Le vendite auto a marzo e la bufala che il green ridurrà l'inquinamento
Le vendite di auto elettriche in Europa sono proporzionali al reddito pro capite dei cittadini. Crescono i ricchi Paesi dell'Europa del Nord Ricarica auto elettricaLe vendite auto a marzo e la bufala che il green ridurrà l’inquinamento
I dati Acea sulle immatricolazioni in Europa a marzo dimostrano, se ancora ce ne fosse bisogno, che l’auto elettrica è, per dirla come il ministro Pichetto Fratin, “roba da ricchi”. E questo vale tanto più in Italia dove all’alto costo delle auto a batteria (mediamente il 30% in più degli stessi modelli diesel e benzina) si somma la mancanza quasi totale di una rete di centraline di ricarica sulla rete stradale.
La forbice dei dati tra Nord ricco e Sud d’Europa emerge chiara dalle quote di mercato green nei vari Paesi Ue. Le vetture elettriche raggiungono solo il 9% in più della metà degli Stati centro-orientali e meridionali dell’Unione dove il reddito netto medio è di 13mila euro. Al contrario, le quote più elevate ( 30% e oltre ) si riscontrano nei cinque paesi dell’Europa settentrionale e occidentale dove il reddito supera i 32mila euro.
Inutili poi i mini incentivi spot per l’acquisto dell’auto green se rimangono iniziative isolate e non sostenute da un vero progetto per l’elettrificazione del Paese. A fronte di un grande piano Biden negli Usa che prevede sconti fino a 7.500 dollari per chi acquista auto elettriche e investimenti di 800 milioni di dollari per potenziare la rete di centraline di rifornimento, in Europa (e in Italia) siamo ancora di fronte a mini incentivi nel deserto delle ricariche.
Di più: mentre in Usa si investe massicciamente sull’elettrico ma il piano del presidente Usa prevede di mantenere al 2032 una quota di mercato del 30% per diesel e benzina, i nostri burocrati a Bruxelles hanno cancellato del tutto il motore endotermico senza un progetto a supporto di una rivoluzione verde che colpisce industria e consumatori.
L’Italia rischia la tempesta perfetta
In questo contesto non brillante l’Italia si distingue, anche a marzo, in negativo. Nonostante un leggero aumento, conserviamo infatti l’ultimo posto per immatricolazioni in valore assoluto di auto “con la spina” (9%). E il nostro Paese è ultimo anche nella classifica per quota di mercato delle auto ibride plug-in del trimestre. Anche sul fronte delle centraline siamo in netto ritardo.
Ma il mancato supporto Ue alla “rivoluzione verde” rischia di ripercuotersi anche su comparti strategici come il turismo e l’accoglienza. Il flusso dei vacanzieri verso il nostro Paese proviene proprio da quelle nazioni nord europee dove le quote di mercato dell’auto green sta già toccando il 30%. Difficile pensare che un turista con auto elettrica scelga una destinazione dove vi sono pochi punti di ricarica concentrati soprattutto nelle grandi città di Lombardia e Veneto.
Una tempesta perfetta, dunque, quella creata dai fanatici ambientalisti dell’Unione europea, che investe lavoratori, consumatori e l’intero Paese. Con il rischio sempre più concreto che un parco circolante già vecchio (mediamente 12 anni) diventerà ancora più vetusto ed inquinante quando sarà vietata la vendita di vetture a motore endotermico e gran parte dei cittadini non potranno permettersi di cambiare l’auto.