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Auto Lun 06 febbraio 2023

Auto elettrica, negli Usa un automobilista su cinque che l'ha scelta si è pentito

Secondo una ricerca dell'università Davis uno su cinque degli automobilisti che hanno scelto l'auto elettrica torna sui propri passi Auto elettrica, negli Usa un automobilista su cinque che l'ha scelta si è pentito auto elettriche
Maurizio Cattaneo
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Maurizio Cattaneo

Auto elettrica, un automobilista su cinque si pente

Quasi un automobilista su cinque (il 18%) ha fatto retromarcia dopo aver acquistato e utilizzato per alcuni mesi un veicolo elettrico. È il risultato di una ricerca condotta  dall’Università della California Davis che è tornata a rimbalzare sui media Usa dopo che lo Stato del Wyoming ha recentemente riaperto il dibattito sui reali benefici del motore a batterie. L’ateneo ha inviato un questionario a 14 mila americani. Il dossier ha preso in esame sei anni di forte sviluppo del mercato dell’elettrico con leggi, soprattutto in California, a favore della transizione green. Ebbene, molte elle persone coinvolte nel sondaggio si sono dette convinte della scelta mentre altri hanno dichiarato di essere in procinto di passare all’elettrico. Inaspettatamente però un automobilista su cinque di chi possiede un’auto elettrica si è detto pentito dell’acquisto.

Perché vogliono tornare indietro

Proprio su questi ultimi si è concentrato l’approfondimento dei ricercatori che hanno  intervistato tutti quelli intenzionati a tornare al motore termico per capire i motivi del ripensamento. Intanto si è scoperto che contrariamente alla comune credenza che i tradizionalisti siano quelli avanti negli anni, è emerso invece che chi  fa retromarcia è in genere giovane, vive in una famiglia più piccola con un solo veicolo a disposizione, ha reddito più basso, è più spesso di sesso femminile, e aveva utilizzato l’auto elettrica a noleggio anziché in proprietà.

Ma perché hanno cambiato idea? La risposta più gettonata è la scomodità della ricarica. In secondo luogo l’autonomia. Ma le due cose vanno evidentemente a braccetto ed entrambe hanno a che fare con una difficoltà a trovare punti di ricarica facilmente accessibili. In particolare la gran parte di costoro è sprovvisto della possibilità di ricaricare l’auto a casa e di notte vivendo in appartamenti senza posto auto.

Un aspetto meno prevedibile e più curioso riguarda poi il legame tra fedeltà all’auto elettrica e fedeltà al marchio. I meno propensi al ritorno verso il termico sono i possessori di Tesla, i più propensi invece sono quelli che hanno acquistato veicoli dai marchi tradizionalmente legati al motore termico come Gm, Ford, Chrysler.  

Se succede in California, in Italia…

Sta di fatto che la ricerca pone interrogativi che non riguardano solo la realtà americana ma mette in discussione le certezze di una transizione green in Europa con lo spartiacque del 2035. Come affrontare infatti un cambiamento epocale nell’acquisto di auto, che peraltro non sta assumendo i contorni di una corsa, se anche il 20% di chi sceglie oggi l’elettrico farà marcia indietro in futuro? Probabilmente la realtà è che ci troveremmo nel 2030 o nel 2050 con meno veicoli ad emissioni zero di quel che era previsto da Bruxelles. Ed andrebbe tenuto in debito conto un problema che il dossier dell’ateneo Usa certifica con le cifre. Lo studio dimostra infatti che senza ricarica domestica o un gran numero di centraline sulle strade  la mancata crescita dell’auto elettrica è un problema tutt’altro che teorico. Al punto che automobilisti elettrici entusiasti si vedono costretti a tornare sui propri passi.

Se questo avviene in California, dove gran parte delle famiglie vive in villette di proprietà, si immagini la situazione nell’Italia delle città con grandi  palazzi, pochi posti auto privati e pochissimi punti di ricarica nelle strade. Ed a tutto ciò si aggiunge un sistema tariffario dell’energia elettrica sempre meno conveniente. Se non si affrontano  alla radice queste problematiche finirà che la transizione vero l’auto elettrica, con buona pace dei diktat dell’Unione europea (con il divieto di vendita delle auto con motori tradizionali nel 2035) si rivelerà un fallimento.

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