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Auto Mer 15 febbraio 2023

Auto e moto storiche, il "certificato di rilevanza" diventa telematico

Il certificato di rilevanza delle auto storiche diventerà presto telematico e dunque fruibile dalle Forze dell'ordine più facilmente Auto e moto storiche, il "certificato di rilevanza" diventa telematico
Maurizio Cattaneo
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Maurizio Cattaneo

Auto e moto storiche, novità Crs telematico

“Entro pochi mesi il Crs (Certificato di rilevanza storica) sarà un documento telematico facilmente fruibile anche dalle Forze dell’ordine. E questo porrà fine a problemi ed incomprensioni”, lo ha detto il presidente dell’Asi, Automotoclub storico italiano, AlberLto Scuto nell’ambito dell’Asi Meeting 2023, appena organizzato alle Ogr, Officine Grandi Riparazioni di Torino in cui si è affrontato il temi del  futuro del motorismo storico.

Una passione, quella per le auto e moto d’epoca, che si traduce in un fatturato, solo in Italia, di oltre 2,2 miliardi di euro all’anno e che coinvolge, a vario titolo, migliaia di persone tra proprietari, officine, esperti, moda, manifestazioni e indotto. Ma il dato più sorprendente, è la popolarità delle vetture  con oltre trent’anni di età tra gli italiani: il 64 per cento degli intervistati (nell’ambito di un recente sondaggio) si è detto interessato a questo mondo, ciò significa che almeno 30 milioni di italiani amano i motori d’antan e le tante manifestazioni ad essi collegate, a cominciare dalla 1000 Miglia.

L’Asi non è solo per ricchi collezionisti

Al Meeting è intervenuto anche il ministro della Pubblica istruzione Paolo Zangrillo secondo il quale: “Auto e moto d’epoca mantengono viva la memoria di ciò che è stato e rimangono un elemento di grande importanza anche per il futuro”. “Questo settore mostra quello che gli italiani hanno dimostrato di saper fare – ha aggiunto il ministro – grazie a loro io guardo al futuro con più fiducia. Siamo un popolo di persone che hanno straordinarie capacità, nel mondo dell’automotive abbiamo dimostrato di essere dei riferimenti per il mondo intero, dove c’è sempre grande voglia di made in Italy e desiderio di conoscere il nostro Paese e le nostre eccellenze”.

L’evento è riuscito anche nell’intento di sdoganare il concetto che l’Asi non è un’elite di ricchi collezionisti ma un mondo di passione che si occupa di tutelare un enorme patrimonio, tecnico e culturale. Un’associazione basata su passione e volontariato che valorizza il Paese facendo sistema e mettendo a terra sinergie che nascono dalla realizzazione di protocolli di intesa e collaborazioni con vari enti e istituzioni nazionali e locali. “Asi – ha spiegato il presidente della Federazione Alberto Scuro – è condivisione di ideali, prospettive e di modelli formativi. A tutti i livelli: dalla segreteria generale alle commissioni e ai club”.

Memoria da conservare

E sul tema dei blocchi alla circolazione, alla tavola rotonda “Le auto di ieri sulle strade di domani”, è intervenuto l’assessore all’ambiente regione Piemonte Matteo Marnati che ha spiegato come “Le istituzioni devono prendere consapevolezza, come fatto in Regione Piemonte, che il patrimonio motoristico tutelato da Asi è indispensabile alla valorizzazione del segmento turistico, storico e culturale dei nostri territori. In pratica che ciò che tutela Asi è patrimonio culturale e la cultura non inquina ma al contrario è un grande volano economico per il paese. Ecco perché è importante permettere a questi veicoli di restare vivi dando la possibilità agli appassionati di farli circolare, grazie a specifiche deroghe, nel modo dovuto”.

In tema di beni culturali  l’intervento di Ivan Drogo Inglese, che il 19 aprile porterà il motorismo storico – rappresentato da Asi in seno agli Stati generali del patrimonio italiano – al ministero della Cultura per presentarlo come asset identitario del Paese.

L’esperienza internazionale di Antonio Ghini ha poi fatto riscoprire il grande valore del “made in Italy”, sottolineando che “tra i primi dieci marchi automobilistici più presenti nelle cento più importanti collezioni del mondo cinque sono italiani: Ferrari, Alfa Romeo, Maserati, Lamborghini e Fiat”. “La memoria – ha aggiunto Ghini – è un elemento molto influente nella diffusione di determinate tipologie di veicoli: le persone ricercano ciò che hanno sognato in gioventù e questo, con il passare delle generazioni, escluderà sempre di più i mezzi più datati. Ecco che anche in questo caso torna la necessità di continuare a divulgare la storia motoristica per mantenerne la memoria e far nascere nuovi desideri di collezionismo”.

Puntare sui biocarburanti

Uno degli scogli più pericolosi per il motorismo storico di domani è la demonizzazione dell’auto e la crescente tendenza della politica a “limitare la libertà della mobilità individuale”, ha osservato dal suo canto osservato Gian Luca Pellegrini. “Fino a qualche decennio fa l’auto era vista come un valore positivo. Tra movimenti ideologici contrari, spinta all’elettrificazione, mortificazione del parco circolante datato da parte delle istituzioni, l’auto sta scomparendo dalla cultura popolare e giovanili”.

La transizione tecnologica è un altro fattore da tenere a mente quando si parla di futuro per i veicoli storici. La domanda più frequente è infatti sulla reale disponibilità dei carburanti per continuare a farli funzionare. La rassicurazione è arrivata da Roberto Valentini, con un approfondimento sugli “efuels”, i combustibili sintetici. “Sono già realtà – ha confermato Valentini – sono già in produzione e in uso, i primi a crederci sono proprio i costruttori. Va poi ricordato che, sin dalle origini, i motori termici sono sempre riusciti a digerire qualsiasi combustibile e nel caso degli efuels sarà ancora più semplice perché del tutto equiparabili ai carburanti di origine fossile”.

Infine, Sergio Remondino ha chiuso l’approfondimento ribadendo il ruolo fondamentale dell’editoria “oggigiorno in piena transizione tra carta e digitale”. “Il web è una realtà immensa e dalle straordinarie potenzialità – ha detto Remondino – ma è bene prestare molta attenzione alla revisione delle notizie e all’analisi delle fonti per evitare la creazione e la divulgazione di falsi storici”.

 

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