Tim, parla Labriola: "Solo il tribunale può fermare la vendita della rete"
L'ad di Tim conferma che la cessione di Netco è irreversibile. E che solo l'azione legale di Vivendi potrebbe fermarla.“Solo il tribunale può fermare la cessione della rete con una ingiunzione che bloccherebbe il processo di vendita”. Lo dice l’ad Pietro Labriola nel corso della conference call con gli analisti, durata un’ora e mezza, per illustrare i conti trimestrali nonchè la complessa operazione che porterà allo scorporo della rete e alla creazione di una nuova Tim impegnata solo sul fronte consumer fisso e mobile e nel fornire servizi di tlc alle imprese. Il tutto corroborato dai ricavi e utili, per fortuna in crescita a differenza delle attività in Italia, della controllata brasiliana.
L’operazione è semplice: Tim incassa da Kkr 18,5 miliardi, di questi 14 vanno ad abbattere il debito Tim che, nelle carte presentate, è intorno ai 20 miliardi. Il risultato è che la nuova Tim resterà con un debito di 6,4 miliardi e liquidità per coprire le scadenze fino al 2029. Inoltre, se ci sarà l’aggregazione con Open Fiber e quindi la creazione di una rete unica in Italia con eventuali correttivi Antitrust, a Tim arriveranno altri 2,5 miliardi di euro.
E poi c’è Sparkle rimasta fuori dal perimetro della cessione su cui Kkr ha fatto un’offerta che potrà essere migliorata entro il 5 dicembre. Tim spera di ricavare almeno 800 milioni che andranno ad abbattere il debito. la nuova società della rete sarà controllata da Kkr con una partecipazione, alla fine, del 30-35% da parte del governo italiano tramite il fondo F2i e Cdp anche se il governo avrà grandi poteri decisionali data la presenza del Golden Power.
Che cosa potrebbe fermare la vendita di Netco
Dunque solo l’azione legale da parte di Vivendi, l’azionista di riferimento con il 23,7%, sempre che il tribunale gli dia ragione potrebbe fermare la vendita della rete e la ristrutturazione della società che, a fronte di ricavi per 11 miliardi nei nove mesi appena trascorsi ha accumulato perdite per 1,1 miliardi e 26 di debito lordo. Una situazione che molti analisti reputano insostenibile e che forse rende Vivendi, che ha dovuto mettere a bilancio forti minusvalenze sull’investimento in Tim, prudente nel mettere i bastoni tra le ruote a questa operazione.
In pratica Tim vende il gioiello di famiglia, la rete, per continuare ad operare e abbattere il debito monstre creato dopo la privatizzazione quando la società passò al gruppo degli investitori bresciani capitanati da Roberto Colaninno e che venne peggiorato ulteriormente dai suoi successori. Sbagli seriali che hanno affossato, in 20 anni di attività,Telecom che ora in Borsa capitalizza circa 6 miliardi di euro con il titolo che galleggia da mesi intorno ai 25 centesimi di euro. Ossia molto meno rispetto ai 5,05 centesimi che la stessa Kkr aveva offerto per acquisire tutta Tim nel novembre 2021.
Resta il nodo dell’occupazione
L’offerta, che comportava un esborso di circa 11 miliardi per Kkr (che però si “digeriva” tutto il debito) era stata fatta in un contesto economico diverso con tassi di interesse vicini allo zero, venne però respinta. Ora la situazione del debito, con i continui aumenti dei tassi da parte delle banche centrali, è molto peggiorata. Il risultato è che Kkr si porta a casa il pezzo pregiato di Tim, la rete, con meno spese e grattacapi, anche occupazionali, rispetto all’offerta del 2021.
La conference call si è (incredibilmente) conclusa senza che nessun analista abbia toccato il nodo dell’occupazione. E dunque che fine faranno gli oltre 39mila dipendenti che sono troppi sia per la società della rete, a cui ne bastano 10mila, sia per quella dei servizi che non ne sopporterebbe più di 7mila. L’ad Labriola, al termine della conference call, si è detto “felice per aver riportato Tim ad essere competitiva”. Ma il mercato resta scettico e il titolo resta prudente a Piazza Affari mettendo a segno un +1,19%.
Intanto Reuters riferisce che Vivendi potrebbe presentare un reclamo presso un tribunale di Milano nel tentativo di contestare le decisioni del consiglio di amministrazione. Agostino Nuzzolo direttore legale di Tim nella call con gli analisti, ha detto che la società non ha ricevuto finora alcuna indicazione di una denuncia legale presentata al tribunale per sospendere l’operazione.
E dunque Labriola prevede che l’operazione venga chiusa entro la prossima estate.