Vereecke (DPAM): "bond indicizzati contro inflazione" - V&A
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AperturaInvestimenti Sab 02 dicembre 2023

Obbligazionario, Vereecke (DPAM): "I bond indicizzati per coprirsi da rischi inflattivi"

L’inflazione nel 2024 continuerà a scendere e questo potrebbe essere d’aiuto per il settore obbligazionario. Obbligazionario, Vereecke (DPAM): "I bond indicizzati per coprirsi da rischi inflattivi"
Gianluca Baldini
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Gianluca Baldini

L’inflazione nel 2024 continuerà a scendere e questo potrebbe essere d’aiuto per il settore obbligazionario. Verità e Affari ne ha parlato con Sam Vereecke, direttore investimenti obbligazionario DPAM.

Come si è concluso il 2023 per il mercato obbligazionario e cosa attendersi dal 2024?

“I tassi di interesse sono attualmente a livelli interessanti e, per quanto la loro volatilità nel 2023 abbia prodotto qualche incertezza sul momento corretto di ingresso per aggiungere duration, i Treasury americani a 10 anni che hanno raggiunto il 5% in ottobre hanno fornito livelli molto interessanti. Fino all’estate del 2023, le curve erano significativamente invertite. Tuttavia, ci aspettiamo che il sell-off post-estivo si inverta e lasci spazio a una diminuzione dei tassi a breve termine più rapida di quella dei tassi a lungo termine”.

Cosa stanno prendendo in considerazione i mercati in ambito obbligazionario?

“I mercati hanno attualmente aspettative di inflazione molto moderate, comprese tra il 2% e il 2,5% sia a breve sia a lungo termine in Europa e negli Stati Uniti. Queste previsioni non sono cambiate in modo significativo recentemente. Tuttavia, i rendimenti reali sono aumentati e il loro incremento è stato il principale motore del rialzo dei tassi d’interesse negli ultimi mesi. Quindi il mercato non sta affatto prezzando la stagflazione, nonostante questo termine sia stato usato fin troppo spesso quest’anno. Al contrario, sta valutando le aspettative di inflazione target con rendimenti reali più alti. Ciò significa che gli elevati tassi di interesse sono principalmente il riflesso di un sell-off dei tassi reali. Pertanto, poiché gli obiettivi della banca centrale coincidono con le aspettative di inflazione, la protezione da quest’ultima rimane vantaggiosa. Questo rende l’allocazione in obbligazioni indicizzate una buona copertura contro uno dei rischi di un sovrappeso di duration, ossia l’aumento delle aspettative di inflazione”.

Che ruolo giocano le banche centrali in questa fase?

“Le banche centrali hanno mantenuto una politica restrittiva per quasi due anni. Nonostante ciò, le economie globali sono rimaste resistenti più a lungo del previsto. Questa solidità può essere attribuita a diversi fattori. In primo luogo, lo stimolo fiscale a livelli senza precedenti: gli Stati Uniti hanno raggiunto un deficit fiscale del 18% nel primo trimestre del 2021 e si prevede che supereranno ancora il 5% di deficit nei due anni successivi. Sono state osservate tendenze simili in altri Paesi, anche se meno significative. Pertanto, lo stimolo fiscale ha compensato alcuni degli effetti di inasprimento della politica monetaria, anche se i diversi settori dell’economia possono essere influenzati in modo diverso dall’eccesso di bilancio e dai vincoli monetari. In secondo luogo, la politica monetaria opera con un certo ritardo, quindi è possibile che gran parte degli effetti di inasprimento debbano ancora essere percepiti nel 2024”.

Il credito ad alto merito creditizio in che situazione si trova?

“Gli emittenti di credito ad alto merito creditizio (un parametro utilizzato per stabilire se un richiedente è meritevole della fiducia necessaria per la concessione di un prestito obbligazionario, ndr) rimangono in una posizione molto solida, sostenuta da margini in salute, un’ampia riserva di liquidità nei loro bilanci e solidi profili di scadenza del debito. Ciò li pone in una posizione forte per resistere a potenziali rallentamenti economici. I loro modelli di business diversificati, sia in termini di prodotti sia di copertura geografica, li rendono altamente elastici. Dopo la guerra in Ucraina, gli spread creditizi sulle obbligazioni denominate in euro si sono ampliati rispetto a molti altri mercati sviluppati come gli Stati Uniti: ciò rende il credito in euro ancora più interessante”.

Qual è in sintesi il vostro posizionamento in ambito obbligazionario?

“Riteniamo opportuno rafforzare la duration in caso di debolezza. Manteniamo inoltre un sovrappeso nel credito investment grade. Questa classe d’investimento ha una duration più breve rispetto ai titoli di Stato e offre un potenziale carry aggiuntivo (la variabile che riassume la relazione esistente tra prezzo future e prezzo spot di un bene o di una attività finanziaria, ndr) grazie al suo spread, che è ancora interessante. Per quanto riguarda il credito ad alto rendimento, la posizione attuale è neutrale, ma una flessione potrebbe offrire l’opportunità di aumentare gli investimenti. Alcune asset class offrono rendimenti allettanti che permettono una protezione sostanziale contro altri rischi, come le perdite valutarie o di credito. Il debito in valuta locale dei mercati emergenti è un buon esempio e offre un rendimento del 9%. Con la prevista riduzione dei rendimenti statunitensi, anche le valute sottostanti dovrebbero essere ampiamente tutelate”.

Questo articolo è stato redatto a solo scopo informativo, non costituisce attività di consulenza né sollecitazione ad acquistare o vendere strumenti finanziari. Le informazioni riportate sono di pubblico dominio, ma possono essere suscettibili di variazioni in qualsiasi momento dopo la pubblicazione. Si declina pertanto ogni responsabilità e si ricorda che qualunque operazione finanziaria viene fatta a proprio esclusivo rischio.
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