 12,5% Risparmio & Investimenti, Patuelli (Abi) : "Il fisco favorisce solo i Btp. Più attenzione all'economia reale" ANTONIO PATUELLI PRESIDENTE ABI
Redazione Verità&Affari
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Favorire gli investimenti nell’economia reale utilizzando quella grande risorse che è il risparmio degli italiani. Con un occhio all’inflazione per evitare una recessione. Per il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, è arrivato il momento di agire per innescare un circuito positivo. “Il risparmio è energia fondamentale per lo sviluppo e l’occupazione: occorre riformare e ridurre rapidamente la pressione fiscale sul risparmio investito a medio e lungo termine in Italia. Gli investimenti del risparmio nell’economia produttiva non producono rendite, ma rendimenti più o meno basati sul rischio. Occorre non confondere e distinguere i rendimenti investiti in attività produttive a medio e lungo termine, rispetto alle operazioni speculative a brevissimo termine” ha detto Patuelli nel suo discorso in occasione della 99esima Giornata Mondiale del Risparmio.

Non solo titoli di Stato

“In Italia sono agevolati soltanto gli investimenti nel debito pubblico, gravati dall’aliquota ridotta del 12,5% di tassazione per favorirne il collocamento” mentre il risparmio collocato in liquidità subisce l’aliquota del 26%” ha spiegato. “Gli investimenti nelle imprese di ogni genere sono gravati dal massimo della tassazione: il 24% di IRES sugli utili, più l’IRAP, più il 26% di cedolare secca sui dividendi percepiti dai risparmiatori, più l’imposta patrimoniale del bollo e l’addizionale del 3,5% sugli utili delle banche” ha sottolineato. Per il numero uno dell’Abi, “si tratta di una tassazione complessiva che supera il 50% e non incoraggia il risparmio a dirigersi verso investimenti produttivi“. 

L’epoca dei tassi zero è terminata

“Il decennio di tassi a zero e sottozero ha rivoluzionato la cultura e le consuetudini del risparmio. Dinanzi all’inflazione, alle crescite dei tassi e al calo della domanda di credito, occorrono riflessioni ed iniziative innovative. Il risparmio va sempre rispettato e mai forzato dalle Istituzioni e da pressioni commerciali indebite” ha aggiunto.  Intanto la concorrenza fra le banche “sta facendo gradualmente crescere i rendimenti anche sulla liquidità nei conti correnti (innanzitutto strumenti per incassi e pagamenti) che non è a durata prestabilita e non può garantire mutui pluriennali e stabili prestiti a imprese e famiglie” ha aggiunto.

“Stato, banche e altri operatori finanziari pubblici e privati sono in piena concorrenza nella raccolta della liquidità con i tassi e le loro durate. I risparmiatori ottengono i migliori rendimenti negli investimenti in liquidità, vincolando i depositi a scadenze predefinite. Concorrenza nella piena legalità, trasparenza e controlli debbono sempre garantire i risparmiatori” ha precisato.

Il contesto resta difficile

I “crudeli” conflitti in Medio Oriente e in Ucraina “oltre alle inammissibili violenze, portano anche a crescite di costi energetici e a ulteriori spinte inflazionistiche che possono convincere le Banche centrali ad altre strette monetarie, con nuovi rischi di indebolimento della crescita economica” ha evidenziato Patuelli. Le due guerre “colpiscono duramente i principi fondamentali della dignità umana. Gli aspetti umanitari sono i più gravemente violati, ma, dopo di essi, non vanno sottovalutati i rischi per l’economia”. 

Dal suo punto di vista è quindi opportuno monitorare con grande attenzione l’aumento dei prezzi. “Chiediamo alla Bce di combattere l’inflazione evitando una nuova recessione: bisogna soprattutto incentivare lo sviluppo” ha dichiarato spiegando che  “le strette monetarie consistono negli aumenti dei tassi, nella riduzione degli acquisti della Bce di titoli di Stato, nell’impennata dei costi per le banche dei finanziamenti Tltro di liquidità e nell’azzeramento della remunerazione della riserva obbligatoria che le banche debbono mantenere depositata nelle Banche centrali”.

Senza contare che “le strette monetarie accentuano la più forte concorrenza fra le banche nella raccolta del risparmio, con un’impennata dei rendimenti per i risparmiatori che investono liquidità con durata prestabilita, con tassi competitivi con quelli dei Titoli di Stato. Gli investimenti di risparmi nelle banche, soprattutto con durata prestabilita, combattono i rischi di razionamento del credito in una fase in cui si è molto ridotta la liquidità nel mercato, una tendenza che si accentuerà presto con la conclusione delle ultime Tltro”  ha concluso. 

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