Elettrico flop, Stellantis fa retromarcia e investe sulla solita Panda
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AperturaAuto Gio 29 febbraio 2024

Elettrico flop, Stellantis fa retromarcia e investe sulla solita Panda a Pomigliano

Sono sempre di più le case che rivedono i programmi sull'auto elettrica. Dopo Mercedes, Bmw e Volkswagen anche Aston Martin. Elettrico flop, Stellantis fa retromarcia e investe sulla solita Panda a Pomigliano
Maurizio Cattaneo
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Maurizio Cattaneo

Se non è una fuga poco ci manca. Sono sempre di più le case che rivedono i programmi sull‘auto elettrica. Dopo Mercedes, Bmw e Volkswagen anche Aston Martin ha annunciato di aver spostato di un anno il lancio della sua nuova supercar a spina. Il motivo è il solito: le vendite molto sotto le attese di vetture green. Anche Stellantis, al di là delle roboanti dichiarazioni del Ceo Carlos Tavares sulla rivoluzione dell’elettrico, nei fatti si muove in ben altra direzione. L’ultima prova in questo senso è la conferma della produzione della Panda endotermica (ribattezzata Pandina) a Pomigliano fino al 2027 con una produzione addirittura maggiorata del 20%.

E che le auto elettriche non le voglia davvero nessuno, sia in Europa che Oltre oceano  è certificato dalla notizia che  in 11 Stati Usa che avevano imboccato con forza la strada del green ora si prende atto della impossibilità di raggiungere la quota di vetture a spina entro il 2030 come previsto dall’Inflactin reduction act, il grande piano di Biden sul green che prevede ingenti sostegni per il passaggio alle auto elettriche.

Stellantis si aggrappa alla Pandina endotermica

Nel giorno in cui il Financial Times con un lungo articolo mette sotto tiro le debolezze di Stellantis e dell’auto elettrica in Italia, Olivier Francois, amministratore delegato di Fiat e direttore marketing globale di Stellantis, ha dichiarato che la Panda endotermica (ibrida) continuerà a essere prodotta nello stabilimento italiano di Pomigliano d’Arco, in Campania, almeno fino al 2027. Non solo: la produzione crescerà del 20%.

Fiat Panda – modello iconico di Stellantis, leader di mercato in Italia e in Europa, con oltre 8 milioni di unità vendute nella sua storia, avrebbe dovuto andare in pensione molto prima, sostituita da quella elettrica prodotta in Serbia. Invece, mascherato da regalo all’Italia, ecco il ripensamento legato al flop di vendite delle auto a spina.  Nel 2023 a Pomigliano sono state prodotte 215.000 vetture di cui 132.700 Panda. I lavoratori sono 4.300 e a gennaio è finalmente finita la solidarietà. “Questa fabbrica ha un futuro. – ha spiegato Francois. – Investiamo su questo prodotto importantissimo che deve rimanere nella gamma il più a lungo possibile. Fino al 2027 con certezza, spero anche oltre”.

La bacchettata a Tavares del Financial Times

Le difficoltà sull’elettrico di Stellantis, come detto, sono state messe in fila dal Financial Times. Le ragioni, secondo il  quotidiano britannico,  sono molteplici, e sono da ricercare o nelle scelte fatte dall’azienda, che non tiene conto della insufficiente rete di ricarica . Se Carlos Tavares, amministratore delegato di Stellantis, afferma che senza un aumento dei sussidi per l’acquisto di veicoli elettrici, l’azienda potrebbe non riuscire più a produrre in Italia, il giornale finanziario suggerisce che questo non è il nodo cruciale della questione.

Gli ostacoli veri sono appunto la mancanza di infrastrutture per ricaricare le batterie in tutto il Paese, e in particolare nel Sud, che rende problematici i lunghi spostamenti, oltre al fatto che la ricarica delle batterie richiede molto tempo ed è costosa, dato che il prezzo dell’elettricità in Italia è il terzo più alto al mondo. C’è poi il problema che Stellantis in Italia ha giocato soltanto sull'”effetto annuncio“, parlando di grandi investimenti sulle auto a spina ma di fatto muovendosi più lentamente rispetto agli altri Paesi nello spostare la produzione di componenti dai motori a combustione interna a quelli elettrici.

Aston Martin stacca la spina

Sempre di queste ore la notizia che anche Aston Martin ha deciso di rinviare di un anno il lancio della propria super car elettrica. D’altra parte il recente rinvio di Mercedes-Benz di date e obiettivi di elettrificazione indica che la questione riguarda tutti i brand del super lusso. “Aston Martin – viene dichiarato in un comunicato –  rimane impegnata nella sua strategia di elettrificazione e, anche grazie alla partnership con Lucid Group,  continua a puntare verso il futuro delle tecnologie ad alte prestazioni, inclusi i veicoli elettrici a batteria”. Resta il fatto che per vedere l’auto elettrica della casa inglese dovremo aspettare.

Blackout elettrico anche negli Usa

L’annuncio è arrivato lapidario: i principali costruttori degli Stati Uniti, rappresentati dalla Alliance for automotive innovation, dichiarano che  l’obiettivo di interrompere la vendita di auto termiche entro il 2035, fissato dalla California, non possa essere raggiunto dagli altri 11 Stati che l’hanno adottato. Il problema? Non si vendono abbastanza auto elettriche. Le tappe intermedie fissate dallo Stato della California in base all’Inflaction reduction act deciso da Biden,  prevedono che  entro il 2026 il 35% delle automobili vendute dovrà essere elettrico o plug-in. Una percentuale che dovrà salire al 68% entro il 2030 e al 100% entro il 2035 (con le elettriche e le plug-in rispettivamente all’80 e al 20 %).

Secondo le stime dell’associazione costruttori, per raggiungere questi obbiettivi  si dovranno raddoppiare le vendite di elettriche in cinque Stati e  triplicarle in altrettanti. Washington fa ricadere la responsabilità di non rispettare il vincolo del 2035 sui costruttori che ora si ribellano. “Non è chiaro quanto i consumatori siano disposti ad accettare la tecnologia delle auto elettriche – viene detto dall’associazione, –  e se in futuro le acquisteranno in quantità sufficienti. E questo è un problema sul quale le Case hanno alcun controllo”. Insomma in Europa come negli Usa non si può imporre un acquisto per legge. E l’auto elettrica, troppo costosa, difficile da manutenere e senza una adeguata rete di centraline di ricarica, resta nelle vetrine dei concessionari.

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